Lella wrote:rufy wrote:
I giorni in cui ho tempo e calma per loro, chissa' perche' sono i giorni con miori capricci e minori tensioni.
questo è vero com'è vero che i giorni in cui si è più calme si riesce quasi empaticamente a capire cosa c'è dietro al capriccio.
E' un periodo in cui cedo ai capricci di Jacopo solo perchè mi dice mamma ti prego e poi fà le manine giunte, giuro ho ceduto una volta anche allo spuntino pre-pasto per cui sono sempre stata irremovibile :D
Io credo che questo alternarsi di giorni in cui abbiamo più tempo e pazienza e giorni in cui urliamo come delle pazze, rientri in quell'essere "madri sufficientemente buone" che intendeva Bollea.
Siamo esseri umani, e credo che i nostri ifgli ci apprezzino anche per quello.
Inoltre, una posizione supportata da una larga fetta della pedagogia, sostiene che l'importante è che che, per ogni momento negativo, il bambino sia generosamente ricompensato con momenti positivi. Che non vuol dire riempirlo di giocattoli o cazzate perchè ci sentiamo in colpa, ma magari, dopo che ci è passata la sfuriata, parlargli con calma e, se ci accorgiamo che è il caso, chiedergli scusa.
Questo non mina la nostra posizione, ma fa passare l'insegnamento che tutti possono sbagliare, ma non per questo perdono di valore.
Ho visto che è una cosa importantissiam, soprattutto con Francesco, parlare delle situazioni che ci hanno visto scontrarci.
Se lui ha fatto un "capriccio" (che sia tale o meno) per cui io ho perso la pazienza, se poi mi accorgo che la mia reazione è stata più capricciosa della sua, allora glielo dico "Guarda, ti chiedo scusa se ho urlato, ma mi sono innervisita perchè...." e glielo spiego con calma, concludendo con un abbraccio. E quest'ultimo credo ci voglia SEMPRE!