Malattie esotiche

Lunedì scorso c’è stata la riunione a scuola con i genitori dei bambini… A parte fare il punto sulla situazione, il vero argomento era la recita scolastica in previsione del Natale.

Bambini di tutte le razze

Quando sono arrivata la maestra della sezione F (quella con i bimbi di quattro anni) stava illustrando a grandi linee l’argomento della recita: quest’anno si è sentita l’esigenza di dare a questa recita un taglio multirazziale, multiculturale, multilinguistico, multiplo di tre, ecc. ecc., in quanto ci sono bambini (figli dei calciatori del Catania) che provengono dal nord (Padania, stato estero chiaramente), uno viene addirittura dall’Argentina e quindi parla solo lo spagnolo….. più naturalmente i bambini che arrivano dallo Sri Lanka e dalle Mauritius.

La recita è ambientata in un aeroporto dove bambini di diverse nazionalità si incontrano e si scambiano gli auguri di Natale, il cast è composto dai bambini di quattro anni. I nostri figli di tre anni sono relegati a fare il coretto e a intonare le tipiche canzoni natalizie (ben cinque canzoni… quasi un festival) che da più di un mese la povera maestra cerca di inculcare nelle loro giovani menti.

Per la cronaca, l’unica strofa che Beatrice mi “riporta” a casa è questa: “IL NATALE FELICE E SPLENDENTE….” e poi basta!!! Anzi no, continua dicendo: “Fra poco i Wriggles…” imitando la voce del canale JIM JAM, insomma fa tutto un minestrone.

Comunque, dopo che la maestra ha terminato di parlare, la mamma di Roberta e la mamma di Giulia sono intervenute dicendo che questa recita non soddisfaceva le loro aspettative e non combaciava con quell’idea del Natale che da sempre aleggia nei nostri cuorrr…. Tradotto nella pratica: bambini vestiti da Sacra Famiglia, compreso bue e asinello, e Re Magi che portano i doni, o al limite travestiti da angioletto.

È nata un’accesa discussione tra queste due mamma e la nostra maestra, poco dopo in difesa della maestra si è schierata la mamma di Nicolò (proveniente dallo stato estero Padania), che si è accanita contro la mamma di Giulia invitandola a celebrare il Natale tradizionale nell’ambito delle quattro mura domestiche e di non “scassarci più ‘a minchia” (dopo questa bella frase abbiamo capito che solo il marito arriva dalla Padania).

La mamma di Giulia è corsa fuori dall’aula ed è scoppiata in lacrime, in suo soccorso è corsa la mamma di Miriana; a quel punto anche la maestra si è messa a piangere perché in nove anni di onorato servizio non le erano mai, e sottolineava MAI, capitate delle mamme ingrate come noi….
In suo soccorso indovinate chi è accorsa? IO! Ahimè, mi dispiace per lei…. ma a me veniva troppo da ridere. Soprattutto sono scoppiata a ridere quando ho sentito il commento di una mamma cingalese: “Mio paese questo non succedere”. Detto da una che arriva da un paese dove da anni imperversa la guerra civile… insomma, fa riflettere!

Ma l’acme ancora doveva arrivare… La mamma di Giulia sempre più singhiozzante ci spiegava che si era sentita umiliata dalle parole della mamma di Nicolò che, a suo avviso, aveva inteso darle della razzista.
Ma come? Razzista a lei, che ha vissuto fino a pochi mesi fa in Brasile?!?!? Razzista a lei, quando sua figlia -Giulia per l’appunto- è nata a Bahia?!?! L’aeroporto lei sì che lo conosce….. Catania-Milano, Milano-Lisbona, Lisbona-Rio, Rio-Bahia…. per tre anni di seguito!!! (Queste tratte le avrà ripetute almeno 40 volte… giusto per chiarirci il concetto che l’idea dell’aeroporto in fondo a lei piaceva.)

Tra un singhiozzo e l’altro ripeteva… “Mia figlia è bahiana…. Mia figlia è bahiana…” Vedevo gli occhi della nonna di Giorgio riempirsi di lacrime, a un certo punto l’ho vista avvicinarsi alla mamma di Giulia e stringerla forte. La mamma di Giulia, un po’ disorientata e confusa da quell’abbraccio, ha smesso finalmente di singhiozzare…

La riunione è finita verso le 19 e ci siamo lasciate con un compromesso: d’accordo per l’aeroporto, ma i nostri bambini (quelli di tre anni) saranno vestiti tutti di rosso con il capellino di Babbo Natale sulla testa… Ohhhh, evviva!
La mia proposta di vestirli da hostess e da stewart non capisco perché ma non è stata accettata… a me pareva buona… Non ho nemmeno capito il perché di quegli sguardi fulminanti di alcune mamma verso di me!! Boh?

Comunque non è finita: due giorni fa ho incontrato a scuola la nonna di Giorgio che mi ha fermato e tra le altre cose mi ha detto: “Poverina Giulia, mi dispiace tanto per lei così malata”.
E io: “Ma come, Giulia è malata?”
“Eh sì, è bahiana.”

Questa signora non tanto vispa di intelletto è convinta che l’essere bahiana sia una malattia. Ecco perché aveva abbracciato in quel modo la mamma di Giulia! Però è molto grande di cuore… mi ha raccontato che vuole dare alla mamma di Giulia il nome di uno specialista che ha curato per la stessa malattia il nipote di una sua amica, che ora sta benissimo!

Avete visto che può succedere per la recita dei tre anni?
Se penso che tutte queste mamme (e nonne) le dovrò sopportare fino alla terza media mi viene voglia di crescere Beatrice analfabeta!

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