oggi si può parlare di "cattiveria non coosciente" negli adolescenti?

Una sezione per discutere delle problematiche legate all'adolescenza dei nostri eredi.
losbanos

Post by losbanos »

viola 52 wrote:che fai li incateni al letto?

certo che no, perché mai?
i ragazzi meritano fiducia, ma la fiducia i genitori la possono dare solo se prima, da subito, hanno parlato tanto con loro. Un ragazzo che sente la fiducia dei genitori, non solo a parole ma con i fatti, non cercherà di tradirla. Chi decide è il ragazzo stesso, ma se si sente sicuro di sé e ha una certa autostima non seguirà il "gruppo" ma deciderà con la sua testa.
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Enza 52
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Post by Enza 52 »

losbanos wrote:certo che no, perché mai?
i ragazzi meritano fiducia, ma la fiducia i genitori la possono dare solo se prima, da subito, hanno parlato tanto con loro. Un ragazzo che sente la fiducia dei genitori, non solo a parole ma con i fatti, non cercherà di tradirla. Chi decide è il ragazzo stesso, ma se si sente sicuro di sé e ha una certa autostima non seguirà il "gruppo" ma deciderà con la sua testa.
in questi termini lo quoto, ma non tutti i genitori hanno la maturità, anche affettiva, di seguire i figli in questo modo, e comunque a prescindere dal fattore educativo della famiglia, credo che anche la scuola abbia le sue responsabilità.
si parla tanto di educazione alla non violenza, ma nei fatti, non si portano i ragazzi, per mano a scoprire come risolvere i conflitti, piccoli e grandi.
credo che alla cosa e al diritto dell'individuo, visto proprio come legislazione del diritto della persona, oggi viene spesso ignorata dai giovani, forse nelle scuole si dovrebbe cominciare a considerare il fatto che l'argomento dovrebbe diventare materia di studio.
Aforismi da "Criminal Minds"

[color="#FF0000"]A differenza del gioco degli scacchi, nella vita il gioco continua, dopo lo scacco matto.[/color]

ISAAC ASIMOV
daba
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Post by daba »

Sono d'accordo sul fatto del parlare con loro.
Credo che manchi il dialogo fra genitori e figli; accadono tanti episodi nel mondo dei nostri figli e loro hanno sempre molta difficoltà nel riportare i fatti a casa. Le colpe credo si debbano prendere anche noi genitori che forse non dedichiamo abbastanza tempo al dialogo. Dialogare significa confrontarsi, mettersi in gioco con le proprie ed altrui idee. Aiutarli a comprendere i fatti li renderà più autonomi nel giudizio che si troveranno a dare quando affronteranno le varie situazioni da soli.
Comunque non è facile trovare sempre il tempo, sentirsi disponibili all'ascolto, creare quel clima giusto che non siasolo criticare o brontolare, ma capire, spiegare. Ecco penso che le donne che lavorano (ed oggi saimo la maggioranza),siano un pò penalizzate, non per propria volontà, ma perchè manchi davvero il tempo.
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