Fari puntati sull’edilizia scolastica. L’apertura delle scuole, tra poche settimane, in seguito anche alla tragedia di Genova, pone l’accento sulla situazione degli edifici scolastici italiani, lungo tutta la Penisola. Ad avviare una attenta riflessione, con tanto di numeri, è l’Anief, l’associazione sindacale di categoria.
I numeri
In Italia, evidenzia nella sua nota l’Anief, ci sono 42 mila plessi scolastici che, a partire da settembre, torneranno a ospitare quasi otto milioni di alunni, oltre 850 mila insegnanti, 250 mila Ata e 6 mila dirigenti scolastici. Numeri importanti che devono far riflettere sulla situazione della spesa relativa agli investimenti in edilizia scolastica. Recenti notizie di stampa, infatti, evidenziano come dei 6,2 miliardi di euro di fondi già stanziati e destinati all’edilizia scolastica, dal 2015 al 2018, siano stati utilizzati appena 604 milioni. Si tratta di dati più che attendibili, frutto di elaborazioni del centro studi dell’Ance, l’associazione italiana dei costruttori edili. In percentuale, è stato speso un decimo di quanto disponibile. Si tratta di risorse, facenti capo alle Grandi Opere e alle relative spese messe in Bilancio, finalizzate agli interventi di miglioramento e potenziamento delle strutture statali, proprio a partire dagli istituti scolastici. Dalla relazione del centro studi emerge che: “tra il 2015 e il 2018 lo Stato ha aumentato le risorse annuali per infrastrutture da 12,4 a 21,5 miliardi di euro, con un aumento in valori reali del 72 per cento. E per i prossimi 15 anni sono già in bilancio 140 miliardi di euro. Eppure gli investimenti fissi lordi pubblici sono in costante calo negli ultimi dieci anni, -36 per cento dal 2007, passando dal 2,9 per cento del Pil al 2,0 per cento”.
Urgenza cantieri
Intervenire per mettere in sicurezza gli istituti scolastici è quanto mai urgente. Tanto più che oggi, grazie alle nuove tecnologie, è sempre più veloce il processo di messa in sicurezza delle strutture. Inoltre è sempre più economico grazie alla possibilità di acquistare a prezzi competitivi le migliori attrezzature, come rampe per escavatore, anche on line su portali come Giffi Market. Per Marcello Pacifico, segretario organizzativo della Confedir, cui aderisce Udir, gli interventi sui plessi scolastici devono essere accelerati “perché la metà dei nostri edifici scolastici ha quasi 50 anni, essendo stata realizzata prima del 1971, l’anno in cui entrò in vigore la normativa sul collaudo statico degli edifici. Duranti gli ultimi anni, la “stretta” sulle misure preventive e il logoramento delle strutture hanno prodotto la chiusura o la necessità di ristrutturare sempre più scuole: lo dimostra il fatto che ad oggi, rispetto a 42.292 edifici scolastici ve ne sono ben 8.450 dove non si svolgono le lezioni, poiché risultano in ristrutturazione, dismessi oppure in fase di ricostruzione”.
Dati sui quali riflettere
Il comunicato sindacale riporta una serie di dati interessanti sullo stato delle scuole italiane. Secondo quanto riportato, infatti, un plesso scolastico su cinque è chiuso per sempre o in attesa di essere messo a norma. “Ci sono delle Regioni – si legge nella nota – dove il numero di edifici scolastici non attivi, per vari motivi, supera abbondantemente quello delle strutture dove si fa didattica: in Sardegna, ad esempio, sono 1.615 gli edifici dove le lezioni non si possono fare ed appena 326 quelli dove si svolgono. Non va molto meglio in Sicilia dove, a fronte di 1.680 plessi scolastici in cui si fa didattica, ve ne sono ben 2.580 bloccati. Poi ci sono le regioni virtuose, come il Piemonte, dove su 3.115 scuole solo 3 risultano inagibili. In Lombardia, dove si concentra il maggior numero di scuole: su 5.532 ne risultano chiuse per motivi di edilizia 432. In Friuli Venezia Giulia, invece, tutti i 1.012 edifici scolastici esistenti sono aperti”.