Affrontare il mostro interiore
Posted: Sun Sep 29, 2013 5:49 pm
Per chi non mi conosce, sono separata con due bimbi.
Il più grande è lievemente disgrafico, a detta della NPI può darsi che recuperi con il tempo e devo dire che è migliorato, ma la scuola non gli piace e ogni giorno son pasticci per i compiti, che poi tra l'altro vuol fare solo con me e mai con il padre.
Il più piccolo ha un ritardo nello sviluppo non meglio specificato, parla ancora male (non concorda il genere e il numero, spesso si arrabbia perché non lo capiamo, sembra capire quasi tutto ma non comunica verbalmente e soprattutto non disegna niente, solo scarabocchi); per cui anche per lui la scuola sarà un macello e ancora non si sa se ci vorrà l'insegnante di sostegno. Io temo per lui una lieve disabilità, nulla a livello motorio ma con problemi cognitivi.
Essendo da sola (niente nonne e il nonno lontano), pur avendo sempre affrontato tutto con tutta la forza possibile, ho avuto un crollo, complice probabilmente anche una carenza fisica (anemia).
Ho scoperto la depressione, quella vera.
Alzarsi la mattina stanchi come quando ci siamo addormentate.
Non riuscire ad avere uno scopo.
Non vedere un futuro.
Fare pensieri di morte e nello stesso tempo temere la morte improvvisa, oppure il pensiero di avere una malattia grave.
Angosciarsi perché è necessario uscire, lavorare, fare pranzi e cene.
Qualsiasi attività che prima piaceva, ascoltare musica, cucinare, fare giardinaggio, leggere, tutto diventa pesante e inutile.
Paralizzata a letto, senza forze e con un loop di pensieri negativi che non se ne vanno mai.
Devo dire grazie a mio padre che subito è intervenuto, e che sto stressando con un sacco di telefonate.
Devo dire grazie a una amica che tutti i pomeriggi o quasi mi cercava in chat per farmi fare due chiacchiere.
Oggi sto un pochino meglio e mi rendo conto che sto combattendo un mostro da me proveniente e che solo io posso sconfiggere definitivamente, con uno sforzo a volte molto faticoso. Ho pianto anche in pubblico, non ho nascosto a nessuno il mio stato, perché il parlare, il tessere relazioni, nella mia solitudine è un'ancora di salvezza.
Il mio essere madre mi ha aiutato. Non posso lasciarmi andare perché ci sono loro. Quando sto con loro miglioro, riesco a ridere, ad essere più serena.
Anche se li guardo con preoccupazione per il futuro, ho capito che il loro futuro sono io. E non posso crollare, non posso.
Ogni loro conquista sarà la mia e sarà un successo, indipendentemente da dove arriveranno.
Tanti mi dicono che dovrei trovarmi un nuovo compagno, ma non so come fare, i bimbi dormono sempre a casa mia e non ho serate libere per uscire da sola; senza contare che non è facile trovare una persona che si faccia carico di me depressa, di due figli non suoi, e che aspiri a un rapporto vero.
Inoltre io credo che si incontra la persona giusta al momento giusto e non cercandola.
Non so come andrà a finire, so solo che sono in guerra e che oggi, dopo due giorni di cura con ferro e magnesio, mezza compressa di ansiolitico e le gocce di antidepressivo (che però faranno effetto tra circa 15 giorni), riesco a stare abbastanza tranquilla e ad allontanare i pensieri negativi, primo fra tutti quello di non riuscire a guarire.
E i miei figli saranno il veicolo della mia salvezza, loro che vedevo così deboli, sono la mia forza.
In queste notti, se mi svegliavo con il panico, li abbracciavo, il piccino stretto a me e il grande che sfioravo con una mano sulla fronte, e stavo così, cercando pace in loro.
Grazie per avermi letto.
Mi spiace, forse non è la sezione migliore, ma non sapevo dove postare altrimenti.
Il più grande è lievemente disgrafico, a detta della NPI può darsi che recuperi con il tempo e devo dire che è migliorato, ma la scuola non gli piace e ogni giorno son pasticci per i compiti, che poi tra l'altro vuol fare solo con me e mai con il padre.
Il più piccolo ha un ritardo nello sviluppo non meglio specificato, parla ancora male (non concorda il genere e il numero, spesso si arrabbia perché non lo capiamo, sembra capire quasi tutto ma non comunica verbalmente e soprattutto non disegna niente, solo scarabocchi); per cui anche per lui la scuola sarà un macello e ancora non si sa se ci vorrà l'insegnante di sostegno. Io temo per lui una lieve disabilità, nulla a livello motorio ma con problemi cognitivi.
Essendo da sola (niente nonne e il nonno lontano), pur avendo sempre affrontato tutto con tutta la forza possibile, ho avuto un crollo, complice probabilmente anche una carenza fisica (anemia).
Ho scoperto la depressione, quella vera.
Alzarsi la mattina stanchi come quando ci siamo addormentate.
Non riuscire ad avere uno scopo.
Non vedere un futuro.
Fare pensieri di morte e nello stesso tempo temere la morte improvvisa, oppure il pensiero di avere una malattia grave.
Angosciarsi perché è necessario uscire, lavorare, fare pranzi e cene.
Qualsiasi attività che prima piaceva, ascoltare musica, cucinare, fare giardinaggio, leggere, tutto diventa pesante e inutile.
Paralizzata a letto, senza forze e con un loop di pensieri negativi che non se ne vanno mai.
Devo dire grazie a mio padre che subito è intervenuto, e che sto stressando con un sacco di telefonate.
Devo dire grazie a una amica che tutti i pomeriggi o quasi mi cercava in chat per farmi fare due chiacchiere.
Oggi sto un pochino meglio e mi rendo conto che sto combattendo un mostro da me proveniente e che solo io posso sconfiggere definitivamente, con uno sforzo a volte molto faticoso. Ho pianto anche in pubblico, non ho nascosto a nessuno il mio stato, perché il parlare, il tessere relazioni, nella mia solitudine è un'ancora di salvezza.
Il mio essere madre mi ha aiutato. Non posso lasciarmi andare perché ci sono loro. Quando sto con loro miglioro, riesco a ridere, ad essere più serena.
Anche se li guardo con preoccupazione per il futuro, ho capito che il loro futuro sono io. E non posso crollare, non posso.
Ogni loro conquista sarà la mia e sarà un successo, indipendentemente da dove arriveranno.
Tanti mi dicono che dovrei trovarmi un nuovo compagno, ma non so come fare, i bimbi dormono sempre a casa mia e non ho serate libere per uscire da sola; senza contare che non è facile trovare una persona che si faccia carico di me depressa, di due figli non suoi, e che aspiri a un rapporto vero.
Inoltre io credo che si incontra la persona giusta al momento giusto e non cercandola.
Non so come andrà a finire, so solo che sono in guerra e che oggi, dopo due giorni di cura con ferro e magnesio, mezza compressa di ansiolitico e le gocce di antidepressivo (che però faranno effetto tra circa 15 giorni), riesco a stare abbastanza tranquilla e ad allontanare i pensieri negativi, primo fra tutti quello di non riuscire a guarire.
E i miei figli saranno il veicolo della mia salvezza, loro che vedevo così deboli, sono la mia forza.
In queste notti, se mi svegliavo con il panico, li abbracciavo, il piccino stretto a me e il grande che sfioravo con una mano sulla fronte, e stavo così, cercando pace in loro.
Grazie per avermi letto.
Mi spiace, forse non è la sezione migliore, ma non sapevo dove postare altrimenti.