gelosia per il parto naturale

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Dona

Post by Dona »

Cos73 wrote:Beh siamo partiti dal paragonare il parto a una seduta in bagno per fare "quella grossa" e siamo arrivati a paragonarlo all'estrazione di un dente... quanto meno siamo salite dal basso verso l'altro ah ah ah!
Io penso che invece i condizionamenti sociali agiscano in questa cosa del "non voler provare dolore", cioè io lo capisco e sono a favorissimo dell'anestesia (beh in realtà sto facendo cure ai denti senza anestesia perchè allatto... non estrazioni però eh!) ma il parto non è una colica o un'estrazione di un dente, è tutt'altro. E' un dolore momentaneo, un dolore che finisce, un dolore finalizzato.
Cos'hai fatto quando non hai provato dolore?
cioè a posteriori,visto che il dolore comunque finisce, l'esperienza è più bella? io ho provato tutto il dolore del parto e ricordo comunque una bella esperienza. Anzi, per come sono fatta io (vedi sopra) sicuramente più bella in questo modo. Ce l'ho fatta e sono soddisfatta di me. Non ho corso rischi inutili e non ho prolungato la fase espulsiva (cosa che PUO' accadere con l'anestesia epidurale) e sono contenta di questo.
Come giustamente diceva qualcuna, con mio marito vicino.


Allora io direi che è legittimo cercare di provare meno dolore possibile.
Ognuno fa quello che le pare.
IO avrei voluto avere la possibilità di scelta.
Tu stai scegliendo di curarti i denti con o senza anestesia.
Se domani termini l'allattamento e cuoi continuare a curarti i denti con tutte le analgesie......lo puoi fare........se non vuoi.........amen.

Io non mi permetto di mettere in discussione la scelta di ognuna di noi di fare come meglio crede.
Anche perchè io non mi permetterei mai di dire a qualcuna tu DEVI fare così.
DEVi partorire con dolore.
Non mi sognerei mai neanche di suggerirle di scegliere in una o in un altra direzione.

Di conseguenza non accetto che qualcuna faccia la morale a me dicendomi : vorrei che tu scegliessi di partorire senza analgesia.

Alla domanda di Cos cos'hai fatto quando non hai provato dolore?
Mi sarei goduta mia figlia.
Avrei dato un bacio a mio marito, che per inciso è stato lì con me tutto il tempo.
Ecco cosa avrei fatto.
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MatifraSo
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Post by MatifraSo »

vavi wrote:(E' la seconda volta che leggo sminuire il sud e mi girano i coglioni.... e pensare che sono di Verona!!!)



Se ti riferisci a quello che ho scritto io,non è per sminuire il sud, ma purtroppo è quello che mi ha detto lei. E non ne è felice, di certo.

E ieri poi ho letto questo. E' un articolo di Alessandra Graziottin.

Vorrei il taglio cesareo. Questo pensano molte donne, spesso ancora prima della gravidanza, e ancor più quando si trovano ad aspettare il loro bambino. Un numero crescente, che contribuisce all'aumento progressivo di tagli cesarei nel nostro Paese, e all'aumento parallelo di Per esempio, in Italia il record di tagli cesarei spetta alla Campania, con un preoccupante 61,4\% nel 2007, secondo l'ISTAT, con un aumento del 528,2\% (!) in 20 anni, specialmente nelle case di cura private, aumento che non ha eguali in medicina. Tutto il Sud, peraltro si attesta intorno a valori medi del 50\%. C'è almeno un vantaggio in termini di salute del bambino? No, purtroppo no: la Campania anzi ha un tasso di mortalità neonatale superiore alla media nazionale: del 19,8 per mille rispetto al 17,37 per mille (Istat, 2007).Perché queste differenze? Quali sono i veri motivi per cui, soprattutto al Sud, è diventato quasi impossibile partorire in modo naturale? Più in generale, il taglio cesareo è una scelta giusta? E' davvero più sicuro rispetto al parto per via vaginale? E, all'opposto, il forzare adesso, nelle regioni del Nord Italia, la riduzione dei cesarei, obbligando al parto vaginale anche donne che dovrebbero senz'altro avere il cesareo, con gravi conseguenze sulla donna stessa e/o sul bambino, non è un errore altrettanto grave da evitare? Come scegliere allora il meglio per la donna e per il piccolo?Se ne è parlato in questi giorni a Roma, nel Corso del Congresso Nazionale della Federazione Italiana di Ostetricia e Ginecologia (Fiog), cui ho partecipato con un intervento proprio su questo tema. Sono emerse riflessioni che merita condividere, per le donne e le coppie che stanno aspettando un bimbo, oltre per le loro famiglie, per le nostre direzioni sanitarie e per tutti noi, perché i costi di salute e di vita, oltre che sanitari, pesano poi su tutti.

