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Posted: Thu Jun 19, 2008 12:09 pm
by Azur
Che bello, Paola, credo che l'esperienza dell'affido sia molto difficile, ma anche bellissima....

Se non l'hai già visto, per saperne di più puoi dare un'occhiata al sito dell'ANFAA (Associazione Nazionale Famiglie Affidatarie e Adottive)
Hanno sedi in tutta Italia e organizzano corsi e serate informative in quasi tutte le città.
http://old.anfaa.it/approfondimenti.htm

Poi puoi provare a chiamare il tuo comune (in tutti c'è uno "sportello" dei servizi sociali per Minori/Adozione/Affido) per informarti nello specifico di come funzionano le cose da te.
Molte regioni/province hanno attivato corsi particolari per la preparazione dei genitori affidatari, alcune prevedono anche agevolazioni economiche per la famiglia.
Qui alcuni indirizzi per Genova
http://www.gevona.it/content/view/175/123/


Poi, non è utile a livello di informazioni, ma ti segnalo un libro bellissimo:
"La cicogna bendata" (La Meridiana), di Antonella Borgini, sulla sua esperienza di affido
(non parla di legislazione ma "solo" delle questioni affettive legate all'affido, e ho trovato bellissimo il modo leggero ma sempre profondo in cui riesce a raccontare una storia anche dolorosa)

Ecco una recensione dal sito della casa editrice: (http://www.lameridiana.it/agora/schedaRecensione.asp?ISBN=8889197587)
La storia di Antonella
“Che strano figlio, questo figlio... Ha avuto un percorso diverso dai suoi fratelli. Ma io lo sento comunque mio. E’ come se fosse arrivato con una cicogna bendata che, quasi improvvisamente, se l’è portato via, e non ha visto il mio dolore”.
Antonella Borgini ha cresciuto il bambino di un’altra donna per quattro anni. Lo ha avuto in affido da quando aveva dieci mesi.
Non sentiva il bisogno di un’altra maternità: lei è già madre di tre figli. Ma voleva condividere tutto l’amore e il calore della sua famiglia con un piccolo che invece non poteva averlo.
Da questa esperienza è nato un libro, La cicogna bendata, da poco in libreria (ed. La Meridiana).
“All’inizio non pensavo mi avrebbero dato un bambino così piccolo”, racconta Antonella.
“Mauro era proprio un cucciolo. Viveva in una casa famiglia, era ben accudito. Ma gli mancava l’amore di una famiglia vera. La sua mamma non l’aveva abbandonato. Solo non era in grado di prendersi cura di lui. Dopo appena una settimana di incontri per conoscerci meglio, ho deciso di portarmelo a casa. Non riuscivo più a essere serena in quell’ambiente, dove i bambini mi venivano incontro e mi chiedevano: ‘voi essere tu la mia mamma?’.
Così è iniziata la nostra avventura.
Fin dall’inizio, ho sempre tenuto ben presente che Mauro una mamma ce l’aveva e che avrei dovuto aiutarlo a tornare da lei.
Certo, non è facile crescere un bambino e sapere che prima o poi dovrai tagliare il cordone ombelicale, che, inevitabilmente, si crea.
Ma prima di tutto, mi sono sempre detta, viene il bene di questo figlio. Così appena ho potuto, ho parlato a Mauro della sua mamma, gli mostravo le sue foto.
E quando l’assistente sociale lo accompagnava da lei, per andare a trovarla una volta al mese, gli mettevo i vestitini che la madre gli faceva avere. Era come un messaggio diretto a lei: ‘vedi, non voglio portartelo via. Quello che fai per lui è importante’.
Ci sono stati momenti duri, domande difficili a cui dare una risposta. Come quella volta in cui Mauro mi ha chiesto: ‘perché mi hai preso se poi devi portarmi da lei?’. Oppure quando lui piangeva perché non voleva andare dalla mamma. E io mi sentivo quasi di tradirlo.
Poi, col tempo, le cose sono andate meglio. La madre di Mauro e io adesso siamo amiche.
E questo affido non è finito: il bambino, che ora ha nove anni, spesso passa qualche fine settimana con noi, e anche le vacanze. Se siamo arrivati a questo punto però, non è certo per l’aiuto che io e mio marito abbiamo ricevuto.
Non sempre i servizi sociali riescono a sostenere le famiglie affidatarie.
Io ho dovuto lottare molto per difendere i miei diritti e soprattutto quelli di Mauro. E penso che questo affido sia riuscito, e cioè che il piccolo sia potuto ritornare dalla sua mamma, perché ho fatto di tutto affinché si ritrovassero. Ho sostenuto lei, cercando di incoraggiarla e di confermarla nel suo ruolo di mamma. Ma non penso fosse compito mio. Da quattro anni Mauro non vive più con noi. Il vuoto che ha lasciato è molto grande e anche in questo penso che i servizi siano stati carenti. Credo sia giusto aiutare le mamme affidatarie nel momento del distacco. E invece per me non è stato così.
Certo, si sa che l’affido di un bambino per sua natura è temporaneo. Ma è anche vero che i tempi della burocrazia sono così lenti che ti inducono a pensare: ‘questo figlio starà sempre con me’.
Io ho elaborato il dolore della separazione scrivendo un libro, che è stato davvero terapeutico. Ora mi sento molto più serena. Spero possa essere d’aiuto alle mamme che vogliono affrontare o stanno vivendo questa esperienza”.
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In bocca al lupo per questo vostro percorso...
e tienici aggiornate!
:bacio:

Posted: Thu Jun 19, 2008 12:43 pm
by Bibi
Cara Paola, io ci ho pensato ma non ne ho il coraggio. Un po' per me ma soprattutto per Eva e per il bimbo stesso. Credo che il momento della fine del periodo di affido, sia un po' come un lutto per la famiglia e per il bimbo, e ci sto male al solo pensiero.

Posted: Thu Jun 19, 2008 1:13 pm
by chiaretta_1974
parli de La Nostra Famiglia?

Io lo farei anche se bisogna essere d'accordo in due e quindi non l'ho ancora fatto.

A volte sono soluzioni risolutive per un problema temporaneo, altre si trasformano in adozione.

L'ANFAA e una buona associazione, chiedi anche a loro un aiuto psicologico.

Per il dolore da distacco...certo che c'è.
Però si pensa al bene del bambino, non al nostro.

E comunque è un insegnamento di accoglienza che offri alle tue figlie.