
SINOSSI
Questa storia, che non parla di principi azzurri e principesse, inizia in Spagna molti anni fa, quando la tv era ancora in bianco e nero, le bambine ballavano con l'hula-hoop e bastava uscire a mangiare un panino per vivere una grande avventura. Un giorno, a scuola, Lucía conosce Eva. Spavalda, coraggiosa e indomita come i suoi capelli la prima. Timida, riflessiva e avida divoratrice di fagiolini crudi la seconda. Hanno entrambe solo sette anni, ma fin dal primo momento diventano amiche per la pelle. Condivideranno sogni, segreti sussurrati all'orecchio perché il ragazzino accanto non senta che si parla di lui, conquiste e delusioni, in un rapporto fatto di complicità e mille risate, tanto travolgenti e rumorose da attirare sempre i rimproveri degli adulti. Finché un litigio le separerà. Anni dopo il caso le fa ritrovare all'aeroporto di Madrid. Lucía, single, è il perfetto prototipo della manager in carriera. Eva, dopo aver rinunciato al teatro per dedicarsi alla famiglia, si barcamena tra la fine del suo matrimonio e la figlia Lola, una piccola pirata di cinque anni. Nonostante i vecchi conflitti, l'amicizia di un tempo è ancora viva, come e più di prima. Ma Lucía non può immaginare che Eva sta per chiederle il favore più importante della sua esistenza. Una storia che ci ricorda che esistono legami unici e speciali che nemmeno il tempo e la distanza riescono a intaccare.
COMMENTO
Ho letto questo libro in un giorno solo, rispettando la mia media di 80 pagine/ora.
Dopo 120 ero decisa a cancellarlo dal reader.
Alla 130 sono venuta a patti col fatto che avrei continuato a leggere.
A 240 piangevo.
Se queste cose, per voi, significano che mi è piaciuto, allora forse mi è piaciuto.
Eppure posso dire che no, non mi è piaciuto.
Lo stile di scrittura non si attaglia con i miei gusti.
La trama ha qualcosa di tremendamente scontato, e pur non essendo io una cima, avevo capito come sarebbe andata a finire (male) ben prima che i segnali ci fossero.
Ho trovato i personaggi assolutamente antipatici, i balzelli dal passato al presente poco chiari e confusivi.
MA.
Ha alcune frasi molto belle, alcune considerazioni davvero giuste e commoventi, alcuni dialoghi meno scontati di altri.
Lo stile spagnolo non fa per me, tanto che ho recensito negativamente ogni libro spagnolo passato tra le mie mani.
Dall'acclamato Zafon (uff) alla miracolata e svenevole Sanchez (nonneparliamo).
E' una recensione un tantino strana, vero?
Mi spiace.
Ma in tutta onestà non so dire se mi sia piaciuto o meno. Immagino di potergli dare un sei politico, come si usa dire in ambito scolastico.
Cancellato dal reader senza nessuna pietà.