
Ci sono dei libri che sono miei compagni da una vita, “ Se questo è un uomo “ è uno di essi.
Ho iniziato a leggerlo ancora una volta da un paio di giorni e mi sono a lungo soffermata sulla prefazione.
Desidero riportarne una parte, a mio avviso, quanto mai attuale.
“ A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che “ ogni straniero è nemico “ .
Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come un’infezione latente, si manifesta solo in atti saltuari e incoordinati, e non sta all’origine di un sistema di pensiero.
Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora, al termine della catena , sta il Lager.
Esso è il prodotto di una concezione del mondo portata alle sue conseguenze con rigorosa coerenza : finchè la concezione sussiste , le conseguenze
ci minacciano.
La storia dei campi di distruzione dovrebbe venire intesa da tutti come un sinistro segnale di pericolo.”
“ Se questo è un uomo “
Primo Levi