Aerosol per quanto tempo?

Il mio nipotino ha fatto la scarlattina a Natale curato con l’antibiotico se l’è cavata abbastanza presto però dopo una settimana senza sintomi gli è ritornata la tosse prima secca e poi catarrosa, dopo venti giorni ancora scarlattina, pelle arrossata, febbre a 39 e mezzo e tosse; a questo punto il pediatra l’ha curato con una inizione di penicillina 600 UI, dopo un giorno la febbre è andata ed è rimasto il catarro, tosse un po’ cavernosa che nel giro di una settimana si è risolta, è stato bene senza tosse una settimana ed ora gli è ritornata la tosse.

Vorrei precisare che in questi circa due mesi è stato curato tutti i giorni con aerosol e vaporizzazioni di acqua calda, aerosol tre volte al giorno quando c’è stata la fase acuta e due volte al giorno anche quando non aveva più tosse, la cura con clenil e liberator.

Io domando è giusto proseguire con aerosol e vaporizzazioni anche quando il bambino sta meglio non ha più sintomi  per settimane a scopo precauzionale? Il bambino ha 5 anni. Grazie


Se ho capito bene, il bimbo è stato sottoposto continuativamente ad aerosol con cortisone (clenil) e questo, sempre se ho capito bene, senza che il bimbo presenti o abbia presentato sintomi riferibili ad asma o quantomeno a bronchite asmatiforme: se così fosse anche a me sembrerebbe un po’ eccessivo benché sia giusto, nei soggetti che tendono a produrre molto catarro e nei soggetti definiti iperreattivi cercare di ridurre la frequenza e la durata degli episodi catarrali in quanto su una mucosa bronchiale irritata e infiammata più facilmente si possono moltiplicare virus e batteri perché essa risulta meno protettiva nei confronti delle infezioni. Detto ciò, è ovvio che senza conoscere il bambino e il suo problema, non posso farmene una opinione precisa. Come in molti bambini in età scolare o quasi, le infezioni virali si riducono di numero e di intensità di sintomi ma, contrariamente ai bambini più piccoli, sono più facili le infezioni batteriche (scarlattina o altro..), pertanto esse vanno adeguatamente curate con l’antibiotico giusto ma, a mio avviso,senza che sia necessario attuare una lunga e forse un po empirica prevenzione di ipotetici episodi successivi.

Nei mesi invernali, si sa, la circolazione degli streptococchi è al massimo della sua intensità: vi sono moltissimi ceppi di questi batteri e niente di più facile che un bambino si ammali ripetutamente sempre a causa di qualche streptococco in quanto l’immunità che può sviluppare dopo una prima infezione sarà utile in caso di contatto con lo stesso ceppo di streptococchi ma non per altri ceppi. È per questo motivo che la scarlattina, così come le tonsilliti, possono recidivare più volte. Dopo alcuni episodi di recidiva, però, il bambino si sarà definitivamente immunizzato, almeno nei confronti dei ceppi più comuni circolanti e, a meno che non abbia uno specifico deficit della sua memoria immunitaria, gli anni successivi non si ammalerà più pur avendo le stesse probabilità di venire in contatto con streptococchi o altri germi comuni. La prevenzione di queste malattie, in realtà, non esiste, almeno dal punto di vista farmacologico. Quindi, in linea di massima, dopo avere adeguatamente curato l’episodio acuto con antibiotici associati o meno ad altri farmaci sintomatici, io non farei null’altro. Però, ripeto, non conosco il bambino e non intendo, quindi, giudicare la decisione del suo pediatra.

Un caro saluto, Daniela

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