Federichino non parla ma sa quel che vuole
Posted: Wed Dec 19, 2007 10:25 am
Federico si avvicina ai due anni e dice le seguenti parole: papà, mamma, latte. Ogni tanto si lancia in versi variamente interpretabili. Quando sembra che azzecchi una parola, la volta dopo non la dice più.
Non mi preoccupo. Intanto, all'occorrenza, ho l'amica logopedista
Certo che, ridendo, mi dico che i bambini hanno un talento speciale nel puntare le debolezze dei genitori e decidere, tanto per spassarsela, di essere carenti proprio in quel campo.
Infatti io sono un'amante delle parole indifferente all'azione, e mi ritrovo un vandalo ostile ai libri per figlio maggiore e un esploratore muto per figlio minore ahahahaha!
Questa la premessa.
Conseguenza: l'empatia che funzionava col neonato ora mi difetta, e spesso non traduco correttamente la sua volontà espressa in grugniti da australopiteco
Episodio emblematico: da qualche giorno io e Federico ci davamo alla tragedia greca, con lui trascinato via urlante, perchè dopo aver parcheggiato l'auto e avergli fatto abbassare la porta basculante del box osavo pretendere che si andasse a casa.
Urla oggi. Urla domani.
Finalmente... l'illuminazione.
Lascio che Federico, con estrema fatica, oltre ad abbassare la porta la chiuda completamente. Io mi occupo solo della maniglia, che non è alla sua portata.
Ed ecco... la pace. Fine della tragedia.
Voleva fare da solo.
Tutto soddisfatto, trotterella verso casa sorridendo.
Morale:
1) Non avevo capito un tubo del suo desiderio;
2) Avrei dovuto, perché Federico è un animo indipendente, pacato ma deciso.
A questo non so quando riuscirò ad abituarmi. E' diversissimo da suo fratello, vulcanico ma bisognoso di conferme e di un cordone ombelicale virtuale più forte. E' colpa mia: tendo ad interpretare i comportamenti del secondo bimbo usando le categorie tipiche del rapporto col primo.
Migliorerò.
Per ora contemplo.
Contemplo il mio Federico ometto silenzioso e intraprendente.
Un ometto tutto suo.
Non mi preoccupo. Intanto, all'occorrenza, ho l'amica logopedista

Certo che, ridendo, mi dico che i bambini hanno un talento speciale nel puntare le debolezze dei genitori e decidere, tanto per spassarsela, di essere carenti proprio in quel campo.
Infatti io sono un'amante delle parole indifferente all'azione, e mi ritrovo un vandalo ostile ai libri per figlio maggiore e un esploratore muto per figlio minore ahahahaha!
Questa la premessa.
Conseguenza: l'empatia che funzionava col neonato ora mi difetta, e spesso non traduco correttamente la sua volontà espressa in grugniti da australopiteco

Episodio emblematico: da qualche giorno io e Federico ci davamo alla tragedia greca, con lui trascinato via urlante, perchè dopo aver parcheggiato l'auto e avergli fatto abbassare la porta basculante del box osavo pretendere che si andasse a casa.
Urla oggi. Urla domani.
Finalmente... l'illuminazione.
Lascio che Federico, con estrema fatica, oltre ad abbassare la porta la chiuda completamente. Io mi occupo solo della maniglia, che non è alla sua portata.
Ed ecco... la pace. Fine della tragedia.
Voleva fare da solo.
Tutto soddisfatto, trotterella verso casa sorridendo.
Morale:
1) Non avevo capito un tubo del suo desiderio;
2) Avrei dovuto, perché Federico è un animo indipendente, pacato ma deciso.
A questo non so quando riuscirò ad abituarmi. E' diversissimo da suo fratello, vulcanico ma bisognoso di conferme e di un cordone ombelicale virtuale più forte. E' colpa mia: tendo ad interpretare i comportamenti del secondo bimbo usando le categorie tipiche del rapporto col primo.
Migliorerò.
Per ora contemplo.
Contemplo il mio Federico ometto silenzioso e intraprendente.
Un ometto tutto suo.