SimoneB wrote:Quanto alla latente devianza nei comportamenti sessuali di Max, mi viene da pensare, così su due piedi, che forse l'autore abbia trovato un'ispirazione in ciò che si è detto e scritto - non so però con quanto fondamento, perché non conosco quella letteratura - riguardo al lato perverso di Hitler. In ogni caso, la psicologia sessuale ha forse un peso - come potrebbe non averlo? - nel comprendere la visione del mondo nazista come fascista, come insegnano le "120 giornate di Sodoma" di Pasolini.
Non ne so abbastanza per giudicare, nemmeno io conosco quella letteratura...
Vero è che la contraddizione fra il personaggio di Max e il contesto in cui è inserito è stata percepita dallo stesso autore, che con molta onestà dichiara:
«Mi sono reso conto del vicolo cieco al quale conduce il libro solo dopo aver terminato di scriverlo… Questa contraddizione, questa strada senza uscita, si esprime nel fatto che il libro vuole mostrare che chi ha fatto la Shoah erano persone banali, ordinarie. Si possono dire molte cose del protagonista del libro, ma non che sia banale e ordinario… Il modo in cui è stato concepito lo rende un personaggio impossibile».
Non credo proprio che sia uno di quei libri concepiti per la resa cinematografica a Hollywood. Ma ti invito a non abbassare la guardia, perché Hollywood suole adattare, con sceneggiature di basso profilo, anche l'impossibile. Spero soltanto che diano la parte di Max Aue a Jude Law, con un minimo di capacità nel rendere un carattere tormentato e ambiguo, e non a quel belloccio bamboccione di Brad Pitt ahahaha!
SimoneB wrote:Saranno gli aspetti storici, temo, quelli che mi coinvolgeranno maggiormente.
Sarà un piacere leggerti in futuro in questo post a riguardo. Anche se la tua attenzione è rivolta ad epoche più antiche, resti un esperto del metodo, e comunque tutt'altro che un profano come me nella conoscenza della storia più recente.
Grazie per il bentornata.
Ciao!