Buongiorno dottoressa,
innanzitutto volevo complimentarmi con lei per le sue esaurienti risposte alle varie domande delle NoiMamme. Le avevo già scritto per la mia bimba di 14 mesi: dopo 5 mesi di tosse abbiamo finalmente avuto delle pause, non sentirla più tossire di notte non mi sembrava vero, ma dopo massimo due settimane ci ricaschiamo. Raffreddore, muco verde dal naso e tosse di catarro denso che rimane fermo in gola e non va ne giù ne su, nonostante i vari colpi di tosse e segni di vomito della mia piccola.
Io cerco invano di sollevarla, lavarle il naso, aerosol con Fluibron, latte e miele, ma niente, solo verso la mattina ormai esausta la bimba prende sonno.
L’ho portata dalla pneumologa, fatti tutti gli esami del caso: risulta tutto a posto (clamidia, adenivirus, ecc…, addirittura nonostante la vaccinazioni contro la pertosse non ha gli anticorpi) e pare anche che si difenda bene per la allergie.
Tutto ok, la pneumologa dice che Melissa ha avuto la pertosse a luglio e dopodiché, ogni volta che si ammala, si accentua la tosse come eco della pertosse. Ma possibile? perché non risulta? E le vaccinazioni allora? Mi dica lei e soprattutto cosa o quale farmaco può veramente fluidificare questo catarro densissimo.
La ringrazio fin da ora. Lei è sempre gentile, Miel
Le vaccinazioni sono molto efficaci, ma soltanto nel 90% dei casi, poco più, poco meno, quindi vi può sempre essere una percentuale minima di bambini che non rispondono al vaccino e che rimangono, quindi, suscettibili di malattia.
La pertosse, poi, è veramente una brutta bestia perché, come ha detto la pneumologa, regala una particolare suscettibilità a tutte le nuove infezioni bronchiali e delle alte vie respiratorie. Può addirittura succedere che gli sforzi che fa il bambino affetto da pertosse durante gli attacchi parossistici producano delle sia pur minime dilatazioni della trachea, come quando, per farti un esempio, si soffia troppo violentemente in un palloncino gonfiabile e sulla sua superficie se ne forma un altro più piccolo per sfiancamento e cedimento della parete (succede anche con le gomme americane): in questi casi – ma non voglio dire che sia il caso della tua bimba – il catarro che si forma in occasione di ogni nuova infiammazione bronchiale si potrebbe accumulare in una o più piccole sacche sulla parete tracheale creando difficoltà nell’espettorazione del muco e persistenza della tosse.
I fluidificanti della tosse sono di molti tipi e ognuno raggiunge lo scopo finale di rendere il muco bronchiale più fluido in modi diversi, pertanto si può fare la seguente distinzione:
si dovrebbe prescrivere l’ambroxolo (Fluibron) quando il ristagno di muco in trachea o nei bronchi dipende da una ridotta capacità del soggetto ad espettorare piuttosto che da una forma infiammatoria. L’ambroxolo non aumenta il volume complessivo del muco ma lo fluidifica soltanto ed è indicato nei bambini molto piccoli, nei prematuri che non hanno sufficiente surfattante nei polmoni, nei soggetti con vie aeree ristrette;
si dovrebbe prescrivere l’acetilcisteina o la carbocisteina (polimucil) quando il catarro viene espettorato con difficoltà a causa di una sua particolare densità e quando viene prodotto in eccesso a causa di un processo infiammatorio in atto;
la bromexina, infine, è un mucolitico indicato per fluidificare il catarro in soggetti asmatici o con tendenza al broncospasmo perché, contrariamente agli altri mucolitici, specie se utilizzati per aerosol, non induce broncospasmo ed è anche consigliato in caso di necessità alle mamme che allattano perché non passa attraverso il latte e non è dannoso per il bambino.
Infine, si deve consigliare di assumere sempre il mucolitico a stomaco pieno perché a stomaco vuoto potrebbe interferire sulle caratteristiche del muco secreto dallo stomaco.
Per la tua bimba, quindi, oltre al consiglio di farla sempre bere moltissimo per aumentare i suoi liquidi corporei e contribuire così alla fluidificazione del suo muco, io consiglierei la carbocisteina, cioè il polimucil, oltre ad un semplice aerosol con fisiologica proprio per umidificare direttamente l’albero bronchiale.
Inutile dire che penso che la pneumologa abbia pensato di effettuare le analisi per la mucoviscidosi alla bimba nell’insieme di tutte quelle praticate.
Infine, nonostante la negatività delle analisi allergologiche, una bonifica ambientale della stanza dove dorme la bimba come eliminazione di peluches, tappeti, moquette, tendaggi troppo ricchi, materasso con presenza di lana o crine nella sua imbottitura, piumone di piume, coperte di lana, peli di animali domestici, muffe agli angoli o alle pareti, piante ornamentali e così via credo che non guasterebbe se non è ancora stata praticata, così come la prova di fare dormire la bimba per una notte o due in un altro ambiente o addirittura in un’altra casa per fare la differenza tra la quantità di tosse nella sua stanzetta e quella in ambiente diverso.
Un caro saluto, Daniela