Di noi due (la mia storia)
Posted: Mon Feb 03, 2014 11:18 am
Ci siamo messi insieme da ragazzini, abbiamo convissuto, avuto una bambina e pure sposati.
Lui l'ho sempre tenuto sul piedistallo, un tipo tranquillo, lavoratore, usciva solo con me o in coppia o con amici comuni. Io idem. Mi è sempre sembrato normale. Aveva due passioni: la musica (ma poi ha mollato il gruppo con cui suonava) e fumare. Tanto. Un aspetto al quale da "giovane" non davo troppa importanza, perchè lo facevano tutti, così come bere.
Dopo un anno di convivenza lui ha iniziato ad avere attacchi di panico. Terapia e attacchi di panico praticamente spariti. Il vizio del fumo non l'ha però mai accantonato. Io negli anni mi sono trasformata in confidente, motivatore, crocerossina, senza accorgermi che, piano piano, qualcosa stava cambiando. Cercavo di far star bene lui, e affossavo me.
Lui non è mai stato un tipo passionale. La prima mossa la facevo sempre io. Lui spesso diceva che era stanco, che non era il momento (figurati tu, una ragazza che esce da una vasca da bagno e ti si presenta solo con un accappatoio...e non sono un cesso, dico. Se non è quello il momento, quando?) Dovevo provarci insistentemente per arrivare al dunque. Fallo una volta, due, tre e piano piano comincia a elaborare (con estrema lentezza mia) che forse non gli piaci, che c'è qualcosa che non va.
Fatto sta che dopo nata nostra figlia, 4 anni fa, lui si rinchiude sempre di più dentro sè stesso. Diventiamo quasi separati in casa, lui con problemi di lavoro (diceva), io con la piccola da crescere (me ne occupavo al 99%), un lavoro da portare avanti e tanti dubbi sulla coppia. Sesso non pervenuto per quasi un anno dopo il parto. Io non lo cercavo, lui non mi cercava.
Nei primi due anni avremo fatto sesso io credo 3 o 4 volte. Non passavamo serate insieme, portavo la piccola a dormire e restavo lì, tanto non aveva senso tornare in sala a vederlo rimuginare o lamentarsi su qualcosa.
Poi, un bel pomeriggio di marzo del 2012, mazzata. Scopro nello sgabuzzino uno scatolone di legno contenente riviste porno, dvd, numeri di varie puttane telefoniche con tanto di dettagli, appunti. Mi è crollato il mondo addosso, non potevo credere ai miei occhi. Avevo con me la bambina, e indossavo una tuta. Sono salita in casa, ho buttato via la tuta, ho preso la bici e la bambina e sono uscita. Non potevo stare lì. Ho chiamato mia madre, che è una persona speciale, e le ho raccontato tutto. Non sapeva neppure lei che dirmi. Mi ha ascoltata e ancora mi ascolta, sempre. E'il mio unico appoggio.
Quando torna a casa mi dice che preferisce scrivermi una lettera in cui, parole sue "mi racconta quanto fa schifo". E scopro che la cosa delle riviste, dei sexy shop frequentati quando pensavo fosse a lavoro il sabato, delle puttane telefoniche (giura e spergiura di non esserci mai andato di persona, io non so a cosa credere) va avanti "parallelamente alla nostra storia...da anni".
Io da lì cambio. Via le tute, via tutto. Da un giorno per l'altro tacchi, trucco, sempre, anche solo per fare la spesa. Lui mi chiede di iniziare terapia di coppia. Acconsento, a patto che sia una cosa seria. Inizia la terapia, dolorosa. Passano i mesi, e ricominciamo ad avere qualche rapporto sporadico in estate. I nostri rapporti erano tipo una volta al mese, o due.
A settembre di quest'anno, non so cos'ho nasato nell'aria...lo becco di nuovo. Una pila di giornali nascosta in macchina. Era come se qualcosa mi dicesse "vai a vedere lì" e infatti.
Io da quel giorno ho mollato. Ho mollato me stessa, ho alzato bandiera bianca. Ho capito che forse, nonostante la terapia, non ce n'è. La terapeuta mi dice che queste cose richiedono tempo, ma io non so dove sto andando e cosa devo fare. Sono arrivata allo Xanax e alla serotonina certamente per quanto mi sono sempre spremuta lavorativamente, ma credo che questa botta abbia influito non poco. Ho un'autostima non pervenuta e non mi interessa più nulla di curarmi. A che pro? Per chi?
E'sempre di pessimo umore, trascurato, si lamenta se gli dico di farsi una doccia, incolpa tutto e tutti per le sfighe che ha, per il tempo che non lo lascia lavorare (è un artigiano, lavora nei cantieri e con la pioggia non puoi fare molto)...e due notti fa è esploso dicendomi che sta per scoppiare, anzi, è già scoppiato, e che l'unica cosa bella che ha fatto per sè ultimamente è stato fumare con un cazzone che frequentava una vita fa. Ovviamente rinfacciamenti vari sul mio stato di salute, sul fatto che se sto male io allora tutti girano intorno a me (in realtà sono in pianta stabile dai miei e continuo a lavorare da casa), che non ha abbastanza soldi. Un delirio. Io sto bene solo dai miei, con mia figlia. Sono sicura, è un ambiente buono anche per lei, mi sento meno in colpa a stare come sto.
