quando un pianto e un capriccio?

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lenina
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Post by lenina »

marika wrote:ma proprio mi dà fastidio che si rovinino il pasto magari con un pasticcio 10 minuti prima di cena


questo non deve succedere...ma per nostro insegnamento.

Io credo che ogni pasto debba avere un menù deciso.

Se è previsto il dolce verrà offerto anche se non si è finito il resto del pasto.

Se non è previsto non è previsto.

Non per punizione, non per cattiveria, semplicemente perchè non è previsto il dolce perchè lo si mangerà domani e i dolci si mangiano tot volte per questione di salute.
“Bisogna prendere il denaro dove si trova: presso i poveri. Hanno poco, ma sono in tanti.” (Ettore Petrolini)

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Mamma di Lorenzo: 04/12/2007 e di Marzia (ex parassitina poi BIMBA BUFFA ora BIMBA PAZZA) 27/12/2010



“…Anche se, adottando certi metodi, i nostri figli, forse, mangerebbero meglio o dormirebbero di più, ci ubbidirebbero senza lamentarsi o starebbero un po’ più zitti, noi non li possiamo usare. E non necessariamente perchè questi metodi siano inutili o controproducenti, nè perchè causino traumi psicologici. Alcuni dei metodi che criticheremo in questo libro sono efficaci, e forse qualcuno sarà anche innocuo. Ma ci sono cose che, semplicemente, non si fanno”.
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marika
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Post by marika »

rufy wrote:
marika wrote:Ah ecco, mi è venuto in mente un caso in cui possono far venire giù Padreterno ma non transigo: la sicurezza. Puntualmente Teresa ulula perchè non vuole essere legata nel seggiolino o perchè non vuole darmi la mano per strada, ma a quegli urli lì sono completamente sorda, non ci sono ragioni sue che prevalgano sulle ragioni di sicurezza mie.



aahh ti stavo aspettando.
Sorrido, perche' stavo aspettando qualcuno che mi dicesse che sulla sicurezza non si transige

e sorrido perche' ho avuto appunto una discussione con mia madre e le ho fatto la stessa osservazione.
Credevo di averla in pugno.
Nel senso credevo di aver detto qualcosa di ovvio, ma di incontestabile.
Salvo poi sentirmi dire che anche in condizioni di sicurezza, c'e' sempre un modo per distrarli e fargli attraversare la strada, in sicurezza e ridendo.

Premetto che sono una mamma dal profilo isterico e soprattutto aiutata da un marito dai metodi antimontessoriani (che corrispondono agli studi e e all'indole pedagogica di mia madre), per cui -e' chiaro- che le lascio piangere, pero' e' anche vero che ammetto che e' molto piu' facile che quel pianto sia il figlio, spesso, quasi sempre a dire il vero, di un loro capriccio e della mia fretta.

I giorni in cui ho tempo e calma per loro, chissa' perche' sono i giorni con miori capricci e minori tensioni.


Ma su questo ti do anche ragione. E' logico che tra il dire "MI devi dare la mno perchè è così punto e basta" e il "Se mi dai la mano giochiamo a saltare le strisce" la sua reazione cambia radicalmente!
Marika e Nino,
Francesco (2/6/04), Teresa (9/12/05) e Giovanni (19/12/10)


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Post by laste »

lenina wrote:Con quale criterio è giusto dire no?

Cioè no perchè è educativo?

O solo no motivato (troppi dolci fanno male, non ci sono soldi, non è realmente possibile dire sì per 1000 motivi)?


quoto la definizione di capriccio di luvetta
ad esempio:dario quando e' stanco piange e vuole venire in braccio?
quello per me non e' un capriccio,e' stanchezza,e in genere lo assecondo.se posso
Dario vuole la forbice,o la forchetta,o un sacchetto di nailon?Dario si attacca :D
In genere io dico di no per un motivo,non per scopi educativi.
Mangiare fuori orario non e' una buona abitudine
non andare a letto se si e' distrutti non e' una buona abitudine
fare una passeggiata e' una buona abitudine,ma se sei stanco perche' arrivi da una faticosa giornata di asilo non ti obbligo
insomma dipende da ogni singola situazione
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Post by marika »

lenina wrote:
marika wrote:ma proprio mi dà fastidio che si rovinino il pasto magari con un pasticcio 10 minuti prima di cena


questo non deve succedere...ma per nostro insegnamento.

.


scusa, non ho specificato. A casa non succede mai, perchè sono io che decido, anzi, se vedo che proprio hanno fame posso anche organizzarmi da anticipare il pasto di quei 10-15 minuti, mi riferivo magari a situazioni in cui si trovano con sta roba in mano senza che io possa farci nulla, ad esempio da mia suocera o da mia nonna...
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Post by Lella »

rufy wrote:
I giorni in cui ho tempo e calma per loro, chissa' perche' sono i giorni con miori capricci e minori tensioni.

questo è vero com'è vero che i giorni in cui si è più calme si riesce quasi empaticamente a capire cosa c'è dietro al capriccio.
E' un periodo in cui cedo ai capricci di Jacopo solo perchè mi dice mamma ti prego e poi fà le manine giunte, giuro ho ceduto una volta anche allo spuntino pre-pasto per cui sono sempre stata irremovibile :D
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Post by nove »

lenina wrote:Con quale criterio è giusto dire no?

