Forse non possiamo chiedere tanto (perché no, poi?), ma possiamo almeno vedere questo traguardo un po’ come l’utopia (non lo raggiungeremo mai, ma cerchiamo almeno di camminare in quella direzione!). Tralasciando l’ironia, questo è uno dei tanti aspetti che rendono difficile essere genitori nel nostro paese che penalizza, piuttosto che incentivare, chi ha dei figli.
L’assenza di retribuzione può pesare sul bilancio familiare, ma quello che colpisce ancora di più è il limite di cinque giorni, quando chiunque abbia avuto figli sa che i bambini dai 3 anni in su sono soggetti spesso a malanni più o meno seri (mia figlia, 5 anni, è rimasta a casa un mese recentemente, per broncopolmonite). Inoltre purtroppo le famiglie hanno sempre meno di frequente la fortuna di poter contare su una rete familiare di sostegno e capita che i genitori siano soli a gestire queste situazioni.
Gli altri paesi europei riconoscono l’opportunità della vicinanza di un genitore anche quando ad ammalarsi sono bambini e ragazzi oltre gli otto anni che, in effetti, hanno ragionevolmente diritto alla vicinanza di un genitore e non possono essere lasciati soli in casa, specie se ammalati.
La tutela dei minori passa anche attraverso il concedere ai genitori la possibilità di accudirli adeguatamente con permessi retribuiti, una maggiore durata dei congedi e un innalzamento del limite di età.
L’associazione Genitoriche si è fatta promotrice di un‘iniziativa che vogliamo sostenere: si tratta di una raccolta di firme a sostegno di una proposta di modifica della Legge 53/2000 (e del successivo Decreto Legislativo 151/2001) nei termini seguenti:
“Ogni genitore ha diritto a 10 giorni all’anno di astensione dal lavoro completamente retribuiti in caso di malattia di ciascun figlio da 0 a 12 anni, 20 giorni in caso di famiglie monoparentali, dietro presentazione di certificato medico.
Restano immutati il diritto del genitore ad assentarsi dal lavoro ogni qualvolta il figlio sia malato, nella fascia d’età 0-3 anni, così come le eventuali condizioni di miglior favore previste dalla contrattazione collettiva.”