Uso di Valeriana officinalis protratto nel tempo

Dottoressa buongiorno.
In occasione di un particolare stato di agitazione, instabilità e ansia nel post-partum il mio medico che è anche il mio ginecologo mi suggerì di assumere valeriana dispert per “mettere un po’ a riposo i nervi”. Premetto che ho sempre avuto un buon sonno, tutt’al più può capitare che fatichi un po’ ad addormentarmi se la mente è affollata di pensieri, ma poi dormo bene (anche perché sono ca. 6 ore a notte: sono pendolare e mi alzo verso le 5.30 non riuscendo più di tanto a coricarmi presto). Da allora, circa tre anni, sporadicamente ne faccio uso quando mi sento sotto pressione e mi pare che i nervi possano saltare da un momento e l’altro, soprattutto a causa di disguidi o difficoltà di organizzazione del menage familiare – che è naturale capitino in una famiglia dove entrambi i genitori lavorano e soprattutto entrambi lontani da casa – oppure di certe intemperanze del piccolo che ora ha circa tre anni e ogni tanto “fa combattere”, o ancora di impegni lavorativi particolari. Ad esempio, ad oggi, da circa una decina di giorni ne prendo due pastigliette ogni mattina e funziona, mi sento più “sotto controllo”. Mi chiedo però se può farmi male, quanto posso prolungarne l’assunzione, quando posso capire di interromperla.

 La ringrazio e saluto cordialmente.

 

Gentile signora,

gli estratti di Valeriana officinalis sin dai tempi degli antichi romani sono stati utilizzati come rimedio per combattere stati di ansia, di nervosismo, di insonnia, e curiosamente  venivano utilizzati anche come febbrifugo e per uso esterno anche nella cura di eczemi e contusioni. Tra i rari effetti collaterali riportati quello più frequente è l’effetto paradosso (ossia il principio attivo anziché combattere il sintomo lo amplifica) con cefalea ed agitazione psicomotoria. Sempre viva è anche l’annosa discussione sullo sviluppo di un’eventuale “dipendenza” (è soprattutto la scuola erboristica italo-francese) per cicli lunghi di trattamento ad alti dosaggi. Le raccomando dunque di non superare i 30-35 giorni di somministrazione (che con questo tipo di fitofarmaci a mio parere sono comunque tanti specie se non si è sotto controllo medico) e di consultare eventualmente uno specialista per andare più a fondo sulla questione degli stati di ansia da lei avvertiti.

Auguri

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