Io non so che fare. Sono asciugata. Sono 2 anni che cerco di migliorarmi, e ora non so più dove andare.
Questa è la mia storia.
Lui l'ho sempre tenuto sul piedistallo, un tipo tranquillo, lavoratore, usciva solo con me o in coppia o con amici comuni. Io idem. Mi è sempre sembrato normale. Aveva due passioni: la musica (ma poi ha mollato il gruppo con cui suonava) e fumare. Tanto. Un aspetto al quale da "giovane" non davo troppa importanza, perchè lo facevano tutti, così come bere.
Dopo un anno di convivenza lui ha iniziato ad avere attacchi di panico. Terapia e attacchi di panico praticamente spariti. Il vizio del fumo non l'ha però mai accantonato. Io negli anni mi sono trasformata in confidente, motivatore, crocerossina, senza accorgermi che, piano piano, qualcosa stava cambiando. Cercavo di far star bene lui, e affossavo me.
Lui non è mai stato un tipo passionale. La prima mossa la facevo sempre io. Lui spesso diceva che era stanco, che non era il momento (figurati tu, una ragazza che esce da una vasca da bagno e ti si presenta solo con un accappatoio...e non sono un cesso, dico. Se non è quello il momento, quando?) Dovevo provarci insistentemente per arrivare al dunque. Fallo una volta, due, tre e piano piano comincia a elaborare (con estrema lentezza mia) che forse non gli piaci, che c'è qualcosa che non va.
Fatto sta che dopo nata nostra figlia, 4 anni fa, lui si rinchiude sempre di più dentro sè stesso. Diventiamo quasi separati in casa, lui con problemi di lavoro (diceva), io con la piccola da crescere (me ne occupavo al 99%), un lavoro da portare avanti e tanti dubbi sulla coppia. Sesso non pervenuto per quasi un anno dopo il parto. Io non lo cercavo, lui non mi cercava.
Nei primi due anni avremo fatto sesso io credo 3 o 4 volte. Non passavamo serate insieme, portavo la piccola a dormire e restavo lì, tanto non aveva senso tornare in sala a vederlo rimuginare o lamentarsi su qualcosa.
Poi, un bel pomeriggio di marzo del 2012, mazzata. Scopro nello sgabuzzino uno scatolone di legno contenente riviste porno, dvd, numeri di varie puttane telefoniche con tanto di dettagli, appunti. Mi è crollato il mondo addosso, non potevo credere ai miei occhi. Avevo con me la bambina, e indossavo una tuta. Sono salita in casa, ho buttato via la tuta, ho preso la bici e la bambina e sono uscita. Non potevo stare lì. Ho chiamato mia madre, che è una persona speciale, e le ho raccontato tutto. Non sapeva neppure lei che dirmi. Mi ha ascoltata e ancora mi ascolta, sempre. E'il mio unico appoggio.
Quando torna a casa mi dice che preferisce scrivermi una lettera in cui, parole sue "mi racconta quanto fa schifo". E scopro che la cosa delle riviste, dei sexy shop frequentati quando pensavo fosse a lavoro il sabato, delle puttane telefoniche (giura e spergiura di non esserci mai andato di persona, io non so a cosa credere) va avanti "parallelamente alla nostra storia...da anni".
Io da lì cambio. Via le tute, via tutto. Da un giorno per l'altro tacchi, trucco, sempre, anche solo per fare la spesa. Lui mi chiede di iniziare terapia di coppia. Acconsento, a patto che sia una cosa seria. Inizia la terapia, dolorosa. Passano i mesi, e ricominciamo ad avere qualche rapporto sporadico in estate. I nostri rapporti erano tipo una volta al mese, o due.
A settembre di quest'anno, non so cos'ho nasato nell'aria...lo becco di nuovo. Una pila di giornali nascosta in macchina. Era come se qualcosa mi dicesse "vai a vedere lì" e infatti.
Io da quel giorno ho mollato. Ho mollato me stessa, ho alzato bandiera bianca. Ho capito che forse, nonostante la terapia, non ce n'è. La terapeuta mi dice che queste cose richiedono tempo, ma io non so dove sto andando e cosa devo fare. Sono arrivata allo Xanax e alla serotonina certamente per quanto mi sono sempre spremuta lavorativamente, ma credo che questa botta abbia influito non poco. Ho un'autostima non pervenuta e non mi interessa più nulla di curarmi. A che pro? Per chi?
E'sempre di pessimo umore, trascurato, si lamenta se gli dico di farsi una doccia, incolpa tutto e tutti per le sfighe che ha, per il tempo che non lo lascia lavorare (è un artigiano, lavora nei cantieri e con la pioggia non puoi fare molto)...e due notti fa è esploso dicendomi che sta per scoppiare, anzi, è già scoppiato, e che l'unica cosa bella che ha fatto per sè ultimamente è stato fumare con un cazzone che frequentava una vita fa. Ovviamente rinfacciamenti vari sul mio stato di salute, sul fatto che se sto male io allora tutti girano intorno a me (in realtà sono in pianta stabile dai miei e continuo a lavorare da casa), che non ha abbastanza soldi. Un delirio. Io sto bene solo dai miei, con mia figlia. Sono sicura, è un ambiente buono anche per lei, mi sento meno in colpa a stare come sto.
Io non so che fare. Sono asciugata. Sono 2 anni che cerco di migliorarmi, e ora non so più dove andare.
Questa è la mia storia.