Crescita in base alle stagioni

 

Salve dottoressa,

le volevo chiedere se è possibile che in alcuni periodi un bimbo possa cresce di più o di meno?

Mia figlia Ilaria ha 22 mesi ed è alta 82 cm e pesa circa Kg. 11,1. Al controllo dei 18 mesi era alta 81 cm per 10,950 kg. e come può vedere è cresciuta solo un centimetro in quattro mesi, ma la cosa più strana è che ho notato la stessa situazione l’anno scorso, infatti tra i 6 e i 12 mesi è cresciuta pochissimo e tutti davano la colma al mio latte visto che allattavo. A un anno era 72 cm, invece tra l’anno e i 18 mesi è crescita 9 cm.

In conclusione ho notato che nel periodo invernale compresa la primavera cresce meno rispetto al periodo estivo autunnale. È possibile? Potrebbe essere carenza di qualche vitamina? Mangia tutto quello che mangiamo noi, tranne il latte perché prende quello da 1 a 3 anni.

Grazie per la sua attenzione

Certamente, i bimbi crescono spesso a scatti, specie dalla fine del primo o secondo anno di vita e i periodi di maggior crescita in altezza, oltre che in peso, sono proprio il tardo autunno e la primavera inoltrata.

L’inverno, come molti altri organismi, il metabolismo, in un certo senso, va in letargo per accumulare energie per il risveglio primaverile: nulla di diverso dalla terra, dai campi coltivati e da tanti altri mammiferi, specie alla quale abbiamo l’orgoglio di appartenere.

La perdita di contatto con i normali cicli biologici della natura fa spesso dimenticare che l’uomo non è un essere virtuale ma è parte integrante di tutto quanto avviene nell’universo intero e non solo sulla terra. È profondamente influenzato dai flussi energetici che in esso vi circolano molto più di quanto si illuda di voler lui stesso influenzarli.

Così, anche nella valutazione globale della crescita di un bambino è necessario saper vedere in grande e non fermarsi alle cifre fornite da bilance e statimetri, altrimenti si perde il senso reale di quanto si pretende e si vuole interpretare e in questa confusione di valori si cercano responsabilità e colpevoli a tentoni, al buio, come dei ciechi fatti più volte piroettare su se stessi cercano affannosamente con le braccia e con le mani i punti di riferimento perduti ai quali erano abituati e che servivano loro per orientamento.

In seguito a questo miglioramento generale della salute di base dei nostri figli e, nonostante la grossa crisi economica globale, nel miglioramento della qualità di vita e dell’alimentazione, l’uomo, invece di aumentare il suo senso di sicurezza e di serenità, sembra tormentato dal fatto di non riuscire più come un tempo ad individuare un colpevole per i mali dell’anima di cui soffre.

Un tempo, di fronte alla sofferenza regalata da una grave malattia o dall’impossibilità di curarla, il fatalismo veniva in aiuto così come la fede e la capacità di condividere la sofferenza per dare un senso al dolore del mondo, ma ora che l’uomo crede di avere gli strumenti per sconfiggere tutti i mali e si sta avvicinando alla scoperta dell’eterna giovinezza, vive come un assurdo controsenso l’inevitabile presenza dell’imperfezione nella sua vita; non sopporta di non riuscire a dare una spiegazione a tutto quanto succede attorno a lui, non sopporta di dover ammettere che non riesce ancora a controllare tutti gli avvenimenti, non sopporta, in fine dei conti, l’eterno mistero ultimo della vita con il quale è ancora costretto a fare i conti.

Allora, quando non è più la poliomielite o il vaiolo a dare un senso al suo dolore esistenziale, quando non è più lo stomaco vuoto ad giustificare il suo bisogno, vaga sgomento ala ricerca di una ragione concreta e tangibile che giustifichi quel senso di vuoto o di incompletezza che lo disturba e che vorrebbe scacciare e se la prende con tutto, dando eccessiva importanza alle sfumature, investendo di significati improbabili situazioni, appunto, insignificanti e si perde… si perde nonostante i mille ausili dei quali può disporre per essere obiettivo e rimanere con i piedi per terra, si perde nei particolari tralasciando i valori importanti, si perde nelle sue stesse emozioni dimenticando ragione e verità.

Un tempo, la risposta al dubbio che mi poni avrebbe potuto esserti data da un semplice contadino, reso forte, saggio e illuminato dalla lunga esperienza di osservazione e dialogo con la natura, ora senti il bisogno di chiedere lumi ad un medico e come te moltissime altre mamme fisiologicamente ansiose di non tralasciare nulla della salute e del benessere dei loro figli: questo è molto significativo.

Un caro saluto, Daniela

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