Ittero nel neonato

 

 

Buongiorno dottoressa,

 

mi chiamo Arianna e sono la mamma di Andrea, un bimbo di un mese. Le scrivo perché mio figlio ha ancora l’ittero e vorrei porle alcune domande per sentirmi più sicura.

 

L’ittero gli è salito fino a 16 per poi iniziare a scendere piano piano, dopo una decina di giorni era a 12 e il pediatra dell’ospedale ha detto che non dovevo più portarlo per controllare i livelli di bilirubina.

 

Poi però dopo altri 10 giorni ho continuato a vederlo giallo e mi sono preoccupata (la mia pediatra mi ha detto che era ittero da latte materno visto che lo stavo allattando esclusivamente al seno) e gli ho fatto fare un altro prelievo e la bilirubina risultata 10, allora il medico mi ha detto di concordare alcuni esami con la mia pediatra per stare più tranquilla.

 

Lunedì gli ho fatto fare il prelievo e ieri ho ritirato gli esiti, la bilirubina è scesa a nove ed è tutta indiretta, gli altri valori sono nella norma, soltanto quello del gamma gt è un pochino alterato ma la mia pediatra ha detto di non preoccuparmi perché tutto il resto va bene.

 

Adesso quello che le volevo chiedere è questo:io da martedì ho smesso di allattare perché ho avuto un forte crollo e non me la sono più sentita di andare avanti, quindi il mio bimbo prende il latte artificiale da quel giorno e oggi siamo a giovedì ma non vedo cambiamenti nel colorito (la mia pediatra mi ha detto di guardare gli occhi che però sono sempre giallini) e vorrei sapere se è normale o se mi devo preoccupare e fargli fare altri esami.

 

La ringrazio di cuore per l’attenzione,

 

Arianna

 

 

 

 

Mi dispiace veramente che una inutile benché comprensibile angoscia suscitata da un problema – l’ittero – che nel neonato ha molto spesso uno scarsissimo significato clinico, specie quando i valori sono così poco preoccupanti, non tendono a salire ma bensì, anche se lentamente, a diminuire e quando il problema si può tranquillamente spiegare con l’allattamento al seno.

 

Ho l’impressione che il tutto sia stato gestito bene dal punto di vista clinico ma meno bene dal punto di vista umano visto che nessuno è riuscito a tranquillizzarti adeguatamente. Se si è in presenza di una mamma particolarmente ansiosa, che non è in grado di aspettare alcune settimane la riduzione spontanea di un ittero da latte materno, sarebbe stato sufficiente insegnarti a tirarti il latte per due o tre giorni, farlo bollire per eliminare alcune sostanze responsabili della mancata coniugazione della bilirubina del bimbo in esso presenti e darlo al bimbo dopo bollitura o, al limite, dare per quei due o tre giorni latte artificiale.

 

Un ittero da latte materno crolla quasi subito dopo la sospensione dell’allattamento e questo avrebbe permesso una diagnosi di certezza di questa forma di ittero assolutamente benigna.

 

L’allattamento al seno sarebbe, poi, ripreso normalmente spiegando alla mamma l’assoluta inesistenza di motivi di preoccupazione anche se l’ittero fosse durato fino a tre mesi. Quindi, motivo di preoccupazione non era il valore massimo iniziale di bilirubina, cioè 16, specie se insorto attorno al terzo giorno di vita e non prima, motivo di preoccupazione non era la persistenza di un ittero di media intensità, specie se a bilirubina quasi totalmente libera, cioè indiretta non coniugata e con tendenza alla diminuzione benché lentamente e tanto meno motivo di preoccupazione doveva essere per il medico che ti ha prescritto ulteriori analisi dopo avere constatato che l’ittero era ulteriormente diminuito a 10.

 

O meglio: per scrupolo alcune analisi potevano anche essere prescritte, sempre per scrupolo, ma non senza spiegare alla mamma l’assoluta mancanza di motivi di preoccupazione sia per la salute del bimbo sia per il proseguimento dell’allattamento. Non so se puoi e potrai ancora recuperare il tuo latte: io me lo auguro di cuore e ti consiglierei di provarci in tutti i modi, ma se non potrai più riprendere ad allattare, che almeno la tua esperienza serva d’esempio e di monito a tante altre mamme future o nella stessa tua situazione, ai medici, ai familiari e a tutte le figure professionali che ruotano attorno ad una puerpera: vi sono circostanze in cui si può sentire il bisogno di capire meglio un problema per essere certi di una diagnosi prescrivendo analisi e controlli vari, ma chi lo fa deve assumersi la responsabilità dello stato d’animo che può suscitare questo atteggiamento nella mamma alle prime armi e deve quindi sostenere la puerpera nel proseguimento dell’allattamento rassicurandola nel modo più opportuno, ben sapendo che il puerperio è un periodo delicatissimo e deve essere vissuto nel migliore dei modi comunque, sia che il bambino abbia un benché minimo problema, sia che stia perfettamente bene.

 

Un ittero a bilirubina libera che ha avuto nei primi giorni di vita un picco mediamente alto va ricontrollato fintanto che non accenna a diminuire e appena accenna a diminuire, poco o molto che diminuisca, vuol dire che si è attivato il meccanismo del suo metabolismo, meccanismo che va sempre in un’unica direzione, lentamente o velocemente non importa poi tanto, che è quella dell’eliminazione totale dell’iperbilirubinemia.

 

Esistono patologie particolari di tipo soprattutto malformativo, tipo atresia delle vie biliari, che impediscono alla bilirubina di essere metabolizzata dal fegato procurando ittero importante, oppure malattie familiari caratterizzate da una persistenza dell’ittero neonatale, ma esse non sono certo aggravate dall’allattamento al seno!

 

Quindi l’allattamento al seno va sempre comunque proseguito, diagnosi o non diagnosi e veramente, nel tuo caso, non ha nessun significato continuare ad osservare il colore delle sclere del bimbo, che si schiariranno col tempo e con la scomparsa spontanea dell’ittero.

 

Esponi il bimbo alla luce con le dovute precauzioni riguardo agli occhi e vedrai che fra pochi giorni non avrà più nulla.

 

Un caro saluto, Daniela

 

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