Racconto di un dolore
Posted: Mon Jun 09, 2008 10:32 am
Scrivo qui perchè è un argomento delicato e vibrante che non mi va di gridare in Piazetta; perchè è una cosa che esula dalla maternità, ma che tocca corde altrettanto intime.
Il 2 giugno è morto il mio ex editore.
Una persona che io ho molto amato.
Il funerale è stato il momento doloroso più "bello " della mia vita.
La chiesa era gremita e il fatto che lui avesse 5 figli (la più piccola ha 10 anni circa) ha fatto si che fosse piena di ragazzi.
Io ai funerali mi sento sempre male per cui Simone è venuto con me.
Finita la funzione, mi sono avvicinata alla moglie, convinta di doverle ricordare chi fossi (non la vedevo da 9 anni).
Invece, mi ha buttato le braccia al collo, viso pesto, occhi cerchiati e 4 figli stretti attorno.
Accarezzandomi il viso mi ha detto: scommetto che hai dei figli.
Si, due piccoli.
Lo sapevo, ne ero certa che ne avresti fatti presto.
E' stato un momento indimenticabile.
Tornata a casa ho sentito, per la prima volta in vita mia, l'esigenza di scrivere ad un giornale.
_______
E così te ne sei andato. All’improvviso.
Ci siamo conosciuti nove anni fa. Io ero laureata da un mese.
Non avevo mai lavorato in una casa editrice, ma era il mio sogno da sempre.
Ho fatto il colloquio con te e non prima di avermi chiesto il segno zodiacale hai concluso: “puoi iniziare domani”.
E così iniziai, buttata in una redazione che aveva la testata in chiusura.
Dieci giorni dopo, il tempo di renderti conto delle mie inclinazioni e passioni, ed ero accanto alla tua meravigliosa moglie, a redigere Dolci, la rivista su cui mi sono fatta le ossa.
Celestino, mi hai insegnato un mestiere, ma soprattutto, attraverso la tua passione, hai coltivato e dato voce anche alla mia.
Sei stato un uomo capace di ascoltare le passioni degli sconosciuti, le coltivavi e attribuivi loro fiducia.
La tua unicità stava proprio in questa inclinazione alla fiducia nelle passioni degli sconosciuti. Non ho mai più incontrato una persona con questo dono.
Dopo il dramma del fallimento della Zanfi Editori, nonostante ti conoscessi da 2 mesi, decisi, assieme ad altri 4 “stupidi” -direbbe qualcuno- di rimanerti accanto e di ricominciare assieme a te un’altra avventura durata 2 anni. Gli anni più belli della mia vita.
La tua ironia, la tua dedizione, la tua passione per le passioni, il tuo amore per l’altro hanno segnato la mia via, come un guardrail di cui, oggi più che mai, intravedo l’indistruttibilità.
Perché i valori, quelli veri, quelli che hai fatto tuoi, oggi, grazie anche a te, sono anche i miei.
E ieri, quando al funerale il prete ha parlato dei “traditori” io, per la prima volta in vita mia, non mi sono sentita piccola davanti ad una bara, ma fiera di poter stare ai piedi dell’altare con la testa alta per averti molto amato.
Se un Paradiso esiste, già avrai per le mani il “timone” di Angeli, la tua nuova testata che finalmente potrai godere appieno.
Buon viaggio, Celestino.
Silvia
_____________
L'ho scritta di getto in 5 minuti.
Stamattina una mail di suo figlio:
La gioia più grande di questa vicenda è quella di essere riuscita,
per una volta, a scavalcare la mia reticenza
e a lasciar sgorgare le emozioni con violenza.
Mi sento bene.
Il 2 giugno è morto il mio ex editore.
Una persona che io ho molto amato.
Il funerale è stato il momento doloroso più "bello " della mia vita.
La chiesa era gremita e il fatto che lui avesse 5 figli (la più piccola ha 10 anni circa) ha fatto si che fosse piena di ragazzi.
Io ai funerali mi sento sempre male per cui Simone è venuto con me.
Finita la funzione, mi sono avvicinata alla moglie, convinta di doverle ricordare chi fossi (non la vedevo da 9 anni).
Invece, mi ha buttato le braccia al collo, viso pesto, occhi cerchiati e 4 figli stretti attorno.
Accarezzandomi il viso mi ha detto: scommetto che hai dei figli.
Si, due piccoli.
Lo sapevo, ne ero certa che ne avresti fatti presto.
E' stato un momento indimenticabile.
Tornata a casa ho sentito, per la prima volta in vita mia, l'esigenza di scrivere ad un giornale.
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E così te ne sei andato. All’improvviso.
Ci siamo conosciuti nove anni fa. Io ero laureata da un mese.
Non avevo mai lavorato in una casa editrice, ma era il mio sogno da sempre.
Ho fatto il colloquio con te e non prima di avermi chiesto il segno zodiacale hai concluso: “puoi iniziare domani”.
E così iniziai, buttata in una redazione che aveva la testata in chiusura.
Dieci giorni dopo, il tempo di renderti conto delle mie inclinazioni e passioni, ed ero accanto alla tua meravigliosa moglie, a redigere Dolci, la rivista su cui mi sono fatta le ossa.
Celestino, mi hai insegnato un mestiere, ma soprattutto, attraverso la tua passione, hai coltivato e dato voce anche alla mia.
Sei stato un uomo capace di ascoltare le passioni degli sconosciuti, le coltivavi e attribuivi loro fiducia.
La tua unicità stava proprio in questa inclinazione alla fiducia nelle passioni degli sconosciuti. Non ho mai più incontrato una persona con questo dono.
Dopo il dramma del fallimento della Zanfi Editori, nonostante ti conoscessi da 2 mesi, decisi, assieme ad altri 4 “stupidi” -direbbe qualcuno- di rimanerti accanto e di ricominciare assieme a te un’altra avventura durata 2 anni. Gli anni più belli della mia vita.
La tua ironia, la tua dedizione, la tua passione per le passioni, il tuo amore per l’altro hanno segnato la mia via, come un guardrail di cui, oggi più che mai, intravedo l’indistruttibilità.
Perché i valori, quelli veri, quelli che hai fatto tuoi, oggi, grazie anche a te, sono anche i miei.
E ieri, quando al funerale il prete ha parlato dei “traditori” io, per la prima volta in vita mia, non mi sono sentita piccola davanti ad una bara, ma fiera di poter stare ai piedi dell’altare con la testa alta per averti molto amato.
Se un Paradiso esiste, già avrai per le mani il “timone” di Angeli, la tua nuova testata che finalmente potrai godere appieno.
Buon viaggio, Celestino.
Silvia
_____________
L'ho scritta di getto in 5 minuti.
Stamattina una mail di suo figlio:
ciao silvia.
ho da poco letto con emozione la tua lettera, pubblicata dal Resto
del Carlino, dedicata a mio padre.
vorrei ringraziarti di cuore (e lo faccio a nome di tutta la famiglia). so bene che c'erano dei "sospesi" non risolti tra voi, ma nonostante
questo hai impartito a tutti una grande lezione di riconoscenza e
correttezza.
sono un po' orso e anche un po' stronzo, ma so riconoscere una
persona di valore e tu, senza dubbio, lo sei.
Meriti tutto il bene che hai avuto e che avrai nella tua vita.
con stima e affetto
matteo
La gioia più grande di questa vicenda è quella di essere riuscita,
per una volta, a scavalcare la mia reticenza
e a lasciar sgorgare le emozioni con violenza.
Mi sento bene.