Le unioni civili

Unioni civiliCon l’espressione “unione civile” si intende una forma di riconoscimento da parte delle istituzioni del legame affettivo ed economico che intercorre fra due persone non legate da vincolo di parentela o da matrimonio.
La questione riguarda, insomma, le coppie di fatto, che possono essere sia eterosessuali sia omosessuali; mentre nel primo caso esiste la possibilità di contrarre matrimonio, però, nel secondo caso le unioni civili costituiscono l’unico modo per accedere a determinate tutele.
In particolare, due persone affettivamente legate desiderano poter essere responsabili della reciproca assistenza sanitaria, desiderano poter garantire la tranquillità economica al partner in caso di morte tramite la reversibilità della pensione e dell’affitto; inoltre, ci sono diritti legati al riconoscimento giuridico che, in alcuni casi, sono fondamentali per poter costruire una vita insieme (il ricongiungimento familiare, l’immigrazione del partner se straniero).
Il riconoscimento giuridico della coppia di fatto comporta anche, analogamente al matrimonio, una serie di doveri reciproci e verso terzi (come quello di soddisfare i debiti contratti dal partner).
La Danimarca è stato il primo paese in Europa a legalizzare le unioni civili omosessuali nel 1989. Da allora numerosi altri paesi hanno legiferato in proposito, fra cui Belgio, Francia, Germania, Norvegia, Olanda, Portogallo, Spagna, Svezia. In molti casi, alle coppie omosessuali è stato, dopo qualche anno, consentito l’accesso al matrimonio.
L’Italia, che non possiede ancora una legislazione in materia di unioni civili, è stata sollecitata più volte dal Parlamento europeo a provvedere, poiché la mancanza di un riconoscimento giuridico alle coppie di fatto è ritenuta discriminatoria e di ostacolo alla libera circolazione dei cittadini europei che, spostandosi in altri paesi, potrebbero non vedere riconosciute le unioni precedentemente contratte. Recentemente, anche la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha condannato l’Italia per aver violato il diritto al rispetto della vita privata e familiare di tre coppie omosessuali, che da anni vivono insieme in una relazione stabile.
Il disegno di legge Cirinnà (dal nome della relatrice), già approvato in Commissione giustizia al Senato, dovrebbe colmare questo vuoto legislativo ma, a dispetto delle previsioni che lo davano per approvato entro la fine del 2015, è attualmente fermo in attesa di modifiche, a causa dei contrasti fra il PD e gli alleati di governo del Ncd.
Gli aspetti più spinosi della questione, anche per l’opinione pubblica, riguardano i figli, in particolare il diritto per le coppie così riconosciute di accedere all’adozione (già consentita in alcuni paesi).
Esiste inoltre il problema reale dei figli cresciuti da una coppia di fatto, biologicamente e legalmente figli di uno solo dei membri della coppia, di cui ci siamo già occupate in passato (https://noimamme.it/il-magazine-dell … stere.html); spesso l’adozione del figlio del partner (stepchild adoption) è consentita anche nei paesi che non permettono alle coppie di fatto l’accesso all’adozione.

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