Affido ed'emergenza
Posted: Tue Dec 01, 2015 5:52 pm
Una forma particolare di affido,
un'intervista del corriere del veneto
http://corrieredelveneto.corriere.it/ve ... 5400.shtml
Vocazione «mamma a tempo»
Laura, l’angelo dei bambini
Né affido, né adozione e solo piccini con famiglie difficili. «Li rendo felici»
di Francesca Visentin
VERONA Una mamma «a tempo ». Il tempo stabilito da Tribunale dei Minori e dai Servizi Sociali. Due mesi, quattro mesi, poi basta. Il piccolino viene portato via, dato in adozione, affidato a un’altra famiglia, o riconsegnato a genitori problematici, che nel frattempo si sono rimessi in riga. Lei, la «mamma a tempo», sigilla lo strazio della separazione e si dedica a un altro piccino. Laura Bernardelli, 41 anni, di Valeggio, ha scelto la più disinteressata e totale forma d’amore che esiste: occuparsi di un bambino per un breve periodo, accudirlo, renderlo felice. E poi guardarlo andarsene per sempre, senza nulla pretendere. È la «pronta accoglienza», né un’adozione, ne’ un affido, ma una forma di famiglia temporanea per bimbi in difficoltà, che invece di restare parcheggiati negli istituti possono così vivere il calore di veri genitori, anche se per brevissimo tempo. Massimo due mesi, in teoria. Ma i piccini da Laura e dal marito Antonio Ciresa, idraulico, sono rimasti anche fino a otto mesi. Chi glielo fa fare di vivere ogni volta lo strappo della separazione da bambini che sono come figli e poi ricominciare?
L’amore, puro e totale. «Spero di dare loro un po’ di pace e serenità -racconta Laura - vengono tutti da storie drammatiche, se riesco a regalare anche solo un po’ di tranquillità, sono felice». Laura Berardinelli quando ha deciso con il marito di intraprendere questo percorso, pensava di accogliere bambini fino ai 10 anni, ma la forte empatia con i neonati, li ha subito trasformati per i Servizi Sociali nella «coppia dei piccoli»: da loro arrivano solo neonati o bimbi di 3 anni al massimo. Laura e Antonio hanno già due figli biologici, Davide 15 anni e Yuri 13. Il desiderio di adottare un bambino li ha portati a contattare i Servizi Sociali dell’Usl 22, che ha proposto loro questa nuova forma di accudimento a tempo. Laura poteva già contare sull’esperienza di un Nido familiare, che aveva aperto per qualche anno. Così hanno provato. E ora accolgono un piccolo dietro l’altro, a volte anche due in contemporanea, nel caso di fratelli.
«Siamo preparati al fatto che se ne andranno, cerchiamo di non dimenticarlo mai. Ma lasciarli è sempre un grande dolore. Cerchiamo però attraverso le assistenti sociali di informarci sempre di come stanno e se le cose procedono bene». C’è una storia in particolare che ha segnato di più mamma Laura? «Sono tutti casi drammatici, a volte piccoli anche in pericolo di vita, che devono essere immediatamente allontanati dalla famiglia di origine perché non è in grado di occuparsene o perché è dipendente da alcol o droghe e costituisce una minaccia per i figli». L’Usl in cambio dà un piccolo rimborso- spese per il periodo di permanenza dei bambini dalla «mamma a tempo«, ma vestiti, giochi e altro sono tutti a carico di Laura e del marito Antonio. «Non lo considero certo un lavoro - fa notare-, per me è davvero la gioia di fare stare bene un bambino.
