Le maestre dell'asilo di Giacomo hanno chiesto un contributo di 6 euro per l'acquisto di un libro di religione (per i bambini di 3 anni. Sono 7 euro per i bambini di 4 anni e 7.50 per i bambini di 5), perchè non ho capito quante volte a settimana e per quanto tempo verrà un'insegnante di religione e farà lezione con i bambini.
Mio marito e io, essendo in fondo cattolici (vabbè, leggermente a modo nostro, ma lo siamo) non abbiamo nulla in contrario. Però mi sono chiesta: e i figli dei non cattolici? In questo paese ho notato che ci sono alcune famiglie musulmane, quanto provenienti da paesi in cui si pratica l'islamismo, poi non so se sono credenti e praticanti; tra cui una signora che incontro spessissimo al parco, dal pediatra, per strada, che ha tre bambine di cui almeno due in età da asilo. Credo sia praticante, poichè gira sempre con il velo in testa, in ogni caso non penso sia cattolica. Inoltre immagino ci siano anche famiglie atee, che magari non hanno intenzione di dare un'educazione cattolica ai figli, potrebbero esserci famiglie ebree, o buddiste o che so io.
Quindi cosa accade ai figli di queste famiglie durante l'ora di religione? Si, è vero, in ogni classe ci sono due maestre per cui almeno una delle due potrebbe occuparsi dei bambini che non seguono l'insegnante di religione. Ma questi bambini non potrebbero sentirsi emarginati, diversi?