Allattamento al seno, artificiale e intolleranze

 

Gentile Dottoressa,

ho una bellissima bimba di 3 mesi e mezzo (3,170 kg alla nascita e 5,4 kg al momento). Fino a due mesi e mezzo ho alimentato mia figlia esclusivamente al seno. La bimba è cresciuta bene per i primi due mesi (+ 1,5 kg), ma poi non è aumentata di peso per due settimane.

La sua pediatra, vista la stasi di peso per due, settimane, mi ha detto di abbandonare l’allattamento al seno e di sostituirlo integralmente con un latte formulato (Nidina 1). Ovviamente non le dato retta e mi sono rivolta alla pediatra del consultorio di zona che mi ha consigliato di darle il seno per 20 minuti (10 min per seno) e poi avrebbe preso quello che avrebbe voluto da una aggiunta di Nidina 1 da 120 gr.

L’allattamento misto è andato avanti per cinque giorni: mia figlia prendeva al giorno circa 400 gr da me (doppia pesata) e 400 gr di latte artificiale. In questo periodo ha preso quasi 500 gr.

Purtroppo dal quinto giorno ha iniziato a fare più scariche di feci giallo/verdi con muco dopo ogni poppata (la prima volta c’erano tracce di sangue e c’è stato anche qualche pannolino con soli pipì e muco).

Dato che ciò sembrava del tutto normale alla sua pediatra mi sono dovuta rivolgere ad un altro pediatra che mi ha prescritto Mellin AD, un alimento formulato anti-diarroico praticamente privo di lattosio. Con questo nuovo alimento il muco è sparito dalle scariche, che sono diventate più rare (una al giorno) e più compatte. D’accordo con lui ho provato il reinserimento del mio latte per un pasto e ci sono state più scariche con muco nelle feci.

Dopo aver ritrovato l’equilibrio intestinale col Mellin AD abbiamo provato il reinserimento del Nidina 1 ed anche questo ha portato ad avere una scarica di feci con muco.

Dato che la bambina è cresciuta bene per i primi mesi e non ha mai avuto episodi di febbre, penso che il fattore scatenante sia stato l’inserimento del Nidina 1. Di cosa si potrebbe trattare? Intolleranza alle proteine del latte? Intolleranza al lattosio? Blocco della produzione della lattasi? Come facciamo, cosa genera il muco? Come posso reintrodurre l’allattamento materno, anche non esclusivo, cui tengo tantissimo?

Sottolineo che il tutto è avvenuto in un clima di forte stress dovuto alla tensione di far raggiungere a mia figlia a tutti i costi il peso di 5 kg per poter subire un intervento chirurgico al piede e alle continue sedute fisioterapiche, visite mediche specialistiche ecc. (ha preso il suo primo aereo a 30 giorni).

Mia figlia è stata operata l’ 8 aprile ed ora che siamo a casa ho provato a riallattarla, purtroppo continua a fare feci con molto muco, sono molto preoccupata e vorrei fortemente allattarla anche perché in questo momento di convalescenza vedo che lei si calma tanto quando le do il seno, la prego mi aiuti.

La ringrazio e la saluto, Sabrina

Dopo avere verificato che il muco delle feci non dipenda da una infezione batterica (visto che l’unica, anche se forse la più credibile, ipotesi finora formulata è stata l’intolleranza al latte), praticando una coprocultura per germi patogeni, io allatterei al seno la bimba ogni tre ore tenendo, comunque, pronta una aggiunta di latte antiallergico, meglio se un idrolisato proteico.

Nel frattempo dovresti cercare in tutti i modi di rasserenarti, di bere molto, di assumere anche tisane galattagoghe, di mangiare cereali, minestre di orzo, farro e altri cereali, di mangiare molti finocchi o tisane a base di semi di finocchio, di prendere, eventualmente, due compresse al giorno di Peridon, che stimola la secrezione di prolattina (consigliati, su questo, con il tuo medico però), di non pesare la bimba dopo le poppate al seno, ma di dare l’aggiunta solo se la vedi insoddisfatta alla fine della poppata.