Innanzitutto: perché si fa un taglio cesareo? Sostanzialmente: a) per urgenza durante il travaglio, quando compare una sofferenza fetale acuta e/o un problema materno (per esempio una crisi ipertensiva grave, o un distacco di placenta) che rendono necessaria l'estrazione urgentissima del bambino; b) per scelta, della donna o del medico: si parla allora di taglio cesareo di elezione, che per definizione avviene in assenza di indicazioni mediche e/o ostetriche.Quanti dei tagli cesarei di elezione sono davvero su richiesta della donna? Ecco il primo problema: non siamo in grado di dirlo (all'estero si parla del 6-8\%). Perché? La modalità di registrazione attuale non lo prevede. Bisognerà allora modificare (rapidamente, si spera) il Modello Nazionale di Certificato di Assistenza al Parto (CeDAP), che attualmente ha una classificazione binaria: intervento di elezione, oppure in travaglio. Per capire bene quali siano le indicazioni dovremmo modificare il CeDAP, specificando se il taglio cesareo di elezione è su indicazione materna (per scelta quindi della donna) o del medico. Inoltre bisognerebbe anche includere il taglio cesareo di urgenza fuori travaglio, anche per le notevolissime implicazioni medico legali che ha. Peccato che finora nessuno ci abbia pensato.

Perché la donna vuole sempre più il cesareo? Per due gruppi di ragioni: a) per paura, del trauma del parto, di manovre violente di cui ha sentito parlare, del taglio (episiotomia) che viene fatto per favorire l'uscita del bambino, del forcipe o della ventosa, di avere danni permanenti dei muscoli del pavimento pelvico, con successiva incontinenza o prolasso, e non ultimo, per la paura di danni irreversibili al bambino in caso di sofferenza fetale grave. Paure che nascono dall'aver già fatto o sentito esperienze negative di parto vaginale o dall'avere complicanze della gravidanza in corso;
b) per desiderio di autoprotezione di sé e del bambino, usufruendo di una modalità di parto programmata, percepita come moderna, sicura, e garantita. Il che non è: le donne hanno scarsa conoscenza dei rischi legati al cesareo, spesso visto come garanzia di salute e di esito felice per sé e per il piccolo, senza considerare che, come ogni atto chirurgico, ha rischi operatori e anestesiologici, oltre che rischi specifici per future gravidanze. Basti dire che il cesareo aumenta dell'1-4\% il rischio di una malposizione della placenta (placenta previa) e del 25\% altre patologie placentari che complicano poi notevolmente le gravidanze successive. Purtroppo, al lato opposto, esistono invece delle motivazioni materne al cesareo, presenti in circa l'1\% delle donne, che vengono spesso trascurate dai ginecologi, portando a parti vaginali difficili, sofferti e problematici: la fobia severa del parto vaginale e le situazioni, a volte associate, di ipertono, ossia di spasmo del muscolo elevatore, che chiude in basso il bacino e che dovrebbe distendersi per far uscire il bambino. Quando l'ipertono è marcato (miogeno), il rilassamento non avviene e il parto naturale pu diventare estremamente traumatico e rischioso. Quindi esagerazioni da un lato, omissioni dall'altro.La domanda cruciale è tuttavia questa: quanta della crescente richiesta della donna di fare un cesareo di elezione non è in realtà indotta dal medico? Come spiegare altrimenti il picco di cesarei al Sud e in casa di cura? Le ragioni sono definite organizzative, con picchi del 100\% (!) di cesarei in casa di cura nei week-end. In realtà esistono, e altrettanto forti, le ragioni economiche (il parto chirurgico in privato fa guadagnare molto di più) e la maggiore confidenza nella tecnologia e nella chirurgia che non nella naturalità del parto. C'è dunque in corso uno scontro titanico tra le amministrazioni del Nord che vogliono ridurre i cesarei a tutti i costi, anche quando sarebbero indicati, con il rischio che a farne le spese siano donne e bambini, e quelle del Sud, in cui, con qualche luminosa eccezione, il numero di cesarei di elezione è altissimo.

