Posted: Thu Sep 24, 2009 12:12 am
Parto dal corpo.
Sono una stata una bambina grassottella ma mai grassa né obesa. Poi sono diventata un'adolescente normopeso ed ero serena. Non mi è mai piacuto lo sport, fino ai 14 anni l'ho praticato regolarmente su spinta costante dei miei genitori, dai 14 ai 18 saltuariamente, dai 18 in poi quasi mai.
A 18 anni è esplosa la mia depressione bipolare, e lì sono iniziati i casini con il peso. Non ho mai avuto disturbi alimentari in senso proprio. Ma soprattutto durante le fasi maniacali era bestiale, perché tra il fatto che non dormivo più di 3-4 ore a notte, il non riuscire a fare pasti abbondanti, e il movimento costante (sull'ordine dei 50 km al giorno in bici, tutti i giorni) per cercare di placare il surplus di energia, d'estate pesavo sui 40-42 kg. I valori del fegato, a causa dello stress psico-fisico, erano completamente sballati.
In autunno poi arrivava la fase depressiva, e riprendevo peso fino ad arrivare al mio peso forma di 55-57 kg.
Poi è arrivato il litio che mi ha liberata dall'incubo della malattia mentale. Però influisce parecchio sulla ritenzione idrica e rallenta in generale lo smaltimento delle calorie assunte. Quindi sono ingrassata.
Poi sono andata a vivere per conto mio e, un po' per mancanza di tempo, molto per mancanza di voglia, ho cominciato a mangiare male, quindi ho continuato ad ingrassare.
Quindi adesso sono a dieta. Non perché pensi che "magro è bello", ma perché mi sento appesantita. Non voglio perdere mille chili, ma solo quegli 8-9 kg che il dietologo ha stabilito. Penso che saranno più che sufficienti. No, non faccio una dieta privativa. Mangio roba sana, nelle quantità indicate. Sì, penso di riuscire a continuare a mangiare roba sana e variata anche dopo la dieta, e spero che questo basti a mantenere il peso.
Per il resto, non fumo, non guido volentieri quindi vado sempre a piedi. Faccio regolarmente le analisi del sangue.
Per me naturalmente un capitolo fondamentale è quello dedicato alla salute mentale. In quel settore mi voglio bene andando dalla psichiatra, prendendo il mio farmaco, facendo le analisi di controllo previste. Mi voglio bene anche leggendo quello che trovo sull'argomento, parlando con persone che hanno avuto o hanno problemi simili. Mi voglio bene cercando di venire a patti con un passato difficile e con un cervello che, per sfortuna o per destino, non è più quello di una volta. Non è un percorso facile, mi voglio bene cercando di non pretendere troppo da me stessa in questo senso.
Tralasciando il corpo, mi voglio bene leggendo molto. In certi periodi dell'anno, ovvero in quelli meno turistici, mi voglio bene andando a vedere musei e mostre con regolarità. Il potere confortante e consolatorio della bellezza per me è fondamentale, la sera uscendo dal lavoro spesso mi voglio bene imponendomi di guardare il Duomo e di prendere atto della sua straordinaria bellezza e potenza.
Mi voglio bene vivendo con 3 gatti, perché ho imparato che non posso stare senza animali. Mi voglio bene imponendomi di passare del tempo con loro, di giocare con loro o fare un sonnellino con loro, perché la grandezza dell'universo si riflette negli occhi degli animali.
Mi voglio bene smettendo di fare una serie di cose che per me erano solo forzature, come andare a feste affollate o in locali rumorosi, dove mi vengono degli attacchi di timidezza pazzeschi e una voglia matta di scappare. Non fa per me, posso evitarlo, me lo risparmio.
Mi sa che sono venute riflessioni sparse lunghissime, taglio qui, ma ci sono davvero tanti modi di volersi bene. Oggi vogliono farci credere che volersi bene sia indossare una taglia 42 o spalmarsi una crema sulla faccia, cerchiamo di riappropriarci del concetto di vero "bene" per noi stesse e avremo fatto una rivoluzione.
