Buonasera,
da quando ho scoperto il vostro sito ho voglia di farvi tante domande. Come già detto in altri quesiti ho due bimbe di 21 mesi che hanno preso un bruttissimo vizio: …si morsicano!
Mentre stanno giocando, magari vogliono lo stesso gioco e per far sì che l’altra lo lasci, una morsica. Non so come fare a far loro capire che non devono farlo anche perché si fanno certi ematomi!
Premetto che io e mio marito abbiamo adottato la politica di non comprare giochi uguali doppi ma diversi perché crediamo che sia inutile e anche poco educativo.
Vorrei approfittare anche per sottoprre un altro quesito: Chiara (prima gemella) ha una predisposizione ai giochi pericolosi o alle cose da non fare, si arrampica ovunque. Ad esempio, in soggiorno abbiamo una libreria sulla quale lei vuole salire! I giochi tipo tavolo creativo lei li usa non per giocare ma come rialzo per arrivare in punti che altrimenti non raggiungerebbe…e altre situazioni ovviamente pericolose.
Elena (seconda gemella) che magari non farebbe determinate cose, vedendo la sorella non vuole essere da meno. Come devo far loro capire che queste cose non si fanno? Ho provato a spiegarglielo con le buone, facendomi vedere arrabbiata….ma nulla cambia se non la furbizia…appena mi giro fanno quello che non voglio!
Grazie mille.
Rosanna
Buonasera Rosanna,
il fascino di un fratello nei confronti di un altro è una realtà anche in coppie di figli che non hanno la stessa età: solitamente il fratello "dominante" (vuoi per maggiore età, vuoi per personalità o per altre caratteristiche di dinamica relazionale) coinvolge l’altro in comportamenti imitativi.
Questo, se il secondo non è sottomesso o non subisce la situazione, non lo vedo come un fatto sempre negativo per i bambini, perché rinforza la loro coesione, li rende gruppo e li affiata. In ogni gruppo, e la diade fraterna ne è la cellula più elementare, c’è sempre un leader e un gregario.
L’altro problema da lei rilevato, quello dei morsi reciproci, credo sia dovuto alla precisa fase di sviluppo che stanno vivendo, fase che molte correnti di pensiero non a caso identificano con una fortissima spinta aggressiva auto ed eterodiretta.
Non bisogna lasciar correre ovviamente, ma, ogni volta che accade, dire un NO ben chiaro e ad alta voce, separare le bambine e far sedere due o tre minuti chi ha fatto male all’altra.
Sono i segnali di uno "stop", perché qualcosa non va, e va fatto capire in modo chiaro. Col tempo, se il fenomeno non dovesse autoestinguersi, si possono dare spiegazioni semplicissime, del tipo "No, fa la bua" insomma usando un linguaggio che possano capire.
Poi, per riallacciare la loro sintonia interrotta dal morso, è bello far chiedere scusa l’una all’altra.
Chiara Rizzello