Non mi preoccupo. Intanto, all'occorrenza, ho l'amica logopedista

Certo che, ridendo, mi dico che i bambini hanno un talento speciale nel puntare le debolezze dei genitori e decidere, tanto per spassarsela, di essere carenti proprio in quel campo.
Infatti io sono un'amante delle parole indifferente all'azione, e mi ritrovo un vandalo ostile ai libri per figlio maggiore e un esploratore muto per figlio minore ahahahaha!
Questa la premessa.
Conseguenza: l'empatia che funzionava col neonato ora mi difetta, e spesso non traduco correttamente la sua volontà espressa in grugniti da australopiteco

Episodio emblematico: da qualche giorno io e Federico ci davamo alla tragedia greca, con lui trascinato via urlante, perchè dopo aver parcheggiato l'auto e avergli fatto abbassare la porta basculante del box osavo pretendere che si andasse a casa.
Urla oggi. Urla domani.
Finalmente... l'illuminazione.
Lascio che Federico, con estrema fatica, oltre ad abbassare la porta la chiuda completamente. Io mi occupo solo della maniglia, che non è alla sua portata.
Ed ecco... la pace. Fine della tragedia.
Voleva fare da solo.
Tutto soddisfatto, trotterella verso casa sorridendo.
Morale:
1) Non avevo capito un tubo del suo desiderio;
2) Avrei dovuto, perché Federico è un animo indipendente, pacato ma deciso.
A questo non so quando riuscirò ad abituarmi. E' diversissimo da suo fratello, vulcanico ma bisognoso di conferme e di un cordone ombelicale virtuale più forte. E' colpa mia: tendo ad interpretare i comportamenti del secondo bimbo usando le categorie tipiche del rapporto col primo.
Migliorerò.
Per ora contemplo.
Contemplo il mio Federico ometto silenzioso e intraprendente.
Un ometto tutto suo.