Va meglio… Sono due giorni che non "sentiamo" niente.
Ora spero solo che la direttrice si decida a riaprire le scuole,
poveri bambini…
Una notte stavo vedendo Mtv e c’era una canzone carina,
ma io non so l’inglese e quindi mi ha molto colpita il video.
C’erano loro due innamorati, poi lui va in guerra, lei lo tradisce,
lui muore… lei lo ricorda…
Io non so se è stata solo la scusa per aprire le fontanelle, ma ho iniziato a piangere disperata.
Io rivoglio Matteo.
Rivoglio la nostra intimità, voglio il tempo per pensare a lui.
Questo terremoto me l’ha portato via.
Io non riesco a pensare a due cose alla volta
e, dal 6 aprile, non ho più pensato a lui, ma solo alla nostra sopravvivenza.
Poi c’è un’altra cosa, un po’ inquietante a dire il vero.
Nei tre-quattro giorni successivi al terremoto, in negozio c’erano davvero le ragnatele.
In otto anni era la prima volta che Matteo si metteva sulla porta al sole.
Io gli dissi: "La psiche umana è strana, vedrai che appena passerà
la grande paura, passerà anche la crisi economica, la gente avrà voglia di godersi la vita e si butterà nelle spese più sfiziose."
Da una settimana il negozio è tornato come prima della crisi.
E poi… sempre dei giorni di panico, mi misi a pensare all’ultima volta che provai quella paura di andare in giro, di condurre una vita normale… e mi rivenne in mente la Sars.
E pensai, mi vergogno, ma lo pensai: "Ci vorrebbe qualcosa del genere a distrarci dal terremoto".
Ecco… è arrivata la pandemia.
Già pensavo poco prima, ho deciso di non pensare più.