L’effetto del Nopron e la somministrazione

Gentilissima Dott.ssa Sannicandro,
si parla spesso di Nopron, e quindi vorrei chiederle come mai in Italia si può somministrare dopo i 6 mesi di vita e invece in Francia, dove vivo per alcuni mesi all’anno, il Nopron è un farmaco che va somministrato dopo i 3 anni e per massimo 5 giorni. E sul libretto illustrativo sono descritti molti più effetti collaterali soprattutto nel sovradosaggio.
Anche il principio attivo è diverso: Italia niaprazina 0.230 Francia 0.300 (forse è un dato trascurabile).
Ovviamente, mi fido del mio medico, però vorrei approfondire l’argomento sulle enormi differenze.
Un’ ultima domanda, se non le dispiace: per quanti giorni consecutivi si può somministrare il Nopron?
Io sto provando da circa un mese max 4 ml per un bimbo di 13 chili (due anni) ma ho già ridotto a 2.5 ml perchè ho gli stessi risultati e cioè che si sveglia comunque almeno 1 volta per notte. (sempre meglio delle 7/10 di prima).
Quindi non sono tanto sicura che sia il Nopron a diminuire i risvegli. Lei che ne dice? Dovrei continuare a somministrarglielo?
Dopo le mie innumerevoli domande, la ringrazio in anticipo per la sua cortese risposta.
Cristina

Cara Cristina,
intanto se da 7-10 risvegli per notte il bimbo è passato ad un solo risveglio, qualcosa penso proprio che il Nopron abbia fatto.
Per quanto riguarda il divieto francese di somministrarlo prima dei tre anni, non so risponderti perché, appunto, qui in Italia è concesso prescriverlo sin dal sesto mese di vita.
La niaprazina agisce prolungando i periodi di sonno non-Rem, quei momenti del sonno caratterizzati da notevole riduzione dell’attività cerebrale e di tutte le attività vitali del corpo (temperatura, pressione, tono muscolare ecc.).
Durante una notte di sonno si alternano in vario modo fasi di sonno profondo non-rem con fasi di sonno chiamato paradosso, o rem, durante le quali si sogna, ci si muove e l’attività cerebrale diventa simile a quella della veglia.
I bambini molto piccoli hanno un sonno ancora poco strutturato, hanno periodi di sonno non-rem piuttosto brevi e soprattutto hanno grande facilità a svegliarsi proprio nel momento di passaggio da una fase di sonno non-rem ad una fase di sonno rem successiva.
Nel bambino piccolo, essendo queste fasi sia poco strutturate che molto più brevi rispetto al bambino più grande e all’adulto, con notevole prevalenza delle fasi rem su quelle non-rem, i momenti di passaggio tra sonno non-rem e sonno rem sono molti di più che nell’adulto e di conseguenza, le probabilità che in questi momenti di passaggio si possano svegliare sono più numerose.
Per di più, spesso il risveglio avviene al limite con la fase del sogno o addirittura all’inizio della fase stessa e può capitare che, per alcuni istanti, il bimbo non capisca se è già sveglio o se sta ancora sognando: questo disorientamento crea sconforto e paura e il bambino piange e chiede una vicinanza rassicurante.
Il Nopron allunga la fase non-rem ma non abolisce il passaggio tra la fase non-rem e la fase rem, proprio perché non ha nessun effetto su quest’ultima, sicché dirada solo il pericolo di risveglio nel momento di passaggio da una fase all’altra, quindi riduce i risvegli ma non li abolisce, se essi dipendono, appunto, da una particolare labilità del sonno proprio in quella fase.
Nei primi anni di vita il sonno è, diciamo così, in costruzione e in assestamento e tutte le fasi sono importanti, soprattutto la rem, per un buon andamento dello sviluppo cerebrale e psicomotorio del bambino, nonché del suo apprendimento.
Il sonno, quindi, è sacro per i bambini e non andrebbe mai stravolto per nessun motivo. Forse è questo il motivo che hanno i francesi a non volerlo prescrivere molto precocemente.
Però il Nopron non è un sedativo e nemmeno un sonnifero e tantomeno un ipnotico e quindi, per logica non si dovrebbe pensare che stravolga il sonno. Solo, a volte, produce l’effetto paradosso, cioè eccita invece di indurre e prolungare il sonno: in tal caso a nulla serve aumentare la dose oltre a quella media consigliata in base al peso del bambino e all’età: il bambino stesso continuerebbe a dormire male, a svegliarsi spesso e per di più, la mattina successiva, se non fosse riuscito a metabolizzare tutto il farmaco durante le ore notturne, si sentirebbe stonato, con vertigini, difficoltà di concentrazione e sonnolenza diurna.
Il fatto di consigliare alcuni giorni o settimane di somministrazione continuativa dipende dal fatto che, quando funziona, si intende creare una sorta di abitudine al sonno più prolungato, come a voler riprogrammare l’attività cerebrale notturna del piccolo nel senso di abituarlo ad avere periodi di sonno profondo non-rem più lunghi di quelli che abitualmente, in quel periodo della sua vita, ha.
Si spera in una specie di ricarica dell’orologio biologico del piccolo e per creare questa abitudine è necessario prolungare un po’ la somministrazione costante, sera dopo sera, del farmaco.
La riduzione graduale della dose non è una forma di disassuefazione, il Nopron non dà assuefazione e col tempo, l’aumento del dosaggio dipende solo dall’aumento del peso del bimbo, ma un tentativo graduale di osservare se, appunto, l’orologio del suo sonno si è finalmente riprogrammato su ritmi più accettati e più consoni alle esigenze dell’adulto che lo accudisce.
Se la dose media consigliata non è efficace diventa necessario riflettere su altre cause di insonnia, sia fisiologiche che psicologiche o dovute a patologie organiche. E per finire di rispondere alle tue domande: credo che potresti tranquillamente accettare l’unico risveglio notturno del tuo bimbo e non dare più Nopron se continua così.
Un caro saluto,
Daniela

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