Oggi secondo colloquio individuale con la psicologa,
ero più agitata dell’altra volta, ma per lo meno avevo dormito e non stavo male, quindi ero un pochetto più "presente"!
Come previsto, la domanda di apertura è LA domanda: perché l’adozione in assenza di problemi a procreare?
E poi: abbiamo escluso la strada biologica o le stiamo portando avanti entrambe?
Abbiamo scelto l’adozione per i rischi di una gravidanza in età avanzata? (e qui mi scappa un sorriso, perché sul fatto che inizio ad essere vecchierella José mi sfotte da un pezzo!)
Come vedo l’inserimento di un bimbo "altro" con già due bambini in famiglia?
Quali saranno i problemi aggiuntivi? E quali i vantaggi?
Di cosa ha bisogno un bambino che arriva in famiglia?
Cosa abbiamo detto a Anna?
Stavolta è andata meglio, sono anni che penso e ripenso a queste cose, e soprattutto ero più tranquilla e non mi sono lasciata prendere dal panico.
Credo che la presenza dei bambini possa essere una grande risorsa.
Sono un esempio chiaro che noi genitori ci siamo e ci saremo, in ogni caso, e possono essere un "modello" di fiducia verso gli adulti di casa per il bimbo che verrà, che di fiducia negli adulti probabilmente non ne avrà molta.
Ci hanno trasformato da coppia a famiglia, ci hanno già dato lo scossone destabilizzante che l’arrivo del primo figlio porta con sé, ci hanno insegnato l’umiltà del non sapere, l’importanza della flessibilità e della condivisione, il non aver paura di chiedere aiuto, se da soli le cose diventano difficili.
D’altra parte, il nuovo bimbo si troverà a non avere un tempo esclusivo dei genitori (avrà in più tempo e attenzioni da parte dei fratelli, certo, ma non è la stessa cosa) e si troverà a doversi inserire in una famiglia più "complessa" di quella composta da soli due adulti, con dinamiche intrecciate e meno "dirette".
E si dovrà confrontare in modo diretto con bambini che sono da sempre nella loro famiglia, che hanno avuto una vita senza scosse, e magari questo accrescerà la rabbia di fronte all’ingiustizia del fatto che per lui le cose non sono state altrettanto facili.
La psicologa del corso l’altro giorno ci ha chiesto:
"Quando il bimbo vi dirà: Perché non mi avete fatto voi?, non potrete dirgli: Perché non potevamo, e allora?"
"E allora gli diremo che non potevamo "farlo" noi perché lui era già nato altrove e noi, nel nostro cuore, sapevamo che nostro figlio era lui, non un altro bimbo ma proprio lui, e per questo siamo andati a cercarlo."
Sarà la risposta giusta?
Lei non si pronuncia, ma ora come ora io non ne ho altre.