Sono una stata una bambina grassottella ma mai grassa né obesa. Poi sono diventata un'adolescente normopeso ed ero serena. Non mi è mai piacuto lo sport, fino ai 14 anni l'ho praticato regolarmente su spinta costante dei miei genitori, dai 14 ai 18 saltuariamente, dai 18 in poi quasi mai.
A 18 anni è esplosa la mia depressione bipolare, e lì sono iniziati i casini con il peso. Non ho mai avuto disturbi alimentari in senso proprio. Ma soprattutto durante le fasi maniacali era bestiale, perché tra il fatto che non dormivo più di 3-4 ore a notte, il non riuscire a fare pasti abbondanti, e il movimento costante (sull'ordine dei 50 km al giorno in bici, tutti i giorni) per cercare di placare il surplus di energia, d'estate pesavo sui 40-42 kg. I valori del fegato, a causa dello stress psico-fisico, erano completamente sballati.
In autunno poi arrivava la fase depressiva, e riprendevo peso fino ad arrivare al mio peso forma di 55-57 kg.
Poi è arrivato il litio che mi ha liberata dall'incubo della malattia mentale. Però influisce parecchio sulla ritenzione idrica e rallenta in generale lo smaltimento delle calorie assunte. Quindi sono ingrassata.
Poi sono andata a vivere per conto mio e, un po' per mancanza di tempo, molto per mancanza di voglia, ho cominciato a mangiare male, quindi ho continuato ad ingrassare.
Quindi adesso sono a dieta. Non perché pensi che "magro è bello", ma perché mi sento appesantita. Non voglio perdere mille chili, ma solo quegli 8-9 kg che il dietologo ha stabilito. Penso che saranno più che sufficienti. No, non faccio una dieta privativa. Mangio roba sana, nelle quantità indicate. Sì, penso di riuscire a continuare a mangiare roba sana e variata anche dopo la dieta, e spero che questo basti a mantenere il peso.
Per il resto, non fumo, non guido volentieri quindi vado sempre a piedi. Faccio regolarmente le analisi del sangue.
Per me naturalmente un capitolo fondamentale è quello dedicato alla salute mentale. In quel settore mi voglio bene andando dalla psichiatra, prendendo il mio farmaco, facendo le analisi di controllo previste. Mi voglio bene anche leggendo quello che trovo sull'argomento, parlando con persone che hanno avuto o hanno problemi simili. Mi voglio bene cercando di venire a patti con un passato difficile e con un cervello che, per sfortuna o per destino, non è più quello di una volta. Non è un percorso facile, mi voglio bene cercando di non pretendere troppo da me stessa in questo senso.
Tralasciando il corpo, mi voglio bene leggendo molto. In certi periodi dell'anno, ovvero in quelli meno turistici, mi voglio bene andando a vedere musei e mostre con regolarità. Il potere confortante e consolatorio della bellezza per me è fondamentale, la sera uscendo dal lavoro spesso mi voglio bene imponendomi di guardare il Duomo e di prendere atto della sua straordinaria bellezza e potenza.
Mi voglio bene vivendo con 3 gatti, perché ho imparato che non posso stare senza animali. Mi voglio bene imponendomi di passare del tempo con loro, di giocare con loro o fare un sonnellino con loro, perché la grandezza dell'universo si riflette negli occhi degli animali.
Mi voglio bene smettendo di fare una serie di cose che per me erano solo forzature, come andare a feste affollate o in locali rumorosi, dove mi vengono degli attacchi di timidezza pazzeschi e una voglia matta di scappare. Non fa per me, posso evitarlo, me lo risparmio.
Mi sa che sono venute riflessioni sparse lunghissime, taglio qui, ma ci sono davvero tanti modi di volersi bene. Oggi vogliono farci credere che volersi bene sia indossare una taglia 42 o spalmarsi una crema sulla faccia, cerchiamo di riappropriarci del concetto di vero "bene" per noi stesse e avremo fatto una rivoluzione.