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Tu, io e la vita degli altri

Posted: Tue Oct 14, 2014 6:12 pm
by caterina
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Vincent Maston[/center]

SINOSSI
A volte vorresti ribaltare il mondo. Spaccarlo, spegnerlo o incendiarlo. Vorresti urlare e invece taci, anche quando la vita è così ingiusta e stupida da far male. Eppure ci sono dei momenti in cui quella stessa vita offre inaspettatamente un piccolo, temporaneo sollievo. Apre uno squarcio, e le tue azioni diventano atti di giustizia. Laggiù punisci i prepotenti, gli indifferenti, i maleducati. Come un eroe invisibile.
Germain vive in due mondi, con dolorosa intensità: in uno è un bravo ragazzo, serio e lavoratore, appassionato di musica, un po’ troppo introverso per colpa di una grave balbuzie che lo affligge dalla nascita, perfino innamorato; nell’altro, che assume le dimensioni tentacolari della metropolitana cittadina, si trasforma, giocando d'azzardo sul limite invisibile tra bene e male. Fino al giorno in cui incontra una ragazza che fa esattamente come lui... e all’improvviso, Germain è costretto a cambiare le regole del gioco.
Io, te e la vita degli altri è un romanzo sulla forza delle intenzioni e sul potere della volontà; un inno alle piccole azioni che stravolgono la spietatezza e l’indifferenza del mondo. Un sorriso che nasce dall’amarezza e che trasforma in bene tutto ciò che incontra.

COMMENTO
Non mi ha detto assolutamente niente, questo breve romanzo.
Niente mi ha detto il protagonista, niente i comprimari, niente lo stile utilizzato.
Mi ha detto qualcosa questa Parigi sotterranea, le ambientazioni vagamente alla Sin City, il vago sentore rock ma... mi spiace, nulla di più.
Dei trentenni frustrati e malati che si divertono a spintonare o fare inciampare persone sulla metropolitana? Ma cos'è?
Decisamente no.
La mania del parigino sta dilagando un pochino troppo nelle librerie, e ogni scusa è buona per parlare di Francia o di Parigi.
Buon per i francesi, ovviamente, ma sarebbe anche ora di farla finita.
Lo stile francese è spiccatissimo e questa volta non incontra i miei gusti.
Il protagonista passa un po' troppo velocemente dall'essere cacciatore al sentirsi preda.
Il ritmo è lento senza dire niente di interessante, niente che valga la pena sentirsi dire.
Verso la fine, il romanzo si fa appena appena più attraente, il ritmo accelera e qualcosa succede.
E si tira un piiiiiiccolo sospiro di sollievo.
Detto tutto questo: non vi sto consigliando di non leggerlo, non sia mai. Vi sto dicendo, anzi, di farlo. Sono davvero curiosa di sapere se le mie impressioni sono condivise o meno.
Di solito questo è un tipo di libro che piace, a dire la verità.
Di solito è un tipo di libro che piace a me, per essere ancora più precisi.
Devo ancora riuscire ad afferrare COSA mi abbia disturbato così tanto.
E' una questione morale? Una questione stilistica?
Cosa mi ha fatto annoiare così?
Io credo che la "questione morale" sia l'elemento principale.