Suicidi tra gli adolescenti e bullismo: che fare?

Stop ai suicidi dei giovaniLe cronache di questi giorni ci snocciolano una serie di suicidi di ragazzi adolescenti o poco più. Tristissimo il caso di Beatrice, la ragazza che solo pochi giorni fa si è buttata sotto il treno perché aveva vergogna del suo corpo, davanti gli attoniti compagni.

Sorgono allora delle considerazioni: sicuramente ci vorrebbe lo psicologo in classe per aiutare gli adolescenti ad imparare ad accettarsi.

Però, forse, ancora di più, ci vorrebbero sanzioni pesanti, molto pesanti, nei confronti di coloro che mettono in essere azioni di bullismo, non solo fisico ma anche verbale nei confronti dei loro simili.

Leggiamo in queste ore di affermazioni terrificanti, vergognose, disumane, postate sui social a “commento” della tragica morte di questa povera ragazzina. Affermazioni nelle quali, per esempio, si accusano le persone “grasse” di preferire il suicidio al lavoro di eliminazione dei loro presunti “chili di troppo”.

Pensiamo che quello che gira sui social Beatrice se lo sia sentito dire più e più volte, con le parole e con gli sguardi.

E’ ora di dire basta a questa violenza, bisogna intercettarla tra i banchi di scuola e fuori e sanzionarla.

Spesso si assiste alla violenza e si passa oltre, tacciandola superficialmente come fenomeno di “goliardia adolescenziale“.

È capitato anche, recentemente, con l’insegnante presa a calci e legata alla sedia dai suoi studenti. Le vittime non parlano, se non avvertono attorno a loro una profonda solidarietà e attenzione nei loro confronti.

Non parlano, se avvertono che la loro sofferenza è minimizzata, archiviata con un sorriso bonario alla voce “scherzi” e non nella dimensione della violenza vera e propria.

Non parlano, si tengono tutto dentro, si colpevolizzano e alla fine, sentendosi inadeguate, corpi estranei al mondo in cui vivono, scelgono di uscire di scena, come la povera Beatrice.

Sì sicuramente va bene lo psicologo in classe, ma che aiuti i giovani e gli adulti presenti tra i banchi e nell’ambiente scolastico innanzitutto a riconoscersi e a viversi come esseri umani, dotati di un cuore e di un’affettività che dovrebbero funzionare e di un cervello pensante che dovrebbe educare la bocca a non demolire i proprio simili.

Altrimenti le tragedie come questa si ripeteranno e ci ritroveremo ancora qui a recriminare e a piangere inutilmente.

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