Gentile dottoressa,
mio figlio (3 anni il prossimo ottobre), è solito avere, subito dopo l’inizio di un seppur banale raffreddore, tosse secca e stizzosa e broncospasmo.
Ciò avviene da quando, all’età di 3 mesi, ebbe la bronchiolite. Pensavo che si fosse ormai liberato da questo odioso disturbo, anche perché è da moltissimi mesi che non ha il raffreddore, ma adesso, a pochi giorni dall’inizio della scuola materna ha preso il raffreddore ed è alle prese con un forte broncospasmo (la pediatra non lo ha ancora visitato ma l’affanno, l’espirio prolungato e la tosse sono segnali ormai noti e inconfondibili).
Volevo sapere da lei se questo disturbo si protrarrà ancora per molto o sparirà con la crescita, e qual è secondo lei la profilassi ed eventualmente la cura migliore.
Grazie in anticipo.
La terapia del broncospasmo è del tutto simile a quella dell’asma, cioè broncodilatatori e cortisone, se necessario.
La prevenzione sarebbe non fare ammalare il bimbo, visto che il broncospasmo è in relazione diretta con una infezione, anche banale, delle prime vie respiratorie. Ma questo, in un bimbo così piccolo, è quasi impossibile, visto che l’80% delle infezioni respiratorie, in età prescolare, è di natura virale, quindi senza possibilità di essere curate né tantomeno prevenute, a parte le vaccinazioni specifiche, inclusa quella antinfluenzale, che esistono, però, solo per una minimissima parte delle malattie di cui i bambini sono soggetti.
Il problema migliorerà in età scolare, cioè inizierà a migliorare dopo il quarto anno e, in modo più evidente, dopo il sesto anno. Quando gli episodi di broncospasmo iniziano precocemente, entro i primi tre anni di vita, l’evoluzione verso una tendenza all’asma da grandi è piuttosto variabile e tale pericolo è maggiore se in famiglia vi è un fratello o un genitore asmatico e se il bambino stesso, oltre al broncospasmo, ha o ha avuto problemi di dermatite atopica o ha valori alterati nelle analisi specifiche per le allergie (IgE in particolare).
Per ora, infatti, il broncospasmo può insorgere solo in seguito a una infezione, anche banale, solitamente virale, alle prime vie respiratorie, ma se la sintomatologia non scompare dal quarto al sesto anno di vita e gli episodi di broncospasmo continuano, diventa statisticamente più facile che si presentino anche in assenza di infezione virale e in tal caso, il bambino scivolerebbe nell’asma vera e propria, allergica, da freddo, da sforzo e così via.
Quindi, per ora, non c’è molto da fare se non attendere l’evoluzione del modo di reagire del bimbo di fronte alle infezioni virali, tenendo a portata di mano i soliti farmaci broncodilatatori, ma fra due o tre anni, se la sintomatologia dovesse persistere, il bambino andrebbe rivalutato.
Per ora, comunque, l’assenza totale di fumo passivo nell’ambiente dove vive il bimbo e l’igiene ambientale praticata con accurata aspirazione della polvere di casa con aspirapolvere ad acqua e solo rigorosamente con panni umidi per pulire pavimentie suppellettili, l’assenza di piume nei cuscini e nei piumoni da notte, il lavaggio frequente dei tendaggi e l’eliminazione di tappeti e moquette possono essere delle buone abitudini da prendere quotidianamente.
Quanto ai farmaci: quelli preventivi sono gli stessi di quelli curativi, solo a più lento rilascio e a dosaggio più basso, ma non si iniziano cure preventive farmacologiche solo per un broncospasmo, perché esse sono riservate ai veri e propri soggetti asmatici.
Un caro saluto,
Daniela