Ciao Luca

 CIAO LUCA…
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Luca Decorte, classe 72, marito della “nostra” Cosetta Matteoni e papà di due splendidi bambini di nome Irene e Damiano, autore del nostro unico ed inimitabile logo, lascia il pianeta terra in seguito ad un incidente stradale il 10 luglio 2010. Ci piace ricordarlo attraverso una delle sue bellissime fotografie, la più significativa e commovente, e con le parole di Chiara, che nel suo blog lo ha ricordato così:

Nel mio giardino c’è un albero grande.

Ci vogliono più di due persone per abbracciare il suo tronco. Questo albero è una quercia da sughero, forse la più grande che io abbia mai visto. Si pensa che abbia 600 anni, ma è difficile darle un’età.
Sotto la sua chioma c’è l’altalena arancione, la panchina per le chiacchiere, il bordo del pozzo se siamo in troppi e sulla panchina non ci stiamo, un cespuglio di rosmarino che si sparpaglia in maniera caotica in ogni direzione, il tavolo di pietra.
“C’è anche lo spazio sopra per costruirci una casetta!” constatava Luca quel giorno, gli occhi in alto a misurarne le fronde.
“E’ vero, ma nessuno si azzarda perché abbiamo paura che si offenda. Questo albero è qui da talmente tanto tempo che ormai deve avere anche un’anima, e tutti noi abbiamo paura di fargli involontariamente qualche dispetto. Una volta sono venuti i tecnici del telefono, a riparare la linea, ed il filo passa proprio tra quei rami. All’albero non è andata giù che degli sconosciuti gli salissero addosso, ed ha tentato di spingerli giù rompendo volontariamente i suoi rami.”
“Però un appartamentino ci starebbe proprio bene. Costruisci una bella piattaforma e ci installi sopra una casetta di legno, poi la affitti a mille euro a settimana” conclude Luca con un sorriso.
L’ultimo ricordo che ho di Luca è lui che raccoglie le piccole figlie della quercia da sughero, in mezzo ai cespugli di rosmarino ce ne sono a decine, nate dalla pioggia di ghiande che ogni anno il nostro sempreverde ci regala.
L’istantanea che ho nella mente lo ritrae curvo e impegnato a sfilare via dalla terra morbida queste piccole pianticelle, facendo bene attenzione a non rovinare le radici, la luce che filtra dalle foglie scure e macchia di giallo la penombra.


“perché raccogli queste piante?” chiede Irene al papà.
“perché così le piantiamo in giardino. Ti piacerebbe avere un albero grande come questo?”
“Oh sì, è proprio bello!”
Irene sorride, ma come i bambini viaggia a doppia velocità, ed è già volata a fare la pipì dietro un cespuglio.

Questa è l’istantanea che ho di Irene, un riflesso sulla lente degli occhiali, un sorriso curioso, un ciuffo di capelli che scappa via dalle mollette.

Irene quando sorride è come un frullo di ali di uccellini. La nostra Irene, così speciale con le sue parole grandi e la sua testa piccina, una donna-bambina.

Il Nano, oltre che per il look strepitoso total pink e per le scarpe brilluccicanti, ha capito esattamente quanto sia affascinante e pericolosa la grazia di Irene, e ogni sera prima di andare a letto si assicura che Irene sia da qualche parte lì intorno, e che un giorno poi andranno insieme al mare, perché la Bimba Con Gli Occhi Dentro Agli Occhiali avrà di sicuro un costume bellissimo con i luccichii.

Damiano che quel giorno non c’era. Ma era come se ci fosse, perché quando una mamma lascia a casa un bambino ammalato, pensa che senza di lei si annoierà a morte. E invece magari lui è lì che ritaglia le figure da un giornale, o aiuta la nonna a fare pasticci, e alla mamma non ci pensa nemmeno. Ma siccome c’è un filo di ragnatela che si dipana dal cuore di una mamma a quello di un bimbo, e che questo filo si torce e si tira quanto più l’uno pensa all’altro, Damiano in un certo senso c’era anche lui. Non so se mi sono spiegata.
L’istantanea che ho di Damiano lo raffigura in piedi, vicino ad una porta, tutto intento a giocare con una macchinina. Ma con lo sguardo rivolto dietro di se’, come distratto, perché in quel momento preciso il filo comincia a tirare, e dà un fastidio come di pizzicotto sulla pelle.
In quel momento io e Cosetta eravamo sedute su una panchina, e per l’appunto parlavamo di lui.

Cosetta,tu mi chiedi se avevamo foto di Luca per poterle avere tutte con te, adesso che non c’è più.
Io quel giorno ero talmente presa da tutti voi che non sono riuscita a scattarne nemmeno mezza, io che di solito mi armo di digitale e scatto come una dannata, non potevo buttar via un pomeriggio a cambiare inquadrature e modalità di scatto, dovevo stare con voi completamente e lasciar perdere il resto.
Le foto che ho di lui, di voi, sono queste immagini che porto impresse nella memoria e che non scoloriranno mai.

L’unico modo in cui posso condividerle con te è raccontartele così come sono.


Ciao Luca.

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