La speranza è sempre che per ogni piccolino Tribunale e Servizi Sociali decidano in fretta se darlo in adozione o farlo tornare nella famiglia di origine». Mai pensato di adottare qualcuno dei piccoli che ha accudito? «Sì, ci ho pensato - dice Laura -, la difficoltà è che i bambini diventino adottabili, spesso sono percorsi molto lunghi. E si susseguono i tentativi di riportarli nella famiglia d’origine, prima di dichiarali adottabili». Un impegno molto faticoso, anche emotivamente, quello di Laura. Mai pensato di smettere? «Finché reggo continuo - fa sapere -, adesso ho 41 anni e mio marito 43, ci accorgiamo della differenza anche di resistenza fisica, rispetto a 5 anni fa. Quando sentirò di non farcela chiederò di accudire bambini più grandi»
un'intervista del corriere del veneto
http://corrieredelveneto.corriere.it/ve ... 5400.shtml
Vocazione «mamma a tempo»
Laura, l’angelo dei bambini
Né affido, né adozione e solo piccini con famiglie difficili. «Li rendo felici»
di Francesca Visentin
VERONA Una mamma «a tempo ». Il tempo stabilito da Tribunale dei Minori e dai Servizi Sociali. Due mesi, quattro mesi, poi basta. Il piccolino viene portato via, dato in adozione, affidato a un’altra famiglia, o riconsegnato a genitori problematici, che nel frattempo si sono rimessi in riga. Lei, la «mamma a tempo», sigilla lo strazio della separazione e si dedica a un altro piccino. Laura Bernardelli, 41 anni, di Valeggio, ha scelto la più disinteressata e totale forma d’amore che esiste: occuparsi di un bambino per un breve periodo, accudirlo, renderlo felice. E poi guardarlo andarsene per sempre, senza nulla pretendere. È la «pronta accoglienza», né un’adozione, ne’ un affido, ma una forma di famiglia temporanea per bimbi in difficoltà, che invece di restare parcheggiati negli istituti possono così vivere il calore di veri genitori, anche se per brevissimo tempo. Massimo due mesi, in teoria. Ma i piccini da Laura e dal marito Antonio Ciresa, idraulico, sono rimasti anche fino a otto mesi. Chi glielo fa fare di vivere ogni volta lo strappo della separazione da bambini che sono come figli e poi ricominciare?
L’amore, puro e totale. «Spero di dare loro un po’ di pace e serenità -racconta Laura - vengono tutti da storie drammatiche, se riesco a regalare anche solo un po’ di tranquillità, sono felice». Laura Berardinelli quando ha deciso con il marito di intraprendere questo percorso, pensava di accogliere bambini fino ai 10 anni, ma la forte empatia con i neonati, li ha subito trasformati per i Servizi Sociali nella «coppia dei piccoli»: da loro arrivano solo neonati o bimbi di 3 anni al massimo. Laura e Antonio hanno già due figli biologici, Davide 15 anni e Yuri 13. Il desiderio di adottare un bambino li ha portati a contattare i Servizi Sociali dell’Usl 22, che ha proposto loro questa nuova forma di accudimento a tempo. Laura poteva già contare sull’esperienza di un Nido familiare, che aveva aperto per qualche anno. Così hanno provato. E ora accolgono un piccolo dietro l’altro, a volte anche due in contemporanea, nel caso di fratelli.
«Siamo preparati al fatto che se ne andranno, cerchiamo di non dimenticarlo mai. Ma lasciarli è sempre un grande dolore. Cerchiamo però attraverso le assistenti sociali di informarci sempre di come stanno e se le cose procedono bene». C’è una storia in particolare che ha segnato di più mamma Laura? «Sono tutti casi drammatici, a volte piccoli anche in pericolo di vita, che devono essere immediatamente allontanati dalla famiglia di origine perché non è in grado di occuparsene o perché è dipendente da alcol o droghe e costituisce una minaccia per i figli». L’Usl in cambio dà un piccolo rimborso- spese per il periodo di permanenza dei bambini dalla «mamma a tempo«, ma vestiti, giochi e altro sono tutti a carico di Laura e del marito Antonio. «Non lo considero certo un lavoro - fa notare-, per me è davvero la gioia di fare stare bene un bambino.
La speranza è sempre che per ogni piccolino Tribunale e Servizi Sociali decidano in fretta se darlo in adozione o farlo tornare nella famiglia di origine». Mai pensato di adottare qualcuno dei piccoli che ha accudito? «Sì, ci ho pensato - dice Laura -, la difficoltà è che i bambini diventino adottabili, spesso sono percorsi molto lunghi. E si susseguono i tentativi di riportarli nella famiglia d’origine, prima di dichiarali adottabili». Un impegno molto faticoso, anche emotivamente, quello di Laura. Mai pensato di smettere? «Finché reggo continuo - fa sapere -, adesso ho 41 anni e mio marito 43, ci accorgiamo della differenza anche di resistenza fisica, rispetto a 5 anni fa. Quando sentirò di non farcela chiederò di accudire bambini più grandi»