Fine, con rammarico, dell’allattamento al seno

 

Salve Dottoressa,

stavolta non le scrivo per un parere pediatrico ma forse più psicologico, quindi valuti lei se ha voglia di rispondermi.

Circa una settimana fa, in concomitanza di una forte gastroenterite di mia figlia (14 mesi), ho avuto una brutta bronchite curata con molti farmaci, quindi, per paura che passassero anche un minimo nel latte peggiorando la diarrea della bimba, ho interrotto l’allattamento al seno. Glielo davo solo la notte, 1-2 volte, come "coccola".

La bimba non sembra aver sofferto troppo della perdita, certo a volte lo "chiede", indica o tocca il seno, ma poi si distrae facilmente. Marito, parenti, amici, tutti a dirmi "era ora, così diventa più autonoma, si stacca, eccetera". Ma la bimba é sempre stata serena e autonoma (va al nido), quindi non credo che darle il seno la potesse far attaccare a me eccessivamente.

Era forse solo un modo per compensare il distacco diurno, che – penso – faceva "bene" ad entrambe.

Comunque, l’ho tolto, un po’ anche perché, da donna vanitosa, temevo un’eccessiva perdita di tono del seno stesso, un po’ anche perché mi sembra che senza seno riposi meglio, si svegli con meno frequenza.

Quando si sveglia, mentre prima la portavo nel lettone e le davo il seno, ora la porto nel letto, la abbraccio, lei si ciuccia, come ha sempre fatto, il pollice e poi si riaddormenta.

Ma, quel legame con lei mi manca molto e le confesso che sarei davvero tentata di ricominciare ma mi rendo conto che è una cosa puramente egoistica che alla bimba – credo – non darebbe alcun valore aggiunto. Lei che pensa? Mi convinca che ho fatto bene.

Grazie. Francesca

Molti farmaci che si teme possano far male al bambino quando la mamma allatta ancora, sono in realtà, decisamente innocui, considerando, oltre tutto, la scarsa percentuale di essi che passa nel latte, quindi spesso si sospendono allattamenti inutilmente.

Però, nel tuo caso, avendo la bimba già 14 mesi, prima o poi questo distacco sarebbe avvenuto, anzi, più prima che poi, quindi, visto che la bimba sembra addirittura dormire meglio senza l’idea del latte materno, credo che il problema si sia risolto comunque da solo.

Quando si attraversano periodi di cambiamento esistenziale importante – e la fine dell’allattamento può essere uno di questi – è naturale soffrire di nostalgia per qualcosa che si sa essere persa definitivamente: succede dopo il parto, succede alla pubertà, succede quando ci si sposa e si esce di casa, succede alla fine del periodo degli studi, succede quando si va in pensione e così via.

Ma i cambiamenti sono una opportunità, non solo per guardarsi indietro e fare un bilancio di quanto vissuto o non vissuto, realizzato o non realizzato fino a quel momento, ma soprattutto per aprire una nuova porta verso il futuro che, ricco delle esperienza appena vissute, non può che essere più interessante del precedente.

Senza il vincolo un po’ stereotipato dell’allattamento che fissa il legame madre-figlio in una simbiosi e una interdipendenza reciproca molto strette, infatti, il rapporto tra loro si fa più articolato obbligando entrambe a mettersi in gioco con canali comunicativi diversi e più complessi fatti non solo di sguardi, carezze, coccole e contatto fisico, ma di dialogo più maturo, più libero, di gioco delle parti più sottile, dove le occasioni per inventare sempre nuove strategie e mettere alla prova la reciproca fantasia, la reciproca inventiva, in fine dei conti, le reciproche intelligenze si fa ogni giorno più stimolante e aiuta a maturare le reciproche personalità.

In questi casi, madre e figlio crescono insieme inventando il loro futuro giorno dopo giorno, sperimentano una nuova libertà sempre più svincolata dal costante bisogno di stretto contatto reciproco.

L’orizzonte del piccolo si espande e non si limita alle braccia e al seno materno e quello della madre altrettanto ed è proprio in questa esperienza di nuova "espansione" che il legame privilegiato tra i due, giorno dopo giorno più libero dal bisogno, lungi dal dissolversi o dall’allentarsi, si rinnova e si rinsalda nella complicità di una nuova emozionante esperienza di libertà.

Non c’è altra via, ti assicuro, per far si che un amore sia sempre più maturo, più grande e più forte tra due persone e non solo tra madre e figlia.

Un caro saluto, Daniela

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