Gentile Dottoressa,
mio figlio Francesco ha 8 anni e si appresta ad iniziare la terza elementare.
Ha sempre avuto una calligrafia decisamente brutta e difficile da “interpretare”, ma per fortuna ha anche trovato un’insegnante molto rispettosa delle peculiarità del bambino, che si è sempre prodigata in consigli riguardo a questo ma non lo ha mai ritenuto un handicap che influenzasse i risultati scolastici, peraltro molto buoni.
Di recente, la stessa insegnante, pur ribadendo che non lo ritiene un problema in senso stretto, mi ha consigliato di sentire un parere esperto, per vedere di dare un aiutino al bambino per modificare alcune abitudini errate.
In particolare, nello scrivere le lettere “t” “d” e “c” in corsivo minuscolo, Francesco adotta un metodo tutto suo, partendo dal fondo e staccando la biro quando di norma non servirebbe, e questo lo porta a rimanere indietro nei dettati o in quelle occasioni in cui è richiesta una certa velocità nello scrivere.
Inoltre, difficilmente chiude i “cerchi”, anche quando si tratta di numeri.
Mi piacerebbe sapere se, secondo lei, è il caso di intraprendere un percorso con un suo collega che segua il bambino, o lasciare che le cose si sistemino da sole in futuro, oppure ancora se esistono semplici “trucchi” che possiamo adottare noi genitori.
La ringrazio molto e la saluto.
Marika
Suo figlio sembra presentare un disturbo disgrafico (cioè una difficoltà nell’eseguire in maniera fluida gli atti necessari ad ottenere una “bella scrittura”) che rientra nella sfera dei disturbi specifici dell’apprendimento.
Senza visionare i quaderni però non mi è possibile darle risposte precise anche perché potrebbe aver associata anche la componente disortografica (cioè la difficoltà a scrivere in maniera corretta le parole).
Se vuole fugare ogni dubbio programmi una valutazione degli apprendimenti.
Cordialmente.