Figli nella ragnatela

bimbacomputer.jpgInternet ha rivoluzionato il nostro mododi essere, più di quanto forse siamo disposti ad ammettere.

C’è una parte della rete che è "abitata" da personeche in maniera più o meno consapevole cercano di creare le cosidette"reti sociali", individui che spontaneamente, senza scopi bendefiniti, ma accomunati da temi e interessi, trovano un modo naturale diconfrontarsi e di unirsi.
Per alcuni aspetti è completamente ribaltata laprospettiva di interazione.

Eravamo fruitori passivi di libri,radio, televisione, giornali e siamo diventati protagonisti e creatori diinformazione e intrattenimento.
Si tende spesso a demolire il "mostro mediatico"e a vederlo come frutto sterile della teconologia moderna, a guardarlo con sospetto, con ironia, con un senso stranodi scetticismo, come se le relazioni, la rete, la cittadinanza virtualepotessero renderci aridi: al contrario il web riserva un potenziale infinito.
La rete ci impone di esprimerci. Non possiamo restareaffacciati a guardare. Dobbiamo entrare e dire la nostra.
Crearci il nostro ruolo, il nostro spazio, la nostra cartad’identià e i nostri carichi penali.
La credibilità è un aspetto fondamentale, la celeberrimavignetta del Newyorkers (vedi sotto) oggi è in gran parte smentita, perchè anche Internet – a fatica – si staritagliando la sua deontologia e se sei veramente un cane, è solo questione ditempo, ma si capirà che abbai o, peggio ancora, che ululi e non entrerai più danessuna parte.
Il vero problema piuttosto è tutelare chi ha fretta di"aprire", come quei sette capretti, che al terzo tentativo, hannoaccolto il lupo, nonostante le raccomandazioni della loro mamma.
Se da un lato è nostro dovere uscire da quella porta perdarci la possibilità di migliorare il mondo e noi stessi, dall’altro è dirittodei nostri figli essere tutelati dal cane e dal lupo.
Una grandissima parte delle Noimamme, me compresa, ha bambini in età prescolare; abbiamo davvero solo qualche mese, poco più di un anno per fortificare quelportone, per mettere un lucchetto più robusto, prima che sia troppo tardi,perchè quel lupo oggi non è un animale che ha fame (da questo punto di vistasarebbe forse ancora giustificabile) ma oggi quel lupo è un pedofilo e non c’èattenuante o forbice che ci regali il "vissero tutti felici e contenti".*

Praticamente, da mamma a mamma, che fare?
Qualche regola semplice, come se fosse la ricetta del pandi spagna della nostra nonna.

  • Non esiste ignoranza: dove credete di non poter capire, chiedete aiuto a qualche amico di qualche amico smanettone. Vi sorprenderà, ma anche il cuginetto di 15 anni, quello che pensavate sapesse giocare solo alla playstation, può esservi utile alla causa del lucchetto.
  • Non disabilitate la Cronologia. Lasciate che l’uso del vostro computer e dello storico dei siti visitati sia trasparente. Questo cozza con il concetto di privacy, ma, parlando di una famiglia con dei minori, la privacy coincide con la sicurezza. 
  • Cercate di installare un software che filtri parole (parental control) che voi ritenete pericolose: come pedofilia, sesso, pornografia. Esistono software economici e quel cuginetto di cui prima può installarvelo e configurarlo con estrema facilità. 
  • Cercate di non lasciare mai per troppo tempo un bambino davanti al computer da solo o con gli amici. Controllate sempre con la cura e la discrezione con cui controllereste che giochino senza farsi del male. 
  • Visionate periodicamente tutti i programmi installati e chiedete sempre l’utilità di quelli che non conoscete (cioè subentrati in un secondo momento): rimuovete tutto ciò che non vi convince. 
  • Esaminate gli strumenti di chat e messaggeria istantanea (MSN & Co) cercando, per quanto possibile, di controllare chi siano gli interlocutori. 
  • Cercate di condividere una parte della sua rete, diventate, attraverso il dialogo, parte della sua rete abitata, prendete in affitto, se potete, un monolocale nella sua città virtuale.
  • E infine, cercate, per quanto possibile, di non installare ipcam, webcam, tutto ciò che può favorire il video. Può apparire una misura estrema, ma a meno che non abbiate nonni o parenti lontani che hanno bisogno di vedervi e vedere i vostri figli, sappiate che la video comunicazione è stata un grandissimo flop e che non tocca a noi, nè tanto meno ai nostri figli, risollevare le sorti di questa tecnologia.

Se poi vostro marito avanza necessità di webcam  "per levideoconference", peggio ancora: è probabile che più che un lupo, stia perentrare nelle vostre case un’altra sottospecie d’animale femminile,  ma questa, ahimè, è un’altra triste storia.

 

NewyorkersTeresa.jpg

 

* Secondo una ricerca intitolata "Viaggio" del bambino in rete: itinerari, esperienze, attese. L aprima analisi europea sui comportamenti dei bambini nel web effettuata da Nielsen/NetRating, sono2.400.000 i bambini italiani al di sotto dei 13 anni che vivono infamiglie collegate alla rete. In dati percentuali: il 35 per centodella popolazione infantile del paese. Di questi, il 15 per cento ha
effettivamente navigato. Secondo lo studio, da gennaio a marzo, più diun milione di bambini italiani ha navigato almeno una volta da casa eil 66 per cento dei tredicenni che vivono in case fornite dicollegamento a Internet naviga sulla rete.

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