Masticazione

Buongiorno dottoressa
le scrivo per esporle un "problema" che ho riscontrato in mio figlio Tommaso di tre anni.
Premetto che è sempre stato, ed è ancora, un bambino che mangia poco, ma un po' di tutto e che va sempre incoraggiato ed aiutato perchè altrimenti lui troverebbe mille cose più interessanti da fare piuttosto che mangiare.
Ho notato che quando do' un piatto di pasta a Tommaso, lui tende ad inghiottire senza masticare (non gli faccio mai la pasta al dente); ad esempio i fusilli dei piccolini Barilla li inghiotte interi (e purtroppo ho avuto modo di vederlo con i miei occhi in un episodio di vomito). Se gli si intima di masticare, lo fa per il primo boccone e poi continua imperterrito a mandare giù intero.
Ho notato pure che se gli faccio formati piccoli di pasta lui tende a mangiare una quantità maggiore rispetto a quando cucino un formato grande di pasta dove sia necessaria per forza la masticazione.
Ovviamente, essendo un bambino che già mangia poco, prediligo sempre la pastina piccola, senza però proporre in maniera sistematica quella più grande (ad esempio lui andrebbe matto per gli spaghetti, ma ogni volta che glieli do rischia di soffocare!).
Mi chiedo: è normale un comportamento del genere? Può danneggiare la sua salute il fatto di inghiottire cibo intero?
Grazie mille
Federica

 


 

Cara Federica, è ovvio che il cibo ben masticato, non solo è stato ben sminuzzato dai denti e quindi è più facilmente aggredibile dai succhi gastrici e transita più velocemente dallo stomaco al duodeno attraverso il piloro, ma è anche stato più a lungo in bocca a contatto con la saliva che ne effettua una prima importante digestione. Quindi il cibo ben masticato è più digeribile di quello mal masticato.
Per quanto riguarda la poca voglia di masticare di Tommaso, è importante sapere se è solo svogliato nel masticare ma lo saprebbe fare (mi pare il tuo caso) o se non ha mai del tutto imparato tutta la catena di coordinazioni motorie necessarie per questa funzione. Spesso i bambini masticano bene senza stancarsi un bel pezzo di pizza, anche se prendono tutto il loro tempo e la ammorbidiscono in bocca, così come masticano volentieri un biscotto, ma un piatto intero di pasta può risultare fuori dalla loro portata. Se poi Tommaso non ha un grosso appetito, il suo disinteresse per la pasta si mischierà alla pigrizia e alla voglia di rimanere bambino e il problema sarà di lenta soluzione. Allora che fare? Innanzitutto, come ho detto, accertarsi che sappia masticare correttamente anche se non lo vuole fare a lungo: bisogna osservare che i suoi movimenti mascellari siano corretti e attuati con la forza giusta (cioè sappia mordere). Non sorridere, cetamente non sarà il tuo caso, ma il medico non può dimenticare le distrofie muscolari e le miastenie nonché alcuni problemi neurologici che si manifestano con ritardo psicomotorio anche molto lieve. Poi bisognerebbe sapere se è stato allattato a lungo al seno: in questo caso potrebbe avere mantenuto un atteggiamento infantile nei confronti del cibo; oppure se è nato prematuro, e allora tutto il suo sviluppo psicomotorio sarebbe un po in ritardo. Poi bisognerebbe sapere se arriva a tavola con la fame o se smangiucchia fuori pasto proprio per l'ansia che ai pasti non mangi abbastanza. In tal caso è bene che questa abitudine cessi e che si metta a tavola con un sano appetito. Se però non esiste nessun problema in questo senso, cerca di attuare un sano compromesso: tu gli prepari la pastina piccola come vuole lui e non ti preoccupi di cambiare (i bambini, a tre anni, sono abitudinari nel cibo e la loro curiosità si manifesta altrove) ma lui, in compenso, deve finire il suo piattino. Piattino che sarà un po meno pieno del solito di modo che si possa svuotare senza difficoltà e Tommaso possa ricevere la sua brava dose di complimenti e incoraggiamenti. Bisogna poi anche sottolineare che il pasto deve svolgersi in un' atmosfera calma e serena e il bambino non deve percepire fretta o conflitti di nessun genere attorno a se. Tu non devi mostrarti prevenuta e pensare al pranzo e alla cena come ad un ennesimo momento di lotta e di contrapposizione di caratteri e personalità: il bambino se ne accorgerebbe e il suo comportamento diventerebbe provocatorio nei confronti dei genitori o in generali delle figure che lui vede come autorità. A 3 anni si può già dialogare e il bambino ha diritto di esprimere gusti e preferenze tanto quanto i genitori hanno il diritto e il dovere di educare anche attraverso il cibo.
Non trascurare poi di osservare se per caso Tommaso avesse difficoltà a respirare con il naso a causa di ipertrofia delle adenoidi, per es., o delle tonsille, oppure a causa di una congestione nasale cronica o persistente. In questo caso masticare, per lui, sarebbe difficoltoso perché, in quel momento, respirerebbe molto male. E' facile capire questo se di notte russa o ha crisi di apnea.
Se invece non ha nulla di quanto ipotizzato fin quì, osservalo da quì ai suoi 4 anni, assecondalo con la pasta piccola o con altri cibi che lui preferisce e aspetta alcune settimane prima di riproporgli le cose che lui non ama masticare. Queste cose cucinale per voi adulti e aspetta che sia Tommaso ad essere invogliato ad assaggiarle, magari perché cucinate in modo allettante. In questo caso non rifiutargli l'assaggio ma assecondalo sminuzzando tutto le prime volte poi sempre meno. Nel frattempo cerca di capire tutto quello che mastica volentieri e daglielo abbastanza spesso così da farlo esercitare in questo piccolo sport che dovrà essere quotidiano. Un caro saluto, Daniela

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