Che cosa dicono le linee guida internazionali? Che la richiesta della donna non pu essere ignorata, ma va valutata in modo analitico e assecondata se le motivazioni sono accettabili: così si esprimono le Società di Ginecologia Statunitense e Inglese, con atteggiamento più restrittivo se la donna vorrà avere altre gravidanze in futuro (per il maggior rischio di complicanze cui la espone il taglio cesareo). Nella pratica italiana, che cosa potremmo fare perché la donna possa fare un parto vaginale in piena sicurezza per sé e per il piccolo, così da ottenere una riduzione dei cesarei non decisa a tavolino, ma realizzata nel pieno rispetto della salute di donna e bambino? La risposta è pragmatica: umanizzare le sale parto, che spesso assomigliano più ad una catena di montaggio che non ad un luogo sacro, in cui nasce una vita, e dare più spazio alle ostetriche sia per una migliore preparazione al parto sia in sala parto. Questo include quel delicato lavoro di insegnare la donna a rilassarsi in modo ottimale e a imparare lo stretching che la aiuterà distendere il muscolo per far nascere al meglio il bambino, in un rapporto personale che pu calmare le sue ansie e le sue paure (come le brave ostetriche sanno fare), rispettando i tempi di un parto naturale. In un ambiente ospedaliero con medici preparati e sereni, pronti a intervenire, se serve e quando serve, così da garantire quella sicurezza di nascita che ogni coppia e ogni bambino si aspettano e meritano.Alessandra Graziottin

A me sono girate le scatole leggendo invece quello sottolineato (se ci sono riuscita). Quante donne vorrebbero (e potrebbero) partorire naturalmente e invece non gliene è data la possibilità?
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Matilde 13/07/2004
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Post by Lella »

Io invece il parto, anzi i parti, naturali, non li ho vissuti come esperienze positivissime proprio per l'intenso dolore.
Ricordo che durante il travaglio di Jacopo mi sono data della stupida per non aver cercato un altro Ospedale dove facessero l'epidurale.
Per ambedue i parti non ho sentito le "spinte" quindi la fase espulsiva è stata complicata.
SOno state esperienze molto forti e comunque ambedue non vissute con l'alone di magia che il momento richiederebbe, dovessi partorire una terza volta (ipotesi quasi impossibile per mia volontà) opterei sicuramente per non sentire così tanto dolore e cercare di godermi di più l'evento.
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Vavi
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Post by Vavi »

No Fra parlavo dell'intervento di Lorina
Disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo.
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Vavi
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Post by Vavi »

rufy wrote:diciamo che la saggezza popolare val piu' di un statistica, tie' ahaha


aggiungerei che e' scientificamente provato ahahahahha
Disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo.
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MatifraSo
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Post by MatifraSo »

vavi wrote:No Fra parlavo dell'intervento di Lorina


Ah... tutta 'sta fatica per nulla? :frusta:
Sei bella quando sorridi
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Matilde 13/07/2004
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Alessia M.
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Post by Alessia M. »

ci riprovo!! Avevo scritto un postone enorme e poi il forum non mi riconosceva più... :eeeeeeeeeee.

dicevo che io non sono lapersona più adatta per consolarti, ma forse per farti compagnia sì!

Ho partorito Adele il 30 settembre e tutto procedeva bene fino all'8 mese, poi le mie piastrine (che erano bassine ma intorno a 100.000) sono precipitate a 65.000 e non ho avuto scelta: cesareo con anestesia totale e trasfusione piastrinica annessa.

Io non mi sento meno mamma per questo, ma ogni volta che sento di mamme che stanno partorendo di parto naturale mi viene da pensare "beate loro"... lo penso perchè io avevo davvero voglia di partorire naturalmente, perchè mi è rimasto il desiderio di vedere la faccia di mio marito piangente non appena ha visto Adele di averlo lì con me, lo penso perchè so già che qui le speranze di fare un parto naturale dopo un cesareo sono pochine o nulle... lo penso perchè non è andato tutto come nei miei sogni. Ma poi però guardo Adele e passa quasi tutto, penso alle emozioni che vissuto e sono state bellissime, penso alla faccia di mio marito quando ha visto me tornare in stanza ed ha pianto, quando hanno portato la bambina e si è sciolto... alla fine io sono stata la prima (dopo tutto ilpersonale vario!!) a stringerla tra le braccia anche se sddormentata e dolorante ed è stato bellissimo...

Ti capisco e ti sono vicina, ma sinceramente fregatene di chi ti dice che non sai cosa significhi "cagare un figlio" perchè tu sai cosa significa farlo NASCERE... al mio paese si cagano gli stronzi non i figli!!!
Mamma di Adele (30 settembre 2008) e Giulio (08 giugno 2011)

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"i piedi nudi fanno bene, non importa se sono freddi, anzi aiutano la regolazione della temperatura corporea e quindi aumentano la capacità delle difese immunitarie
Quindi lascialo girare a piedi nudi se gli piace, vuol dire che ci sta bene"
(lenina)
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Vavi
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Post by Vavi »

fra&ma&so wrote:Ah... tutta 'sta fatica per nulla? :frusta:


ehem.... si :red:
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