Cioè no perchè è educativo?

O solo no motivato (troppi dolci fanno male, non ci sono soldi, non è realmente possibile dire sì per 1000 motivi)?


Mah, per me il no dev'essere motivato. E pochi ma buoni.
Mio marito invece è uno di quelli che dice spesso di no così per fare. Questo ci porta spesso a discutere sulla validità delle proibizioni.
Stamani era seduto sul divano con una bella tazza di the e biscotti che guardava la tv. Marco se mangia sul divano si sente sempre rimbrottare. Così l'ho bonariamente ripreso: scusa, ma che esempio dai? Lui dice che non sporca. Magari è vero, ma come puoi dire a tuo figlio non mangiare sul divano se poi tu lo fai? O tutti o nessuno.
La proibizione di solito va detta e confermata. Non puoi dire no e poi cedere. Per questo devi essere convinta tu in primis della validità del tuo no.
Se mio figlio vuol camminare a piedi nudi sul pavimento in estate, non gli dico di no e poi cedo perché non c'è rischio tutto sommato. O gli dico di sì subito, oppure il no va difeso. Se mio figlio vuol camminare per strada senza darmi la mano, gli dico che ci sono le auto che possono fargli male e non transigo.
Mio marito invece è troppo rigido e spesso mette dei divieti assurdi che per un bambino è impossibile rispettare (come fa un bimbo a non sporcarsi quando mangia? Gli puoi insegnare a essere composto, ma sarà difficile che esca immacolato e secondo me non glielo deve far pesare).
Novella

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Post by lenina »

lavinia wrote:
lenina wrote:Con quale criterio è giusto dire no?

Cioè no perchè è educativo?

O solo no motivato (troppi dolci fanno male, non ci sono soldi, non è realmente possibile dire sì per 1000 motivi)?


quoto la definizione di capriccio di luvetta
ad esempio:dario quando e' stanco piange e vuole venire in braccio?
quello per me non e' un capriccio,e' stanchezza,e in genere lo assecondo.se posso
Dario vuole la forbice,o la forchetta,o un sacchetto di nailon?Dario si attacca :D
In genere io dico di no per un motivo,non per scopi educativi.
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non andare a letto se si e' distrutti non e' una buona abitudine
fare una passeggiata e' una buona abitudine,ma se sei stanco perche' arrivi da una faticosa giornata di asilo non ti obbligo
insomma dipende da ogni singola situazione


Tutto giustissimo.
Ma allora volere la forbice non è un capriccio è un desiderio magari motivato (anche se noi non lo capiamo) che non possiamo soddisfare per un motivo.
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“…Anche se, adottando certi metodi, i nostri figli, forse, mangerebbero meglio o dormirebbero di più, ci ubbidirebbero senza lamentarsi o starebbero un po’ più zitti, noi non li possiamo usare. E non necessariamente perchè questi metodi siano inutili o controproducenti, nè perchè causino traumi psicologici. Alcuni dei metodi che criticheremo in questo libro sono efficaci, e forse qualcuno sarà anche innocuo. Ma ci sono cose che, semplicemente, non si fanno”.
Carlos Gonzales.
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Lella wrote:
rufy wrote:
I giorni in cui ho tempo e calma per loro, chissa' perche' sono i giorni con miori capricci e minori tensioni.

questo è vero com'è vero che i giorni in cui si è più calme si riesce quasi empaticamente a capire cosa c'è dietro al capriccio.


ecco questa è una cosa che volevo sapere.

Ho spesso avuto l'impressione che i "capricci" fossero spesso legati a una mancanza di tempo (Più che legittima) per capire il bambino in quel momento.

Se c'è da andare a lavorare e il bambino vuole uscire in mutande magari nella sua testolina ha un motivo...ma di fatto bisogna vestirlo...bisogna uscire non si può capire il motivo e fargli capire che i pantaloni deve metterli e lì si instaura il "capriccio"


(avevo un fratellino tremendo da questi lati)
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“…Anche se, adottando certi metodi, i nostri figli, forse, mangerebbero meglio o dormirebbero di più, ci ubbidirebbero senza lamentarsi o starebbero un po’ più zitti, noi non li possiamo usare. E non necessariamente perchè questi metodi siano inutili o controproducenti, nè perchè causino traumi psicologici. Alcuni dei metodi che criticheremo in questo libro sono efficaci, e forse qualcuno sarà anche innocuo. Ma ci sono cose che, semplicemente, non si fanno”.
Carlos Gonzales.
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