Una notte ho sognato che parlavi

Gli svaghi delle Noimamme

Moderators: zizzia, Nat, nene70

User avatar
caterina
Ambasciatore
Ambasciatore
Posts: 17805
Joined: Fri Feb 22, 2008 10:55 am
Contact:

Una notte ho sognato che parlavi

Post by caterina »

Image

SINOSSI
Queste pagine narrano la storia quotidianamente e banalmente vera di Tommy, un simpatico e riccioluto adolescente autistico. Ci parlano del suo straordinario rapporto con il padre, Gianluca Nicoletti. Ci raccontano di un bambino che a tre anni era sorprendentemente buono e silenzioso - forse per fino troppo - e di suo padre che, quando un neuropsichiatra sentenziò: «Suo figlio è attratto più dagli oggetti che dalle persone», non trovò tutto ciò affatto strano. Ma poi , con l'adolescenza, le cose in famiglia all'improvviso cambiano: quel bambino taciturno diventa un gigante forzuto, talvolta aggressivo, spesso incontrollabile, e Gianluca, chiamato in causa dalla moglie sconfortata, si scopre un genitore felicemente indispensabile...
Una notte ho sognato che parlavi è un memoir ironico e toccante, talvolta struggente, spesso allegro, il racconto dolceamaro, franco e disincantato, di un piccolo universo quotidiano in cui si affronta con grande coraggio una patologia oggi diffusissima, troppo spesso rappresentata in modo fantasioso e iperbolico.

COMMENTO
Solo ora, al termine della lettura del romanzo, ho digitato su google il nome dell'autore.
Solo ora mi rendo conto di conoscerlo benissimo, di averlo visto in televisione e probabilmente anche ascoltato la sua voce per radio.
Leggendo la sinossi di questo libro non può che venire in mente - in automatico - il famoso caso editoriale (ma non solo, anche radiofonico e televisivo) de Se ti abbraccio non aver paura, scritto da Fulvio Ervas.
Ervas si fa penna e foglio per raccontare l'incredibile e straordinaria vita (quasi) comune di un papà e del suo figlio autistico.
Per inciso, se non lo avete ancora letto (ma non credo, suvvia!) vi consiglio caldamente di farlo.
Quindi, dicevo, si pensa di avere tra le mani qualcosa di similare; un altro padre molto in gamba e un altro figlio diversamente abile.
Sì, ma anche no.
Questo è un libro che parla di paternità e di disabilità ma il tono (i toni) sono molto diversi.
Ervas (che ha scritto comunque sulla base dei racconti di Franco, il padre di Andrea) ha scelto un tono molto dolce, lieve, sereno e tranquillo. In effetti nelle comparsate televisive si è potuto notare quanto sia "scanzonato" il Sig. Franco, un tantino fricchettone, molto libero in tutti i sensi.
Sorride, ride, ha questo figlio molto molto bello e molto molto grande, ha fatto un viaggio incredibile in motocicletta negli USA con lui, è diventato un vero personaggio.
Nicoletti, che è famoso di suo, cala la maschera.
Il linguaggio è il più delle volte scurrile, molto colloquiale. Non ha remore nel definire suo figlio uno spaccamaroni, non ha remore nel dire che si sente incastrato, non ha remore nel dire che se la sua famiglia è ancora unita è perché di fatto sua moglie non si occupa più del figlio (dunque deve pensarci lui). Lucidamente cinico.
Ci parla di medici, istituzioni, scuole, servizi sociali, amici e gente dello spettacolo.
Punta il dito verso una società non benigna ma volutamente maligna, intrisa di burocrazie e perversità. Una società che finge aiuto ma che in realtà non fa che mettere bastoni tra ruote già molto logorate. Meccanismi che si sbloccano solo dopo aver fatto presente che lui è tal dei tali, uno che parla in radio e in televisione. Schifo italico, insomma.
Ci parla di famiglia, di sesso e di amore.
Il più delle volte fa proprio ridere di gusto, usa termini bellissimi, è uno che la penna la sa muovere sul foglio, per intenderci. Quindi al di là del tema trattato leggerlo è proprio uno spasso, è proprio bello, è proprio coinvolgente.
Poi, sul finale, ci parla di futuro. Che è poi quello che spaventa tutti noi genitori. Cosa succederà ai nostri figli quando non ci saremo più? Ma per questi genitori la domanda è urgente, pulsante, terrifica. Cosa ne sarà di loro, nemmeno capaci di chiedere aiuto, allacciarsi una scarpa o avere una relazione affettiva?
E allora Nicoletti sogna di una Insettopia, una città dentro la città a misura di autistici. Sogna con noi, e ci sentiamo onorati e anche commossi quando lui stesso ammette che no, non se ne farà mai niente. Che sono solo sogni.
E' un libro breve, si legge in trequattro ore e ve lo consiglio tanto.
Image

[b]"Non ci sono estranei, qui. Solo amici che non abbiamo ancora incontrato" (Yeats)

Sto leggendo: Il circo dei vampiri
Anto 59
Utente Vip
Utente Vip
Posts: 483
Joined: Tue Mar 01, 2011 6:59 pm

Re: Una notte ho sognato che parlavi

Post by Anto 59 »

L'ho letto tempo fa e ho appena finito il secondo libro dello stesso autore''Alla fine qualcosa ci inventeremo'' sicuramente rispetto ai libri di Ervas e più da ''pugno allo stomaco'',più crudo e anche secondo me meno edulcorato perchè la vita con delle persone con autismo ,non è sicuramente una vita facile,come lo è anche per altre disabilità.Il pensiero suo e sentito anche da me in quanto genitore di un ragazzo con disabilità è ''cosa succederà quando noi non ci saremo più?'',pensiero che ti toglie il respiro,ti lascia senza risposte.
Finchè sono bambini sono tollerati,a volte inclusi con gli altri ma quando crescono diventano sempre più difficili e ''scomodi'',dopo le scuole superirori c'è il vuoto e soprattutto per le persone con autismo non ci sono interventi di presa in carico dopo la maggiore età,insomma un panorama non prorio edificante,però la nascita di un figlio con disabilità ti fa incontrare una parte di mondo sempre esistita e mai presa in considerazione,ti porta a vedere le cose sotto un altra prospettiva,aiuta a godere delle piccole cose,insieme alla fatica di aiutare il proprio figlio a crescere .
User avatar
caterina
Ambasciatore
Ambasciatore
Posts: 17805
Joined: Fri Feb 22, 2008 10:55 am
Contact:

Re: Una notte ho sognato che parlavi

Post by caterina »

Decisamente meno edulcorato!
Quello che mi ha stupito è che ancora una volta una famiglia spaccata.
Anche lui vive in una casa diversa, almeno di sera, per scrivere.
Proprio come il padre di Andrea, Franco.
Image

[b]"Non ci sono estranei, qui. Solo amici che non abbiamo ancora incontrato" (Yeats)

Sto leggendo: Il circo dei vampiri
Locked