storia di un segreto
Posted: Fri Apr 11, 2008 4:00 pm
Non voglio sapere se siete a favore o contro questo accorglimento e tantomeno sapere che contraccezione usate. Vorrei solo riportare un’esperienza che purtroppo mi porto dentro e che NON HO MAI RACCONTATO A NESSUNO in vita mia: ho un deficit di coagulazione quindi mi è interdetta la pillola; non sopporto l’idea di andare in giro con un “coso” cacciato dentro di me quali spirali o diaframmi (limitazione mentale e mi fanno senso) e non volendomi più sentire l’unica responsabile del controllo nascite in famiglia, io e mio marito ci siamo indirizzati verso il preservativo. Una malaugurata sera ci si è rotto e da lì è iniziata una notte di panico. Sapevo che non sarebbe potuto succedere nulla poiché ero al primo giorno del ciclo ma ritenevamo (e lo riteniamo tutt’ora) che la ns famiglia così come’è è al completo. Ho passato la mattina seguente in ansia e piena di preoccupazione fino a che mi decisi a fare una piccola indagine su internet sulla “pillola del giorno dopo”. In pratica telefonai ad un CED e mi ci catapultai nel pomeriggio, spiegai la situazione (deficit di coagulazione compreso) e senza battere ciglio mi piazzarono in mano una bella ricetta con il nome della pastiglia da prendere. Uscita dall’ambulatorio andai nella farmacia adiacente, presi la confezione, entrai in un bar e presi una bottiglietta d’acqua e mentre mi incamminavo verso la metropolitana trangugiando la pastiglia. Arrivata a casa dissi a mio marito di aver fatto una cosa semplicissia, tipo passeggiata di salute.
Ecco, non sono mai riuscita a dirgli in realtà che cosa era successo inoltre: l’infermiera (che forse era una semplice segretaria), mi propose di prendere appuntamento con un ginecologo del centro perché IO ero un caso per cui avrei potuto chiedere ed ottenere la chiusura delle tube oppure mio marito avrebbe potuto fare la castrazione (non ricordo il termine tecnico). Ringraziai e dissi che sareri tornata con mio marito per approfondire l’argomento. Ora io mi domando, e vorrei urlare questa cosa: sono meglio due genitori IMPRODUTTIVI o prendere in caso di estrema necessità un farmaco che in realtà null’altro che fa se non inibire l’ovulazione futura o bloccare quella eventualmente presente? Non sono un medico ma una semplice impiegata e mi scuso se qualche termine non è appropriato o se mai potrò urtare la suscettibilità di qualcuna ma io mi sono sentita umiliata, svilita, cavia da laboratorio, donna del terzomondo, insomma, una situazione talmente tanto becera che ho preferito dimentare. Oggi però mi è tornanta in mente, non so perché, e ho voluto liberarmi da questa cosa che mi porto dietro da anni. Ho detto che io voglio essere consapevole delle mie gravidanze, è una cosa così terribile? Magari tra un po’ ci scatterà la necessità di fare un terzo figlio, io e mio marito ci potremmo separare e ognuno per conto suo ricostruirci una vita e una famiglia con nuovi compagni, uno dei miei figli potrebbe avere bisogno di midollo spinale e l’altro fratello non è compatibile e per tentare tutte le strade tenteremmo anche quella del fratellino “salva vita”, sono solo esempi ed estremizzazioni o fantascienza…aiutatemi a capire. Grazie.
Ecco, non sono mai riuscita a dirgli in realtà che cosa era successo inoltre: l’infermiera (che forse era una semplice segretaria), mi propose di prendere appuntamento con un ginecologo del centro perché IO ero un caso per cui avrei potuto chiedere ed ottenere la chiusura delle tube oppure mio marito avrebbe potuto fare la castrazione (non ricordo il termine tecnico). Ringraziai e dissi che sareri tornata con mio marito per approfondire l’argomento. Ora io mi domando, e vorrei urlare questa cosa: sono meglio due genitori IMPRODUTTIVI o prendere in caso di estrema necessità un farmaco che in realtà null’altro che fa se non inibire l’ovulazione futura o bloccare quella eventualmente presente? Non sono un medico ma una semplice impiegata e mi scuso se qualche termine non è appropriato o se mai potrò urtare la suscettibilità di qualcuna ma io mi sono sentita umiliata, svilita, cavia da laboratorio, donna del terzomondo, insomma, una situazione talmente tanto becera che ho preferito dimentare. Oggi però mi è tornanta in mente, non so perché, e ho voluto liberarmi da questa cosa che mi porto dietro da anni. Ho detto che io voglio essere consapevole delle mie gravidanze, è una cosa così terribile? Magari tra un po’ ci scatterà la necessità di fare un terzo figlio, io e mio marito ci potremmo separare e ognuno per conto suo ricostruirci una vita e una famiglia con nuovi compagni, uno dei miei figli potrebbe avere bisogno di midollo spinale e l’altro fratello non è compatibile e per tentare tutte le strade tenteremmo anche quella del fratellino “salva vita”, sono solo esempi ed estremizzazioni o fantascienza…aiutatemi a capire. Grazie.