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La diciannovesima moglie

Posted: Sun Sep 18, 2011 7:41 am
by Rie
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Ho letto le prime cento pagine di questo libro e per ora mi intriga.
Qualcuno di voi l'ha presente?
La copertina sembra da giallo amish ahaha, ma non c'entra.
E' più che altro un sofferto documento sui deboli e sugli esclusi nelle comunità dei Mormoni di fine 800 e nelle attuali comunità "scismatiche", che a differenza dei Mormoni del presente persistono nella poligamia spinta agli estremi, con famiglie anche di 100 figli.

I punti di vista sono diversi, e consentono di vedere in maniera non univoca questa realtà: il "figlio perduto", ovvero un ragazzo cacciato per futili motivi, che torna a casa forse sperando che l'omicidio di suo padre sia una stato commesso per ribellione e scopre invece che tutto è come prima nell'opprimente e fondamentalista comunità che lo ha espulso; la donna perduta del tempo che fu che si converte per sentirsi amata e accettata; il marito di cinque mogli; una delle mogli di Brigham Young che trova la forza di denunciare una schiavitù femminile per molti versi simile a quella già abolita con la guerra di secessione.

Un romanzo dai molti fili, e ancora non so se l'autore sarà in grado di tirarli a dovere, scritto (o tradotto, non saprei) in maniera non eccelsa, ma ricco, denso, capace di far aprire gli occhi su cose ignote (almeno a me), e per questo affascinante.

Vi farò sapere se mi convince fino alla fine...

Posted: Sun Sep 18, 2011 8:46 am
by Lelia
Io l'ho letto e non mi è piaciuto.
Diciamo che poteva essere lungo un terzo di quanto è. Ripetitivo da morire, ripete fino allo sfinimento tre concetti in croce. Non l'ho trovato neanche particolarmente ben scritto.
Insomma, all'inizio sembrava intrigante anche a me, alla fine l'ho trovato decisamente povero da tutti i punti di vista.
Spero almeno sia stato tradotto bene perché altrimenti diventa davvero micidiale ghghghgh

Posted: Sun Sep 18, 2011 9:02 am
by Rie
Lelia wrote:Io l'ho letto e non mi è piaciuto.
Diciamo che poteva essere lungo un terzo di quanto è. Ripetitivo da morire, ripete fino allo sfinimento tre concetti in croce. Non l'ho trovato neanche particolarmente ben scritto.
Insomma, all'inizio sembrava intrigante anche a me, alla fine l'ho trovato decisamente povero da tutti i punti di vista.
Spero almeno sia stato tradotto bene perché altrimenti diventa davvero micidiale ghghghgh

:sticazzi: spero di sopravvivere fino alla fine, allora, perché non amo esercitare il diritto del lettore di mollarlo ahah!

Se dici che è scritto male in originale, il povero traduttore non ha potuto fare granché per migliorarlo: onestamente non ha un bello stile.
Io però perdono con gioia tutto, stile del cavolo, imperfezioni, inverosimiglianze, pur di avere un'emozione... ma tu mi stai dicendo che quella, che all'inizio questo libro mi ha dato, manca.
Spero di avere un giudizio conclusivo più positivo del tuo in nome del "de gustibus..." :lol: