Gentilissima Chiaretta,
la mia Emma ha un anno e mezzo. Per lavoro ho dovuto lasciarla a quattro mesi e con lei ci sono al mattino la tata ed il pomeriggio le nonne.
Al mattino si sveglia e mangia con me, così come a pranzo e cena. È una bimba molto solare, non ha mai dato segno di soffrire quando vado al lavoro, mi saluta con bacini e mi accoglie felice al ritorno. Addirittura da un paio di settimane vuol addormentarsi da sola e mi saluta mandando bacini quando chiudo la porta e la lascio nel lettino.
Insieme stiamo molto bene e ci divertiamo tanto, con giochi risate e coccole. Per la prima volta mi assenterò per quattro giorni e lei starà dalla nonna dove ha già dormito due notti, tutto sommato bene (solo una notte ha pianto per un’oretta chiedendo di me).
Sento molto l’angoscia di questa separazione e temo sempre di non essere una brava mamma e di non comunicarle abbastanza affetto. Perché?
La ringrazio.
Gentile mamma, da ciò che mi racconta mi pare proprio che lei, la bambina e chi se ne prende cura in sua assenza abbiate stabilito una routine serena e rassicurante, che vi rende tutti tranquilli.
È normale che il distacco prolungato pesi, specie se è la prima volta nella vita (della bambina) che accade,: è una separazione a doppio senso, sia di Emma da lei che sua da sua figlia. E l’angoscia che lei prova è altrettanto normale, perché è conseguenza di quel rapporto simbiotico ed intenso che si crea sin dalla nascita.
Non credo che ci siano metodi per non provarla, né che sia dannoso provarla: è un sentimento anche questo, che offre la cifra del vostro amore reciproco.
Ciononostante spesso i bambini sono più tranquilli di noi nell’affrontare la separazione momentanea ed attivano risorse inimmaginabili. Razionalmente c’è da stare sereni, la affida a buone mani. E quattro giorni non sono poi moltissimi. Non è davvero il caso di sentirsi mamme incompetenti o in difetto, perché non saranno quei quattro giorni a misurare un amore che dura da 18 mesi e che continuerà tutta la vita.
Se posso darle un consiglio pratico, in quei giorni permetta ad Emma di stare a casa sua, se non di notte almeno di giorno, di non separarsi dal suo ambiente di vita, dal suo nido, che è importante quasi quanto la presenza materna. Emma dovrebbe poter contare su tutti gli oggetti per lei rassicuranti.
Saluti, Chiara Rizzello