Puerperio: guida alla sopravvivenza!

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Le teorie più accreditate sostengono che i dinosauri si estinsero a causa della caduta di un grosso meteorite: dissento.
Secondo la mia teoria, l’estinzione dei dinosauri fu causata dalla nascita del loro primo figlio.
Sì, perché niente, neanche un enorme meteorite che precipita sulla terra e muta radicalmente il clima ti sconvolge la vita come la nascita del tuo primo figlio.

Ti sei sentita madre già quella mattina, tra le piastrelle lucenti del tuo bagno, mentre la lineetta rosa si colorava.
Ti sei sentita madre mentre il tuo pancino piatto lasciava il posto ad una ridente collinetta.
Ti sei sentita madre mentre sceglievi la prima tutina che avrebbe indossato il tuo cucciolo.
Ti sei sentita madre mentre leggevi tanti ed utili libri di puericultura, divorandoli pagina dopo pagina, apprendevi come si fa la nanna e annuivi come chi ha ritrovato il libretto delle istruzioni del videoregistratore dopo che si è scordato come impostare il timer.

Poi, tra urla, sudore, lacrime e sangue, sei naufragata sull’atollo della tua maternità reale.
E per quanto attorno a te ci siano tante persone, come ogni naufrago che si rispetti, sei totalmente, innegabilmente sola.
Mi correggo, non sei propriamente sola: con te c’è un piccolo alieno pelato che ha ingoiato una sirena il cui pulsante è irreperibile.

Com’era bella la tua pancia, mentre la portavi a passeggio (senza doverle mettere tutina-maglione-calze-tutone termico-guanti-sciarpa, e senza dover ricominciare appena finito, perché ovviamente ha rigurgitato)!
La guardavano tutti, con un misto di imbarazzo e venerazione.
Com’era bravo il tuo bambino, che mangiava quando tu mangiavi, dormiva, e se non dormiva galleggiava placido nel mare Amnios, si divertiva ascoltando la tua voce, seguiva le tue carezze con i piedini.
Non faceva la pupù, faceva la pipì, ma tutta riciclabile al cento per cento.

Il bambino reale, con il quale fai i conti adesso, gioca scorretto.
Lui è reduce da nove mesi di dolce far niente, tu sei reduce da almeno tre mesi di stipsi, acidità di stomaco, gonfiore, pubalgia, frequenti visite alla toilette, insonnia e mal di schiena. Senza contare le ultime ore, sicuramente insonni, probabilmente a digiuno, durante le quali hai bruciato almeno 14.000 calorie.
Insomma, uno scontro impari.
Perciò, rassegnati a capitolare al caos e fallo allegramente: il caos è vita!

Durante i primi quaranta giorni dopo il parto, sii paziente, con tuo figlio ma soprattutto con te stessa.
Se prima i tuoi pavimenti brillavano, adesso accettali sporchini.
Se erano sporchini, accettali da multa dei Nas.
Se erano da multa dei Nas, armati di metal detector per cercare le chiavi della macchina.
Ma fallo con il sorriso sulle labbra: è la natura che segue il suo corso!

Non stare in piedi, se puoi sederti. Non stare seduta, se puoi sdraiarti. Non stare sdraiata, se puoi dormire.
Manda a remare chi ti dice di approfittare del sonno del bimbo per fare le cose di casa: approfitta del sonno del bimbo per dormire.
Non c’è niente di più rilassante di un neonato che ti dorme contro, ed è probabile che anche lui, sentendoti accanto, dorma più a lungo, con beneficio per entrambi.

Allatti al seno? Tuo marito non ha le tette, ma può comunque alzarsi e prendere il bimbo, cambiarlo e portarlo nel lettone almeno una volta a notte.

Allatti con il biberon? Prepara tre biberon la sera, e mettili in frigo. Anche l’uomo più assonnato non riesce a sbagliare la dose di polvere, quando il latte è già ricostruito.
Buttalo giù dal letto! I figli si fanno in due e in due vanno cresciuti.

E se dovesse obbiettare che lui lavora e porta a casa la pagnotta, mentre tu sei “in ferie” dall’ufficio, fagli notare che lui la domenica (e forse anche il sabato) è libero dal lavoro, per cui è giusto che una notte a settimana anche tu abbia la libertà di un riposo ininterrotto.

Sii indulgente: con il tuo bimbo, ma soprattutto con te stessa.
Capitola allegramente ai cibi precotti, alla teglia di melanzane di zia Angelina, all’insalata in busta già lavata, ai bastoncini di pesce impanati.
Apprezza la morbidezza e la voluminosità degli asciugamani non stirati, le pieghe naif sulle t-shirt. Pensa che sarebbero comunque stropicciate dopo mezz’ora che le indossi: in definitiva hai risparmiato mezz’ora!

Ascolta il tuo corpo, vai a dormire anche se sono le nove di sera, se sei stanca. Avrai tempo per guardare la tv o per leggere quel libro.

Se ti fa piacere, ricrea la vecchia e sacrosanta usanza dei quaranta giorni: la puerpera si trasferiva presso la madre o presso la suocera e non doveva pensare che a se stessa e al suo bimbo, imparare a conoscerlo, a conoscersi come madre.

E se tutti questi consigli dovessero apparirti inutili, ti lascio l’ultimo, il più importante: il puerperio dura quaranta giorni, poco meno di sei settimane, poco più di un mese.
E’ un tempo che ti sembrerà infinito mentre lo vivi, ma in definitiva passerà presto.
E la cosa più bella e più ridicola, è che ti ritroverai a rimpiangerlo.
Quindi, fra una lacrima di latte e l’altra, enjoy it!

1 commento su “Puerperio: guida alla sopravvivenza!”

  1. Non ho mai riso cosí tanto… E mi serviva, soprattutto perchè é tutto il pomeriggio che il ferro da stiro mi guarda accanto a un Everest di bucato da stirare ma la mia seconda bimba non ha intenzione di fammelo usare. E la prima bimba?! Spedita in lacrime dalla nonna poverina… Inutilmente a quanto pare…

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