La separazione..quanto mi spaventa!

Buongiorno,

sono Francesca mi scusi se le ho scritto in mp..ma purtroppo mi crea un certo imbarazzo chiedere in forum

Sono in crisi da parecchi anni con mio marito.

Abbiamo un bambino di 4 anni.

Ho sofferto di attacchi di panico..ma li sto curando.

Ho un lavoro che mi tiene impegnata tutto il giorno visto che sono responsabile di un negozio.

La casa è di mia proprietà e intestata solo a me (un regalone da parte della mia famiglila)

Quando litighiamo è capitato che a mio marito abbia detto che dovesse andarsene da casa..perché non era giusto subire ancora tutti.

e lui ogni volta mi dice che fino a che nn riceve una lettera dal giudice da quella casa anche se è mia non se ne va(noi abbiamo la separazione dei beni) perché siamo sposati e quindi la casa è anche sua.

ho il timore che avendo sofferto di attacchi di panico in passato si possa ritorcere contro in qualche modo.

sono piena di paure..

e non riesco a prendere la strada giusta perché non conosco quello che mi si prospetterebbe davanti.

Ovviamente le ho detto solo un minimo di tutto quello che servirebbe per avere una panoramica piu ampia..spero di poterla sentire a breve.

Saluti

Francesca




La casa è di sua proprietà esclusiva (acquistata in regime di separazione dei beni) e quindi suo marito non può vantare alcun diritto di proprietà o altro diritto reale sul bene. E’ tuttavia corretto sostenere che suo marito ha il diritto di abitarvi fino a che il Presidente del Tribunale, in sede di udienza, non autorizzerà i coniugi a vivere separati.

In quel momento, l’unica possibilità che ha suo marito di ottenere l’assegnazione della casa coniugale, e quindi non un diritto di comproprietà ma il diritto di abitarvi da separato, è quello di chiedere e ottenere la collocazione prevalente di vostro figlio con sé. Ciò significa che, pur in presenza di un provvedimento di affidamento condiviso del minore (che oggi costituisce la regola, mentre l’affidamento esclusivo è riservato a casi particolari), il genitore con cui il minore risiederà prevalentemente potrà fare istanza di assegnazione della casa coniugale, cioé dell’immobile, di sua proprietà, in cui ha vissuto la famiglia. Lei ovviamente avrà diritto di abitarvi anche in assenza di un provvedimento di assegnazione in suo favore e sempre che non venga disposta l’assegnazione in favore di suo marito, laddove ne sussistano i presupposti sopra enunciati e sempre che lui ne faccia istanza.

Se, come accade di regola, verrà disposto l’affidamento condiviso del minore, con residenza prevalente con la madre, suo marito dovrà trasferire altrove la propria residenza. In ogni caso questo succederà nel momento in cui comparirete davanti al Presidente del Tribunale e quindi dopo il deposito del ricorso per separazione.

Nel frattempo lei non può imporre a suo marito di andarsene. Se sussistono ragioni gravi e urgenti che rendono pericolosa o comunque intollerabile la convivenza, le consiglio di rivolgersi immediatamente ad un legale o, nei casi più gravi, alle forze dell’ordine.

Quanto ai suoi attacchi di panico, non disponendo di ulteriori informazioni sul punto, posso dirle che di per sé l’esistenza di una patologia non influisce sull’affidamento dei figli, a meno che tale patologia non renda la persone che ne è affetta inidonea alla cura di un minore. Sarà tuttavia suo marito, in caso di contenzioso sull’affidamento, a dover dimostrare che lei non è in grado di accudire vostro figlio ma le assicuro che rari sono i casi in cui l’esistenza di una patologia produce simili conseguenze.

A maggior ragione se lei è in cura per la risoluzione del disturbo, il suo medico curante potrà certificare la sua idoneità allo svolgimento del ruolo genitoriale.

In ogni caso questi sono aspetti che dovrà valutare con il suo legale nel momento in cui si deciderà ad avviare la procedura per la separazione.

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