mi è venuta in mente un altra riflessione rufy.
probabilmente dipende anche da come percepiamo i ruoli all'interno della coppia e come i compiti si spartiscano al suo interno. effettivamente ci sono modelli familiari più tradizionalisti in cui l'autorità è rappresentata ancora dal padre ed in cui la madre ha un posto più prossimo ai figli del marito. esistono anche modelli di più recente costituzione in cui i coniugi non ricoprono i ruoli tradizionali ma sono su un piano più omogeneo, anche nei confronti dei figli. credo che il mio discorso possa valere maggiormente per questo modello che è comunque quello che preferisco, ma è una preferenza personale.
Mamma e papà : educatori diversi
Moderator: Paola
" wrote:beba wrote:guarda lella sto sentendo di molti papà ma non solo qui nel forum anche tra le mie amiche che tengono molto a questa disciplina a tavola.
io ti porto il mio esempio.
allora a tavola da noi non si fanno cavolate tipo lancio di posate, molliche ecc... in linea di massima si tiene un comportamento che sia di esempio anche quando si va fuori.
in linea di massima non si gioca neppure perchè già ale mangia poco se si perde dietro un gioco è la fine.
però i giochi son sul tavolo così alla fine mentre mamma e papà chiacchierano e aspettano il caffè ale se vuole gioca o scende a giocare in terrazza o va a vedere la tv.
è qui che volevo arrivare.
mi son sentita fare delle critiche ( che ti potrei dire dove mi son scivolate) perchè io in cucina non ho la tv.
io non ce l'ho perchè non l'ho voluta.
perchè sono nata e cresciuta con un padre che voleva il silenzio tombale al momento del pranzo e della cena mentre per noi figli era il momento in cui a macchinetta specie da più grandicelli tornati da scuola ecc raccontavamo alla mamma la nostra giornata.
a me ha pesato tanto quel silenzio in virtù di cosa poi del tg?
di forum?
in cucina da me la tv non c'è noi chiacchieriamo, cantiamo e poi giù tutti a giocare insieme.
per me mangiare deve essere un momento di interesse verso i bambini io chiedo ad ale di rendere partecipe suo papà della suo giornata gli raccontiamo tutto e cerco così di rendere piacevole quel momento che per me è stato sempre spiacevole.
Beba, sulla questione tv mi trovi assolutamente concorde. Infatti da che sono andata a vivere da sola 10 anni fa non l'ho mai voluta e mai la vorro' in cucina perche' ricordo con un pizzico di amarezza quei momenti in cui io ero supereccitata a parlare e i miei mi zittivano per il tg. Talvolta lo rinfaccio ancora indirettamente dicendo che a casa nostra non succedera' perche' i racconti dei nostri figli sono piu' importanti di una notizia passata in tv.[/quote]
quanto è vero. io l'ho detto e ci son riuscita sto benone.
anche perchè sandro a contrario mio e anche perchè per molti anii ha vissuto solo non era abituato a raccontare la sua giornata le sue incazzature così liberamente bisognava insinuarsi pian pianino per fargli raccontare le cose e sfogare.
così tra un primo e un secondo una frutta e una caffè veniva fuori.
la televisione sarebbe stata un disturbo.

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chiaretta_1974 wrote:mi è venuta in mente un altra riflessione rufy.
probabilmente dipende anche da come percepiamo i ruoli all'interno della coppia e come i compiti si spartiscano al suo interno. effettivamente ci sono modelli familiari più tradizionalisti in cui l'autorità è rappresentata ancora dal padre ed in cui la madre ha un posto più prossimo ai figli del marito.
Arrossisco: un'ombra di ruolo tradizionale l'abbiamo, anche se mi mordo la lingua prima di passare al "lo dico a papà".
Ci sono stati episodi di cose importanti nascoste da mio marito "per proteggermi", e in effetti è così che si fa per i figli. (Poi appena le ho scoperte l'avrei strozzato ma pazienza ahaha!).
