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Trilli wrote:Ma... è chiaro che tutte noi vediamo speciali i nostri figli, e che facciamo loro i complimenti. Ma le mamme che ho citato li vantano con gli altri genitori dicendo che sono superiori alla media, anche quando palesemente non lo sono. E questo metterli a confronto e in competizione con gli altri non mi va. Anche in classe mi irritano i genitori e gli alunni troppo competitivi!
A me fanno tenerezza, li trovo molto ingenui :D Che ci sarà mai da vantarsi per i risultati a quell'età? Aspettate che crescano ahahahhh
Ruggero ha preso dei 5 e dei 6 anche quest'anno I 5 per distrazione, i 6 perche' non aveva capito l'argomento Gli uomini competitivi sanno sempre come autogiustificarsi, papa' ha detto "non hai capito l'argomento" e ha passato un sabato e una domenica a ripassare con lui (voto successivo:10 con nota: eccezionale) *l'argomento erano le equivalenze, Ruggero ha difficolta' in genere in matematica
beh, ma così va benone direi...non solo non gli ha detto "non hai studiato" ma si è anche preoccupato di aiutarlo!
Si, in genere il marito è di una filosofia nella teoria, diverso all'atto pratico Non mi lamento alla fine, ho imparato a non volere che la pensi come me e lascio fare, e vedo che danni non ne fa!
Ruggero 8 maggio 2004,Dario 14 maggio 2007,[color=magenta]Irene 17 dicembre 2010[/color] [SIGPIC][/SIGPIC]
Quando sei nato non puoi piu' nasconderti e quando sei genitore ancora meno
Laste wrote:In particolare io odio avere aspettative per i miei figli, perché mette anche me stessa in una condizione di dover fare "il massimo" per aiutarli a realizzarle. Quindi non ne ho, anche per una sorta di auto conservazione. È difficile spiegarmi....credo di essere in linea coi tuoi deliri notturni ahahah
Io quoto questo. Non è sempre facile, io comunque considero i miei figli bravi e intelligenti ma assolutamente normali, mi rendo conto però, che ultimamente la normalità pare essere fuori moda. Si deve essere tutti eccezionali, come minimo...
quoto laste e quoto te
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Migliaia di attimi, di ore e di giorni, milioni di azioni, un' infinità di gesti, di tentativi, di sbagli, di parole e di pensieri.E tutto per fare un unico uomo al mondo. A un cerbiatto somiglia il mio amore. David Grossman.
Boh...è che io ho un'amica così...un tantinello competitiva. Ed è brutto. Lei confronta sempre tutto, nei giochi di società si incazza come una iena, nella vita di tutti i giorni vuole sempre avere ragione, non lo so...io trovo terribile la competitività. E si vede, perché io non sono arrivata (nè arriverò mai) da nessunissima parte. Ma proprio la competizione non fa per me, nè scelgo amici competitivi.
[b]"Non ci sono estranei, qui. Solo amici che non abbiamo ancora incontrato" (Yeats)
Io credo ci sia una competitività sana e una malsana. Paragonarsi sempre agli altri e voler fare meglio in ogni ambito, facendosi il sangue amaro se si resta indietro, è il malsano di cui parlo. Invece una competitività personale, per mettersi alla prova e riuscire a raggiungere gli obbiettivi che ci si prefigge, magari anche molto alti, la trovo tutta un'altra faccenda. Anche perché una certa dose di autostima probabilmente implica competitività.
Caterina wrote:Boh...è che io ho un'amica così...un tantinello competitiva. Ed è brutto. Lei confronta sempre tutto, nei giochi di società si incazza come una iena, nella vita di tutti i giorni vuole sempre avere ragione, non lo so...io trovo terribile la competitività. E si vede, perché io non sono arrivata (nè arriverò mai) da nessunissima parte. Ma proprio la competizione non fa per me, nè scelgo amici competitivi.
Cate sei terribile, ti farei delle botte di autostima a calci in chiul! Io non sono per niente competitiva, c'è chi (mia suocera, vedi un pò) dice che mi accontento, io penso invece che la mia vita mi piace così com'è e non baratterei la mia normalità con una vita di ansie e insoddisfazioni per non essere arrivata "Uno" ( chi si ricorda Gustav Thoeni?!)
Però secondo me è diversa la competitività di chi vuol sempre essere il migliore dalla serena consapevolezza del proprio valore e soddisfazione per le proprie qualità. La prima va evitata, ma la seconda invece mi piacerebbe che mia figlia la ottenesse. Io lo dico sempre, mio padre mi adorava, a volte leggevo nei suoi occhi un bene che era proprio orgoglio, quando mi guardava; e grazie a questo non mi sento mai, mai inadeguata al mondo. Il che non vuol dire che pensi di essere la migliore, o eccezionale, o stratosferica. O priva di problemi. Tutt'altro. Solo adeguata a quel che devo fare. All'altezza di quel che mi aspetta (o almeno all'altezza di provarci). Come si fa? Io l'ho ricevuto, il dono dell'autostima e di una più che sufficiente sicurezza di me... come fare a passarlo? Lo trovo così importante...
Clara è con noi dall'11/02/2013
"Io dico per te luna, io dico per te sole Io chiamo per te il mondo con le mie poche parole"
ribaltata wrote:Però secondo me è diversa la competitività di chi vuol sempre essere il migliore dalla serena consapevolezza del proprio valore e soddisfazione per le proprie qualità. La prima va evitata, ma la seconda invece mi piacerebbe che mia figlia la ottenesse. Io lo dico sempre, mio padre mi adorava, a volte leggevo nei suoi occhi un bene che era proprio orgoglio, quando mi guardava; e grazie a questo non mi sento mai, mai inadeguata al mondo. Il che non vuol dire che pensi di essere la migliore, o eccezionale, o stratosferica. O priva di problemi. Tutt'altro. Solo adeguata a quel che devo fare. All'altezza di quel che mi aspetta (o almeno all'altezza di provarci). Come si fa? Io l'ho ricevuto, il dono dell'autostima e di una più che sufficiente sicurezza di me... come fare a passarlo? Lo trovo così importante...
che bello, io penso che deve essere proprio così e si vede subito se un genitore "osanna" il figlio perchè accecato dall'amore e quello che attraverso il figlio vuole pavoneggiarsi