Cataratta congenita

Gentile Dottore,

mio figlio tra pochi giorni compirà 7 mesi.

All’ultima visita pediatrica il nostro medico dopo la routinaria osservazione degli occhi col suo strumento, ha notato una probabile mancanza di reazione al cosiddetto riflesso rosso e ci ha consigliato di fare visita oculistica al bimbo.

Così abbiamo fatto. Ahimè la diagnosi non è delle migliori. Io sarò breve, anche perché ancora un po’ turbata, non so quanto tratterrò le lacrime.

Il bimbo mio adorato sembra avere una cataratta congenita posteriore, cioè appunto una macchiolina bianca sul cristallino che in un solo occhio rende la vista appannata. 

La retina sembra però aver continuato la sua maturazione, non presenta atrofie. Ci hanno spiegato di possibilità di interventi (che mi terrorizzano) ma anche detto che per ora non è il caso perché se rimane così com’è e non peggiora, l’intervento sarebbe inutile.

Andando terra terra il mio bimbo che difetto avrà in futuro?

Le dico che nonostante tutto non mostra strabismo se non in rari momenti, poi afferra, segue con entrambi gli occhi gli oggetti, protende le mani in avanti quindi ha il senso della profondità (anche se ancora fa un po’ fatica), ma cosa succederà dopo?

Cosa possiamo fare noi nell’attesa dei prossimi controlli? Come possiamo aiutare il nostro cucciolo in maniera “casalinga”? Esercizi, stimolazioni particolari, cose da evitare o da favorire; ci sono possibilità di miglioramenti?

Chiaramente il mio desiderio sarebbe sentirmi dire di sì, vorrei pensare che c’è qualcosa da fare e che, senza troppe sofferenze, il mio amore possa vedere le bellezze del mondo che lo circonda.

Può darmi qualche consiglio? Può indirizzarmi anche lei, oltre ai medici che già lo seguono, su quali sono i percorsi migliori da intraprendere?

La ringrazio
A presto

 

Gentile Signora Mavi,

la cataratta congenita, cioè un’opacità del cristallino (una delle “lenti” dell’occhio) che può presentarsi sin dalla nascita o insorgere nei primissimi mesi di vita, può manifestarsi con diversi gradi di severità e causare una deprivazione visiva più o meno importante a seconda della posizione e dell’estensione di tale opacità.

Nel caso in cui la cataratta interferisca con la fissazione ostacolando in maniera grave lo sviluppo della funzione visiva, è fondamentale intervenire chirurgicamente il più presto possibile e proseguire il trattamento riabilitativo tramite l’utilizzo di un occhiale adeguato o, meglio, di una lente a contatto associata al bendaggio con tampone occlusivo.

Quando invece, come nel caso del suo bambino (da ciò che mi pare di capire da quello che mi riporta), l’asse ottico risulti libero e la fissazione non compromessa, si procede con la determinazione del difetto visivo presente (che va corretto con un occhialino) ed il bendaggio con tampone occlusivo in caso di riscontro di deficit visivo.

È importante monitorare la situazione clinica assiduamente dato che non di rado la cataratta può modificarsi ed estendersi.

Il mio personale invito è di mantenere la giusta calma e lucidità al fine di assicurare al suo bambino una continuità ed una “coerenza” terapeutica; questo vuol dire sì ascoltare differenti pareri di specialisti che si occupino di ortottica ed oftalmologia pediatrica, ma di affidarsi poi allo specialista che più le ispira fiducia.

Si ricordi inoltre, che la determinazione dello sviluppo visivo del bambino (senso della profondità e collaborazione dei due occhi ad esempio) e dell’eventuale presenza di uno strabismo deve essere affidata a test clinici che non possono, ahimè, essere sostituiti da sensazioni della nostra quotidianità. Questo perché tante volte i bambini hanno atteggiamenti visivi del tutto normali dovuti all’utilizzo prevalente dell’occhio “sano”.

Sperando di essere stato di aiuto e rimanendo a Sua completa disposizione per ulteriori chiarimenti, Le invio i miei più cordiali saluti.

Giancarlo Falcicchio

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