Bimbo di 3 anni e broncospasmo sempre più frequente: che fare?

Buongiorno Dott.ssa,
il mio bimbo di 3 anni soffre di ricorrenti broncospasmi dall’età di 11 mesi, quando ebbe il primo episodio di brionchiolite.
Per ricorrenti intendo ad ogni raffreddore, dal mese di ottobre al mese di giugno (anche 2 volte in un mese), ai quali dobbiamo aggiungere soventi episodi febbrili e qualche bronchite, in quanto estremamente cagionevole.
Preciso, inoltre, che ha frequentato il nido per pochi mesi dagli 11 mesi; poi è rimasto a casa, ma non è cambiata la frequenza di episodi influenzali e di broncospasmo (essendo comunque a contatto col fratello maggiore e le cugine); ha frequentato il secondo anno di nido con un leggero miglioramento ed ora al primo anno di materna la situazione risulta peggiorata.
La mia preoccupazione è data dal fatto che da ottobre di quest’anno (3 anni fatti proprio ad ottobre) gli episodi di broncospasmo si sono fatti più intensi e soprattutto più difficili a risolversi, tanto da dover ricorrere al dosaggio massimo di bentelan (3 mg al giorno per 14.5 kg di peso) anche x 2 o 3 giorni.
In via precauzionale è rimasto assente dalla scuola dell’infanzia nei mesi di gennaio e febbraio ed ha iniziato una cura a base di Montelukast 4mg per os ogni sera e 2 spruzzi con distanziatore di Fluspiral 50, mattina e sera.
A gennaio abbiamo anche effettuato le prove allergiche cutanee, dalle quali non è però emerso nulla.
In questi giorni ha avuto l’ennesimo episodio, in seguito ad un’infezione virale, sempre molto intenso.
Le vorrei chiedere se a suo parere sono opportune delle indagini più approfondite(ad es prove allergiche tramite prelievi del sangue) oppure indagini rispetto al suo sistema immunitario.
Sempre, secondo il suo parere, ci sarà la possibilità che crescendo possa risolversi questa iperattività bronchiale?

La ringrazio per la sua cortese risposta.

Morena

Ho appena risposto ad un papà che mi poneva un quesito simile al tuo: data l’età del tuo bimbo (meno di sei anni) e la costante associazione infezione vie aeree e broncospasmo, sapendo che a questa età un bambino su 4 e anche, a volte, su 3 può presentare broncospasmo in concomitanza con una infezione respiratoria anche banale senza che per questo si possa prevedere che svilupperà asma in futuro, se in famiglia non vi sono o non vi sono stati casi di asma o altre manifestazioni francamente riconducibili ad allergia nei genitori o nei fratelli se il piccolo ne ha, io sarei propensa ad aspettare alcuni anni ancora cercando, nel frattempo, di attuare la più antica e la più piacevole delle terapie desensibilizzanti che è quella di portare il piccolo in riva al mare preferibilmente di scoglio per un lungo periodo durante i mesi caldi e anche sporadicamente o settimanalmente durante i mesi di frequenza scolastica. Le prove allergiche si possono già fare anche se quelle cutanee possono a volte esitare in risposte falsamente negative ma quelle sul sangue danno risposte attendibili. Però, fintanto che vi è concomitanza tra broncospasmo o bronchite asmatiforme e infezione, virale o batterica che sia, fintanto che il bimbo non manifesta altri sintomi allergici come rinite, febbre da fieno, orticaria o altro anche al di fuori di episodi infettivi e tra un episodio e l’altro, anche se tra loro ravvicinati, sta bene e non ha un broncospasmo residuo, se non vi sono soggetti allergici in famiglia, io non vedo particolare urgenza di praticare questi accertamenti. Dovrà comunque essere il pediatra curante o l’allergologo a decidere visto che io non conosco il bambino. La terapia dovrà essere commisurata ai sintomi cercando di somministrare il meno possibile cortisone e tentando inizialmente con i broncodilatatori. Se non bastano, però, il cortisone è una mano santa.

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