Celiachia e situazioni sgradevoli

Una sezione per discutere delle problematiche legate all'adolescenza dei nostri eredi.
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CisePunk
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Celiachia e situazioni sgradevoli

Post by CisePunk »

Copio, dietro autorizzazione, un post pubblicato dalla mia musa cuoca celiaca. Una cosa che è successa a suo figlio per me assolutamente inconcepibile. So che qui ci sono molte insegnanti, quindi vorrei che commentassero loro perché io divento una belva feroce di fronte a queste situazioni.
E' una continua lotta per non essere discriminati, ma sembra una lotta senza possibilità di vittoria.

L'autrice del post è Stefania Oliveri, mia cara amica, che ho invitato a venire nel forum.

"Sono incavolata nera. No, sono incazzatissima e anche di più. Ditemi voi cosa fareste al posto mio.
In questo periodo una nota azienda di panettoni artigianali gira tutte le scuole per vendere i panettoni e una parte del ricavato va in beneficenza. Ovviamente chi si è occupato di beneficenza sa quanto è la parte che va in beneficenza, ma va bene, non è questo il problema.
Così in classe da mio figlio hanno deciso di comprarne uno e di mangiarlo tutti insieme l'ultimo giorno di scuola, per festeggiare. Spesa a ragazzino 70 centesimi.
Per la prima volta mio figlio, ha deciso di far presente che lui non potrà mangiarlo essendo celiaco e non voleva contribuire alla spesa.
Ovviamente i ragazzini hanno cercato di fargli pagare i 70 centesimi, ma essendo ragazzini ci sta che non si rendano conto della situazione.
Così hanno interpellato la professoressa che ha detto a mio figlio di pagare i 70 centesimi, che tanto vanno in beneficenza e che il giorno della festa si assenti così non vede gli altri mangiare...
Ma sono solo io che vedo in questa situazione una cosa gravissima???
Cioè ha mortificato mio figlio di fronte a tutta la classe per una cosa che lui non può fare, non ha visto il suo gesto come un atto coraggioso di ammettere la propria condizione di malato (migliaia di celiaci si vergogna del fatto di essere celiaci e lo sentono e lo vivono come una colpa) e l'ho umiliato costringendolo non solo a pagare, ma presentandolo come pidocchioso e capriccioso di fronte a tutti.
Non dico che la soluzione fosse di non far mangiare a tutti il panettone, ma poteva essere una lezione per tutti dire a mio figlio di pagare e interessarsi comunque a trovare una soluzione per far mangiare anche lui.
Cosa avrebbero pensato 20 ragazzi di pagare 70 centesimi e regalare il panettone a qualcuno bisognoso ( e a Palermo ne abbiamo a bizzeffe) e fare vera beneficenza e restare a bocca asciutta? E comunque cosa erano 70 centesimi divisi per 20 ragazzi, accogliendo la richiesta, non un capriccio, di non condivisione del panettone che non può mangiare??? Quanti occasioni mio figlio ha per fare beneficenza senza che questo lo costringa a sentirsi escluso???
Ora lo so che ci saranno un sacco di persone che mi diranno che il problema di mio figlio non è grave come avere una di quelle malattie per cui si muore, ma vi assicuro che ringrazio Dio ogni giorno per questo, ma non per questo tutto è facile e ogni santo giorno essere costretti a subire l'esclusione non è facile per nessuno e men che mai per un adolescente!!!"

A voi la risposta.
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Cosetta
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Re: Celiachia e situazioni sgradevoli

Post by Cosetta »

A dire il vero non mi piace né come si è posto lui né come ha "risolto" lei, e nemmeno dare alla cosa troppa importanza. A volte in classe ti trovi in situazioni che non ti aspettavi e può capitare anche di sbagliare e di scontentare qualcuno cercando di accontentare qualcun'altro! Forse è lui che ha detto di non voler vedere gli altri mangiare e lei gli ha risposto che avrebbe potuto uscire. Del resto ormai gli altri avevano in mente di mangiarsi il panettone, e non vileva deluderli... che poi non sia una gran beneficenza ok... Ma può essere un inizio, far conoscere l'associazione, l'esistenza di queste iniziative, anche alle famiglie.
Io penso che avrei portato qualcosa anche per lui ma non siamo tutti uguali...
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CisePunk
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Re: Celiachia e situazioni sgradevoli

Post by CisePunk »

Io mi sento in difficoltà. Spesso ci sentiamo denigrati, esiliati, fuori posto in mezzo alle persone "normali".
Ma io ho 42 anni.
Penso se dovessero diagnosticare lo stesso problema a uno dei miei figli (che comunque a breve faranno anche loro il test, anche se nessuno ha mostrato problemi significativi).
Non so... mi dispiacerebbe moltissimo vederli sentire esclusi in certe situazioni.
Penso che di certo andrei a parlare con l'insegnante per sensibilizzarla al problema.
Perché per noi è un problema. E nemmeno da poco.
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