Noto anche che i ruoli sono cambiati con l'età dei bambini: figlio piccolo = regno della mamma, figlio grande = entra in scena con maggior prepotenza il papà. Infatti i conflitti educativi li abbiamo solo da un paio d'anni per Alex. Non per Federico, che pure ha un carattere molto più rognoso del fratello. Spesso il mio approccio, da lui non condiviso, veniva accettato in passato per Alex e viene accettato ora per Fede con più facilità. Senza mediazione, proprio una sua resa al "mamma lo sa".
Leggendo Chiara stamattina mi sento un caso patologico ahahaha!
Eppure ieri sera, mentre i bimbi facevano una lotta da maschiacci con il papà, che ha rotto le scatole a tavola come al solito ad Alex ma senza apparente danno, dopo un giorno in cui invece l'altro polo educativo, il mio, ha avuto grandi successi (tutto bene al parco e meravigliosa scena di Alex e Fede che leccavano a turno un cono seduti sulla panchina)... ero felice. Sembrava uno... squilibrio equilibrato ahahah!
Sulla tv.
Noi dopo il matrimonio non l'abbiamo voluta. Solo il pc da usare come tv sporadicamente, sempre su programmi registrati togliendo la pubblicità.
Però non credo sia così terribile, se c'è... Ho ricordi simili a quelli di Caterina: pranzi con Sentieri (ahahaha, un vizio!) e mio padre che faceva commenti ironici sull'elevata natura della trama; contrasti in adolescenza dove riempire il silenzio con il tg era una benedizione. Sarà perchè non ho mai avuto l'ansia di raccontarmi ai genitori descritta da Sole.
Non replicherò perchè sto bene così ma non mi spiaceva, la scelta diversa nella mia famiglia d'origine.
"Ci sono persone rotonde, mia cara signora, ci sono bambini a forma, diciamo, di triangolo, perché no, e ci sono... Ci sono bambini a zigzag"
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rufy wrote:Guarda Barbara, ora puo' sembrare una provocazione, e forse in parte lo e', ma io ti chiedo (lo chiedo anche a chiaretta)tu impari sempre dai tuoi errori? o, talvolta, li reiteri all'infinito, non perche' una mamma sia diabolica, ma perche' e' umana e certi "errori" li commetteremo sempre, perche' e' anche un modo per prendere le coordinate noi dei nostri figli e i nostri figli di noi?
No, non sempre. In alcune cirsostanze diciamo che mi ci applico,
faccio uno sforzo su me stessa.
Un esempio è la mia ansia, la paura che Leo si faccia male.
Io cerco sempre di prevenire la caduta, lo avviso che sta cadendo,
che rischia di farsi di male (parliamo, chiaramente, di piccole cose,
dallo stare seduto storto su una sedia, al buttarsi dal divano),
lo controllo, lo seguo passo passo e se riesco mi lancio pure a mo' di
donna bionica, con quella musichetta in sottofondo tata-tata-ta,
a raccoglierlo quando ancora si libra nell'AERE,
per evitare l'ennesimo livido.
Mio marito, invece, appartiene a quella scuola di pensiero che "lascia
che cada una volta e poi capisce da solo che se si siede storto cade".
Mi rendo conto che, ai fini educativi, la mia terapia non ha alcun seguito,
perché Leo continua a cadere essendo distratto per natura.
Quando non ci sono io, invece, è più attento.
In questo senso capisco che la mia visione non lo aiuta, anzi forse
non fa altro che instillargli ulteriori insicurezze. In questo stabilisco
che la mia ansia è un errore, perchè volere che non si faccia male
non lo educa a non farsi più male in futuro.
Però credo, altrettanto, che sia una dicotomia tipica tra padre e madre-
perché, guarda caso, quando si fa male, quando ci vuole il cerottino,
è da me che torna, è solo me che vuole. Il padre gli dà delle sicurezze
che io non posso dargli e allora lascio che i due si giostrino da soli,
che facciamo insieme le loro cose da maschio. Io gli dò un senso di
conforto che suo padre non può dargli.
