Sapevate che c’è correlazione tra le crisi economiche e la moda?
Sembrerebbe logico che in tempi di crisi la moda mantenesse il basso profilo per adeguarsi ai tempi bui.
Invece no, è tutto l’opposto.
Mai come in periodi neri come questo la moda e gli stilisti ci propongono fasti e lussi.
Tessuti ricchi, lavorati, pietre preziose a iosa su scarpe e abiti, colori accesi e sgargianti.
La moda ci deve far sognare, evadere dal grigio quotidiano, gratificarci se il resto va a rotoli. Le gonne si accorciano, i tacchi si alzano per una strana teoria per cui le donne che incedono a passi lenti e guardinghi (come fare diversamente su quei trampoli?), sono la metafora dell’uomo che in tempi incerti si comporta con prudenza.
Questo quello che ci propongono gli stilisti in passerella, perché poi bisogna vedere se nella vita di tutti i giorni i dettami degli stilisti si trasformeranno nello street style.
Anche i colori riflettono la recessione economica: colori vivaci e brillanti per dare speranza alternati a colori neutri e stabili, a dare certezza.
Secondo una teoria della fine degli anni 20 invece, in tempi di recessione le gonne si allungano. Durante la crisi del ’29, infatti, nonostante gli stilisti avessero decretato le gonne sotto il ginocchio, le donne sentirono l’esigenza di allungare gli orli ulteriormente e di coprirsi, ribaltando così i dettami delle passerelle.
Personalmente credo che la teoria sia un po’ datata, gli abiti e le gonne di quest’anno sono decisamente corti, se le gonne si allungheranno sarà solo perché con la crisi che c’è nessuno comprerà e si tireranno fuori le gonne degli anni scorsi.