Le poppate al seno possono anche essere più di otto, come sarebbero se la allattassi ogni tre ore sia di giorno che di notte, ma questo solo se non ti procura uno stress eccessivo. Il continuo controllo della crescita della bimba è psicologicamente deleterio per un buon funzionamento dell’allattamento al seno ed è anche, in un certo senso, privo di utilità perché il benessere complessivo di un bambino non si misura con i grammi che assume giornalmente ma valutando parametri ben più numerosi e complessi e questo un pediatra lo deve sapere, così come bisogna ricordarsi che, dati i vantaggi enormi di un allattamento esclusivo al seno, specie nei primissimi mesi di vita, si dovrebbero accettare anche crescite in peso inferiori alle benedette tabelle, schemi e percentili fin troppo utilizzati al giorno d’oggi e non si dovrebbe mai trascurare la crescita in lunghezza: se essa continua regolarmente anche in un periodo in cui la crescita di peso sembra momentaneamente ridotta, vuol dire che il bimbo continua a crescere in modo comunque accettabile e che lo scarto tra crescita ponderale reale e crescita ponderale prevista, se il bimbo non dimostra di essere affamato, non deve preoccupare al punto da mettere in secondo piano l’allattamento materno che, nonostante tutto, dovrebbe continuare esclusivo salvo i casi di fame pressante, di notti insonni, di pianto continuo del bambino per fame.

Se, infatti, un bambino allattato esclusivamente al seno, in un certo periodo della sua vita cresce meno del solito o meno di quanto vorrebbero parenti e tabelle, quando non si mostra insoddisfatto alla fine di una poppata e non cerca altro latte, quando non accorcia sensibilmente l’intervallo tra le poppate, quando continua a dormire tranquillamente di notte (nei limiti di quanto dormono i bambini di pochi mesi), cioè finché non cambia il suo modo di comportarsi e mantiene la sua serenità, non va alimentato con aggiunte di latte artificiale e meno che mai va sostituito il latte materno con un latte artificiale.

Una crescita scarsa si considera inaccettabile soltanto se è inferiore a 500 gr al mese nel primo trimestre di vita: pertanto, bisognerebbe non pesare i bambini ogni settimana ma soltanto mensilmente, perché arresti o riduzioni della velocità di crescita sono possibili periodicamente nei bambini specie se allattati al seno così come, ovviamente, sono possibili transitorie riduzioni della produzione materna di latte dovute alle più svariate circostanze, stress per primo, ma non per questo è necessario rinunciare ad un allattamento esclusivo.

Detto ciò, per avere una idea ancora più precisa dell’intolleranza o meno della bimba alle proteine del latte artificiale, prima della introduzione di un latte ipoallergenico o di un idrolisato proteico, sarebbe bene effettuare un prick test, o prove allergiche, per la frazione proteica del latte vaccino che la bimba ha assunto con il latte in polvere anche se non è una prova assoluta, data l’età della piccola e anche se, forse, non sarai molto propensa a far fare un ulteriore prelievo di sangue alla piccola dopo l’intervento. L’ho voluto dire per completezza, ma capisco il tuo stato d’animo e aggiungo anche che non sarebbe veramente indispensabile.

Quindi io direi: latte materno ad oltranza, tutte le misure e gli accorgimenti possibili per fare ritornare il latte materno (alimentazione, tisane, Peridon, poppate frequenti, aumento dei liquidi assunti, vita riposata, sonno, ecc. ecc.), aggiunta eventuale di latte artificiale ipoallergenico o idrolisato proteico, ma non regolarmente ad ogni poppata bensì soltanto a bisogno, quando la bimba piange per fame dopo essersi attaccata al seno per una ventina di minuti, come ti è stato già spiegato, rinuncia al peso settimanale della bimba, ma soltanto mensile, coprocultura per escludere una colonizzazione batterica.

Io escluderei una intolleranza al lattosio perché il latte materno ne è ricchissimo e se la bimba fosse intollerante avrebbe già avuto diarrea anche senza latte artificiale. Una intolleranza al lattosio transitoria si può avere dopo una dissenteria o una gastroenterite virale, ma senza queste due evenienze, non potrebbe che essere una intolleranza congenita, evenienza rarissima tra l’altro e si sarebbe manifestata sin dalla nascita.

Ti ricordo che le infezioni intestinali virali sono caratterizzate da feci liquide acquose con scariche molto frequenti e spesso sono precedute da uno o due giorni di vomito con o senza febbre, mentre le dissenterie batteriche possono non dare una diarrea eclatante, spesso danno febbre ma non sempre, danno dolori addominali e muco con o senza sangue nelle feci. Il muco, comunque, è presente anche nelle allergie alle proteine del latte vaccino. Sono, quindi, questi i due fronti sui quali indagare.

Un caro saluto, Daniela

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