E mi piace pensare che da questi miei errori, dal mio averli capiti,
dal dare anche alla consolazione e al conforto quel ruolo tampone
fondamentale alla sicurezza in se stessi, Leo possa crescere un po' più forte.
Stessa cosa per il mangiare-io sono per soddisfare i suoi desideri
quando non mangia quello che ho preparato pur di sapergli la pancia piena,
mio marito ha sposato la filosofia che "se non ha fame di pastasciutta
non ha fame nemmeno di cioccolata".
Questi sono solo 2 di quelli che io considero i "miei errori".
Gli altri mi capita di reiterarli all'infinito come dici tu, non potendo
allontanare del tutto da me alcuni fondamentali della mia indole.
Ma quando parlavo di errori pensavo soprattutto a quelli
di Lorenzo. ahahahah ahahahah
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chiaretta_1974 wrote:rufy pure io urlo e a volte pure do loro uno scapaccione..e allora? mica siamo perfette..
pure io sono morbida, ripeto, ma quando lo faccio non mi viene in mente di dire: lo dico al papà...sono permissiva e punto, perchè credo che i bimbi debban poter comprendere che è una mia scelta esserlo e non un incapacità.
poi a volte sono pure incapace...vabbè, come tutti..
Ci sono ambiti in cui io e mio marito non siamo diversi,
siamo OPPOSTI. Questo Leo lo sa, ha imparato a capirlo.
Quando io dico "lo dico a papà" non lo faccio per dare a mio marito
un compito che io non me la sento di svolgere, ma lo faccio perchò
ritengo giusto che Leo capisca che ci sono cose che alla mamma
vanno benissimo, e che invece al papà irritano profondamente.
Ti faccio un esempio. Mio marito tiene moltissimo ai suoi cd di musica,
ma pure alle copertine, alle custodie in plastica. Ci tiene e basta.
Se Leo ne rompe una volutamente, se la rovina, se la spacca,
per me non è una cosa grave, nella mia scala le cose gravi sono altre.
Per la scala di valori di mio marito invece è gravissimo, proprio
per quanto ci tiene. "Lo dico a papà" mi serve a sottolineare che
la reazione di suo padre sarà diversa dlla mia, che dovrà aspettarsi
una sgridata. Non mi alleo con lui. Lo rendo attento sulla diversità.
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Ridacchio sulla donna bionica...
Bello il renderlo attento alla diversità dell'altro genitore. Ovviamente, vista la bipolarità in famiglia, ci provo anch'io. Più o meno funziona. Tranne sul fare rumore al mattino del weekend nell'ora della colazione insieme (parliamo delle 10). Per i bambini è una festa, per il papà (dovrebbe essere) un rito silenzioso.
Bello il renderlo attento alla diversità dell'altro genitore. Ovviamente, vista la bipolarità in famiglia, ci provo anch'io. Più o meno funziona. Tranne sul fare rumore al mattino del weekend nell'ora della colazione insieme (parliamo delle 10). Per i bambini è una festa, per il papà (dovrebbe essere) un rito silenzioso.
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Rie wrote: fare rumore al mattino del weekend nell'ora della colazione insieme (parliamo delle 10). Per i bambini è una festa, per il papà (dovrebbe essere) un rito silenzioso.
Madda, giuro che la prossima volta che mi succede
la stessa IDENTICA cosa penserò a voi e alla vostra casa.
Già mi sento meno sola nell'osservanza del "silenzio degli innocenti".
ahahah ahah
- Lella
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Si è interessante l'interpretazione di Barbara, tra l'altro anche Cesare a volte mi nomina per far rispettare "regole" per le quali lui non riesce a essere credibile nella richiesta perchè non le sente del tutto sue, come appunto andare a letto entro le 21,00 quando il giorno dopo hanno scuola o non mangiare qualcosa vicino ai pasti.
CARPE DIEM